venerdì 25 febbraio 2011

petizione per la gestione dell’impianto sportivo San Teodoro di Librino ai Briganti Rugby Librino







Prende avvio in questi giorni una raccolta firme che chiede il recupero da parte del quartiere di Librino dell’impianto polisportivo di viale San Teodoro, attraverso l’affido in gestione alla società dei Briganti Rugby.
Nel corso di un’assemblea svoltasi al Centro Iqbal Masih di viale Moncada 5, indetta in seguito al fallimento del progetto di affidare una parte dell’impianto al Calcio Catania, si è costituito un comitato cittadino che chiede la stipula di una convenzione tra il proprietario dell’impianto - il comune di Catania - e una delle realtà più vivaci del quartiere, i Briganti Rugby Librino, che dal 2006 si occupa di sport e riscatto sociale proprio in quel territorio.
L’idea dei promotori della petizione è quella di responsabilizzare nella gestione un soggetto che promuova un uso socio-sportivo dell’impianto, coinvolgendo tutte le realtà attive (associazioni, associazioni sportive, scuole) a Librino in un rapporto di collaborazione di tipo orizzontale, in modo da costruire attorno alla fruizione del polo sportivo un vero percorso di emancipazione e crescita collettiva.
Il complesso sportivo attualmente si trova in uno stato di completo abbandono, privo di qualsiasi opera di messa in sicurezza e/o di manutenzione, malgrado venga frequentato da tanti ragazzi del quartiere, che a loro rischio e pericolo lo frequentano.
La raccolta delle firme durerà due mesi e si chiuderà il 23 aprile 2011, giorno in cui una manifestazione cittadina, l’Ultimo Chilometro, consegnerà agli amministratori della città la petizione.
L’avvio simbolico della petizione è previsto DOMENICA 27 febbraio alle ore 13.00 presso il campo S.M.Goretti a precedere il fischio d’avvio dell’ultima partita di campionato nazionale di serie C di rugby che vedrà opposte nella stracittadina i Briganti Rugby Librino e il Catania Rugby 2009.
Materiali e documenti di approfondimento, il testo della petizione nonché i luoghi in cui è possibile firmare, sono inseriti in un sito internet dedicato, http://camposanteodoro.altervista.org, i contatti saranno gestiti attraverso la mail camposanteodoro@tiscali.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .

sabato 19 febbraio 2011

il nostro dolore per noureddine

La rivoluzione dei gelsomini in Tunisia è nata dalla protesta estrema di un giovane, vessato dalle necessità di sopravvivere e costretto dalla polizia locale a smontare il suo banchettino.Il giovane si diede fuoco, per disperazione. Sapeva di non poter lottare contro la polizia corrotta che lo faceva sgombrare, avesse avuto qualche parente nell’esercito o nella malavita organizzata avrebbe potuto continuare a lavorare per le strade polverose di Tunisi. Lui no, non poteva ribellarsi ma non poteva nemmeno immaginare che dal suo gesto estremo tanti suoi coetanei avrebbero preso spunto per rovesciare il regime tunisino ed avviare una nuova stagione. 
A Palermo è accaduto qualcosa di simile. Noureddine Adnane, uno dei tanti volti anonimi che potrete incontrare in città mentre cercate sciarpe, cappellini e collanine, si è trovato davanti una pattuglia dei vigili urbani che, secondo la normativa imposta dal consiglio comunale, prevede lo sgombero immediato di qualsiasi ambulante e vagabondo, una multa salatissima e la possibilità dell’espulsione per chi è senza permesso di soggiorno. Noureddine si è dato fuoco, come accaduto ad altri suoi coetanei nei paesi arabi che chiedono più giustizia sociale.
Ci inchiniamo di fronte al nostro fratello Noureddine Adnane, morto nel reparto grandi ustionati dell'ospedale Civico di Palermo, dove era ricoverato dopo il suo gesto estermo di protesta; la sua morte rappresenta un atto d'accusa per classi dirigenti barbare e cieche, incapaci di umanità e di cogliere le ricchezze e le opportunità che derivano dal contatto con altre culture.
Oggi è il giorno del dolore e del lutto.
Davanti a noi sta la necessità di rafforzare, giorno per giorno,  l'impegno per cambiare l'inaccettabile stato di cose presenti, in Sicilia e nel paese, per affermare l'idea di una società dove ci sia posto per tutti e tutte.

scuola, nelle graduatorie la lega impone regole razziste

















La vicenda delle graduatorie degli insegnanti precari, inserita nel calderone del milleproroghe, si è conclusa al Senato nel peggiore dei modi.
Avevamo da tempo lanciato l’allarme sulle intenzioni della maggioranza e in particolare della sua componente leghista, di perseguire il congelamento delle graduatorie, come ennesimo atto di una corrida propagandistica contro gli insegnanti meridionali.
Ciò è stato fatto addirittura congelando le graduatorie fino al 2012 e usando argomenti vergognosi. L’intervento del senatore della lega nord Pittoni, regista di tutta l’operazione, ha avuto inauditi accenti  razzisti, senza che i numerosi eletti meridionali della sua maggioranza avessero nulla da obiettare. Si è parlato impunemente di punteggi abnormi maturati in alcune aree del Paese, quando di abnorme c’è solo la disoccupazione intellettuale meridionale, amplificata per ultimo dai tagli della Gelmini che si sono concentrati nelle regioni del sud.
Il governo è andato avanti nonostante la sentenza della Corte costituzionale (che impone l'inserimento nelle graduatorie in base al punteggio anche per le cosiddette "code") creando così un caos normativo da cui, a oggi, il ministero non sa come uscire.
C’è di più:il milleproroghe impone un antipasto della territorializzazione del reclutamento, progettato con la proposta degli albi regionali dalla Lega e dalla Gelmini.Infatti, collegando alla provincia della graduatoria, anche le richieste per le supplenze d’istituto, s’inizia a vincolare territorialmente gli insegnanti.
Siamo dunque di fronte a decisioni gravissime che colpiscono i diritti di migliaia di lavoratori e lavoratrici e costituiscono ulteriori passi verso un sistema scolastico discriminatorio e arretrato. E’ necessario rompere il silenzio e iniziare una forte mobilitazione per fermare questo progetto.

Luca Cangemi 
Segretario regionale PRC-federazione della Sinistra

venerdì 18 febbraio 2011

no alla militarizzazione della sicilia, no al muos

Il partito della rifondazione comunista è al fianco dei cittadini di Niscemi e dell'intero territorio, nell'affermazione di  un no senza se e senza ma all'installazione del sistema di comunicazione delle forze armatedegli Stati Uniti, che emette onde elettromagnetiche ad altissima frequenza.
La Sicilia e la stessa Niscemi hanno già pagato alla militarizzazione del territorio un prezzo altissimo, in termini di danni alla salute delle popolazioni e di mancato sviluppo. E’ inaccettabile un sistema così nocivo,
come il MUOS, in una zona densamente abitata, sede naturale di attività turistiche e di colture pregiate.
Nessuno si farà ingannare da esperti che minimizzano le conseguenze né da cosiddette compensazioni. Il governo nazionale ed il governo regionale devono essere richiamati nettamente alle proprie responsabilità: non è possibile sacrificare salute e diritti agli interessi delle gerarchie militari degli Stati Uniti.
Il PRC rilancia un appello ad una mobilitazione generale di tutte le forze pacifiste ed ambientaliste dell’isola  contro il MUOS.
















Di fronte al  consiglio comunale di Niscemi,il  Presidente della regione, Lombardo, si è prodotto in incredibili rassicurazioni,rispetto alle conseguenze sulla salute dei cittadini PRC dell'installazione del MUOS, il  sistema di comunicazione delle forze armate degli Stati Uniti, che emette onde elettromagnetiche ad altissima frequenza. Ha inoltre prospettato aiuti ed interventi.Siamo di fronte ad un comportamento ipocrita e  vergognoso.
L'impatto sull'ambiente e sulla salute dei cittadini delle onde elettromagnetiche generate da impianti così potenti è indubbio. Si aggraverebbe una situazione che è già pesante da molti anni a Niscemi per le antenne già presenti. Per quale motivo i cittadini di Niscemi e  dei comuni vicini dovrebbero essere esposti a rischi di gravi patologie e malformazioni? Per quali motivi un territorio che ha grandi potenzialità agricole e culturali dovrebbe essere svenduto?
Gli interessi dei vertici militari degli Stati Uniti , non sono gli interessi della Sicilia. La nostra terra ha tutto da guadagnare a porsi come isola di pace nel Mediterraneo, tanto più in un momento storico  come questo, invece di consentire ulteriormente la  miltarizzazio del proprio territorio.
Lanciamo un appello per una forte mobilitazione in tutta la Sicilia, contro la realizzazione del MUOS a Niscemi, contro la militarizzazione dell'isola.

Luca Cangemi
Segretario regionale PRC-federazione della Sinistra

giovedì 17 febbraio 2011

storie di gatti e migranti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

prossimamente al circolo città futura, presentazione di

Spelix. Storia di gatti, di stranieri e di un delitto

di Annamaria Rivera, edizioni dedalo

Costruito in forma di giallo, il romanzo è ambientato in un quartiere romano. I personaggi sono alcuni abitanti nativi, delle persone immigrate, due gattare, un veterinario polacco, un carabiniere atipico, un piccolo speculatore, una cricca di criminali prestigiosi e potenti, quattro cani e la colonia felina del quartiere. Un vecchio anarchico, erudito ed eccentrico, è l’alter ego della voce narrante, un’archeologa gattofila. Protagonista è il gatto Spelix: è lui che dipana la trama dell’omicidio, grazie al fiuto straordinario e all’abitudine di raccogliere oggetti da regalare alle sue protettrici. Spelix è un apologo, molto aderente alla realtà, sulle derive intolleranti e autoritarie della città e del Paese: il declino dell’amore e della protezione dei gatti va di pari passo con la crescita del disprezzo e dell’ostilità verso gli estranei e i diversi. In fondo è un’operettamorale sulla convivenza e il rispetto fra eguali e differenti. È anche un tentativo sperimentale di restituire le parlate delle persone comuni, soprattutto il romanesco degli immigrati.

Annamaria Rivera è antropologa, studiosa dei meccanismi e delle strutture del razzismo, attivista antirazzista. Insegna nell’Università di Bari e altrove, abita in prevalenza a Roma col marito e alcuni gatti. È editorialista per i quotidiani «il manifesto» e «Liberazione», e collabora con altri giornali e riviste. Dirige la collana di studi e ricerche Antropo-logiche di questa casa editrice. È autrice, co-autrice e curatrice di numerose opere. Fra le più recenti: Les dérives de l’universalisme (La Découverte 2010). Oltre alla scrittura saggistica coltiva quella creativa. Spelix è il suo primo romanzo.

mercoledì 16 febbraio 2011

sabato 26 febbraio cena sociale di inaugurazione della nuova sede

sabato 26 febbraio, a partire dalle ore 20, cena sociale di inaugurazione della nuova sede del circolo città futura, uno spazio più ampio ed accogliente che ospiterà le tante attività del circolo... vi aspettiamo in via gargano 37, catania

migranti, la vergognosa propaganda del governo

Un premier sempre più impresentabile,in fuga da se stesso viene in Sicilia, a cercare di nascondere il fallimento della sua politica nel mediterraneo. Una politica che ha combinato razzismo e affarismo, ed ha sostenuto i peggiori regimi dell’area, tra cui le dittature corrotte di Ben Alì e Mubarak, ha prodotto stragi di migranti e sofferenze indicibili. Oggi di fronte al precipitare di una situazione, che per settimane si è cercato di nascondere, il governo non ha nulla da proporre oltre la propaganda. Deve farsi, anche per questo, da parte. E’ un atto preliminare per costruire una presenza italiana in sintonia con i grandi cambiamenti in corso sulle rive del mediterraneo, che rappresentano una grande opportunità. Continuare la linea di questi anni significa determinare una tragedia spaventosa sulle nostre coste e una situazione ingestibile in Sicilia. Occorre invece, da subito, offrire solidarietà ai movimenti che si battano per la giustizia in tutti i paesi della sponda sud, costruire concreta cooperazione, riattivare le reti di accoglienza (colpevolmente abbandonate), riaprire canali d’ingresso legale, iniziare a sottrarre la mobilità umana al controllo delle organizzazioni criminali.

Luca Cangemi
Segretario regionale PRC-federazione della Sinistra

lunedì 14 febbraio 2011

se non ora quando? anche a catania grande mobilitazione

Le grandi manifestazioni del 13 febbraio rappresentano in Sicilia un evento politico e sociale di straordinario significato.
Moltissime donne e tanti uomini hanno manifestato contro il potere arrogante e vergognoso di Berlusconi ma anche contro qualcosa di più profondo, di cui il berlusconismo rappresenta l’espressione più visibile e irritante ma non l’unica.
Si tratta di un immaginario misero eppure dominante in cui lo scambio sesso-denaro-potere è elemento decisivo. E’ una questione fondamentale di cui innanzitutto gli uomini devono farsi carico, scavando dentro un mondo simbolico maschile ancora in larga misura non messo in discussione.
Nei prossimi giorni è necessario raccogliere e approfondire il segnale che viene dalle manifestazioni di oggi, realizzando a percorsi d’iniziativa che costruiscano atti forti e non episodici capaci di cambiare la scena sociale e civile dell’Italia e della Sicilia.

Luca Cangemi
Segretario regionale PRC-federazione della Sinistra


















La federazione della sinistra siciliana-hanno dichiarato Salvatore Petrucci e Luca Cangemi del coordinamento regionale della FdS- ritiene grave la decisione della RAI di non fare andare in onda nella nostra isola il programma di Lucia Annunziata. La puntata, dedicata alle manifestazioni in corso in tutta Italia, è stato sostituito su RAI 3 siciliana da un incontro calcistico. La decisione colpisce il diritto all’informazione e si pone in impressionante contrasto con le piazze siciliane, che invece si sono riempite di donne e uomini che hanno aderito in modo straordinario alle iniziative di protesta previste.
Ancora una volta-hanno concluso Petrucci e Cangemi- la questione dell’informazione nell’era berlusconiana e in una terra di frontiera come la Sicilia emerge in tutta la sua gravità.

Ufficio stampa regionale Federazione della Sinistra-Sicilia

sabato 12 febbraio 2011

accertamenti tarsu, l'ennesima beffa del comune di catania

Ancora una volta il Comune di Catania cerca di far cassa attingendo dalle tasche dei cittadini attraverso la Tassa sui rifiuti solidi urbani.
Dopo aumenti ingiustificati a fronte di un servizio sempre carente e inadeguato, dopo il tentativo di tassare i garage, dopo i continui ritardi sull'avvio di una reale raccolta differenziata, come dimostra anche la vicenda delle isole ecologiche mai aperte, l'ultima trovata è quella degli accertamenti Tarsu per gli anni 2004 e 2005, nonostante siano evidentemente prescritti.
Il circolo città futura del partito della rifondazione comunista - federazione della sinistra, che in questi anni si è sempre battuto contro gli ingiustificati aumenti, sostenendo i cittadini nelle azioni legali presso la commissione tributaria, continua ad impegnarsi su questi temi attraverso il proprio sportello legale.
Gli annullamenti di cartelle sui garage in seguito ai ricorsi presentati in commissione tributaria hanno già dimostrato la malafede del Comune di Catania, il circolo città futura chiede pertanto l'annullamento degli accertamenti e delle richieste di pagamento su annualità prescritte appena inviate a migliaia di cittadini.

venerdì 11 febbraio 2011

sabato 26 febbraio cena sociale di inaugurazione della nuova sede
















sabato 26 febbraio, a partire dalle ore 20, cena sociale di inaugurazione della nuova sede del circolo città futura, uno spazio più ampio ed accogliente che ospiterà le tante attività del circolo: incontri e dibattiti, proiezioni, lo sportello legale, il gruppo di acquisto popolare, aperitivi e cene sociali e altre ancora...
vi aspettiamo in via gargano 37 (traversa piazza iolanda - vedi mappa)

mercoledì 9 febbraio 2011

una moratoria per salvare la sanità in Sicilia

















Dichiarazione di Luca Cangemi
Segretario regionale PRC-federazione della Sinistra

La sanità siciliana viene smantellata giorno dopo giorno. Il depotenziamento delle strutture moltiplica gli episodi insopportabili di cui sono vittime i cittadini e rischia di compromettere definitivamente il sistema sanitario regionale. Questa è la realtà al di là delle gesta di moralizzatori improbabili, che tentano di occultare l’insediamento di nuove cordate politico-professionali non migliori di quelle vecchie. E’ necessario fermare il meccanismo del degrado prima che i danni siano irreparabili. Avanziamo una proposta: si decida subito una moratoria delle operazioni di depotenziamento e dismissione, si manifesti finalmente un impegno nella costruzione di un coerente sistema di medicina territoriale e solo dopo averlo realizzato si affronti il problema della rete ospedaliera, secondo i reali bisogni delle comunità.
Su questa proposta rifondazione comunista chiama i cittadini e gli operatori a una forte mobilitazione per evitare che la spirale di degrado e rassegnazione in atto seppellisca il diritto alla salute nell’isola.

lunedì 7 febbraio 2011

domenica 13 febbraio: gruppo di acquisto popolare






















domenica 13 febbraio, dalle 10,30 alle 13, in via Conte di Torino 29/i, appuntamento con il GAP e i suoi prodotti a prezzi popolari e a chilometro zero!

è l'ultimo incontro che si terrà nella vecchia sede: il circolo città futura si trasferisce e l'inaugurazione del GAP si terrà domenica 27 febbraio, alle 10,30, nella nuova sede di via Gargano 37 (traversa di piazza Iolanda)...

vi aspettiamo!

giovedì 3 febbraio 2011

siamo uomini e non siamo come silvio! appello degli uomini per la mobilitazione del 13 febbraio




















Non è strano che per la donna che si prostituisce esistano molti “nomi” – prostituta, puttana, escort, mignotta, bagascia, troia, lucciola ecc. – per lo più infamanti, mentre per l’uomo che paga per comprare il suo corpo circola finora solo il neutro sostantivo “cliente”?

Pone con una certa veemenza questo interrogativo linguistico l’avvocata torinese Romana Viliani: come chiamiamo il “lui” della situazione? Sono stanca di sentire dire “clienti”. Cliente è chi compra un prodotto da un’azienda o in un supermercato, non “chi acquista carne umana: il corpo è un valore fondamentale della vita”.

Si vorrebbe insomma un nome eticamente più impegnativo. Ma la parola non viene. “Prostituente”, oppure “prostitutore”, azzarda Marco Deriu. Tra i presenti qualcuno dice :“Silvio!”, suscitando ilarità. C’è poco da ridere, però.

(Un resoconto dell'incontro "Quell'oscuro soggetto del desiderio. Immaginario sessuale maschile e domanda di prostituzione" di Alberto Leiss)



Le ultime vicende giudiziarie che hanno interessato il presidente del consiglio e l’indignazione che hanno suscitato in tanta parte della società civile ci spinge, come uomini impegnati insieme alle donne nella costruzione di un conflitto contro i modelli prevalenti di mascolinità e le strutture di dominio che essi producono, a svolgere alcune riflessioni.

Il punto di vista che qui vogliamo sviluppare a partire dal caso Berlusconi – riprendendo le sollecitazioni che ci vengono da un interessante intervento di Stefano Ciccone e dall’importante lavoro iniziato da alcuni gruppi maschili impegnati nella lotta allo sfruttamento dei corpi femminili e alla tratta delle prostitute – è che è giunta l’ora per noi uomini di fare i conti con quell’ “oscuro soggetto dell’immaginario maschile” che alimenta la domanda di prostituzione, sia quando essa si svolge sulle nostre strade sia quando viene ospitata nelle sale dorate di Villa San Martino ad Arcore.

L’ipotesi, avanzata in un incontro dell’ottobre scorso dell’associazione maschile plurale e che qui si vuole condividere, è che esista una zona grigia di contiguità tra un “normale” immaginario maschile e la domanda di prostituzione che ne deriva, tra le forme di rappresentazione di cui esso si avvale e le strutture di dominio maschile che perpetua e rafforza.

Vi è una continuità fra i comportamenti del vecchio magnate divenuto presidente del consiglio, che squallidamente cerca di nascondere la miseria della propria vita sessuale comprandosi le prestazioni di donne disposte a tale scambio, e l’impazienza con cui centinaia di migliaia di maschi infoiati percorrono le strade del paese alla ricerca di una fugace soddisfazione corporale.

A produrre questi comportamenti è sempre la cultura di dominio del maschio eterosessuale bianco occidentale: sulle donne, sui bambini nelle forme come la pedofilia o il turismo sessuale, sugli altri uomini “non conformi” al modello dominante come gli omosessuali, sulle persone transessuali, sulle persone immigrate in Occidente.Questa cultura maschile, che coltiva immagini e desideri coerenti al mercato della prostituzione e della tratta, ci sembra la più diffusa in Italia.

E non è forse per questo che ben poche voci maschili si sono levate per illuminare quel cono d’ombra rappresentato da un immaginario maschile, che produce relazioni povere e insoddisfacenti, totalmente riconducibili alla logica dello scambio e del consumo compulsivo?

Vi è il concreto rischio che da questa vicenda si esca con un tentativo di restaurazione, magari con l’appoggio significativo delle gerarchie cattoliche, di quell’ordine del padre di cui i comportamenti privati di Berlusconi costituiscono un esempio paradigmatico.

La storia del maschio ricco e potente, che ostenta una virilità esuberante per mascherare il suo declino fisico, è una storia vecchissima.

Quello che c’è di nuovo e che segna, a nostro avviso, una pericolosa regressione culturale nel nostro paese, è che di questi comportamenti se ne traggono motivi di vanto, di complicità,persino di consenso con un universo maschile, incapace di liberare la propria sessualità da modelli ripugnanti e offensivi della propria dignità e di quella delle donne.

Vi è un filo rosso che lega l’immagine di Berlusconi come tombeur de femmes, lo scambio sesso-denaro-potere che propone a donne che lo accettano e il profluvio di dichiarazioni omofobe a cui il nostro presidente del consiglio ci ha tristemente abituato.

Su questi temi Berlusconi sa di poter contare su un’adesione vasta.

Noi non ci stiamo!

Non ci riconosciamo, da uomini, in questo modello di maschio che, incapace di fare i conti con il proprio desiderio e di praticare una sessualità veramente libera, converte le proprie frustrazioni sessuali in atteggiamenti violenti e prevaricatori sul corpo delle donne.

Siamo uomini che intendono liberare il proprio corpo e il proprio desiderio dalla gabbia di ruoli che millenni di dominazione maschile hanno disegnato, e su queste basi praticare relazioni autentiche , non precludendoci la gioia ma anche i dolori che solo un incontro consapevole, capace di riconoscere le altre o gli altri e i loro desideri, può regalare a una sessualità finalmente liberata.

Ci sforzeremo, infine, di non lasciare che questa iniziativa rimanga isolata, promuovendo occasioni di incontro in cui, da maschi, potremo continuare a riflettere su questi temi.

Solo così restituiremo a questa vicenda quei connotati eminentemente politici che essa indubbiamente propone.


Primi firmatari: Alberto Rotondo, Luca Cangemi, Luca Rizzo, Alberto Giuffrida


Per aderire: arotct@gmail.com

13 febbraio: se non ora quando? giornata di mobilitazione delle donne



SE NON ORA QUANDO?
Se non ora, quando?  In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea  ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica  per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle  relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori  anziani.
Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati,  nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più  civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione  e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il  contributo di tante generazioni di donne che – va ricordato nel 150esimo dell’ unità d’Italia – hanno costruito la nazione democratica.
Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.
Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete  scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.
Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la  convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza  civile, etica e religiosa della nazione.
Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della  decenza.
Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime  cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura  nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle  istituzioni.
Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende  private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante  responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale.
Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il  valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora,  quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.
L’APPUNTAMENTO E’ PER IL 13 FEBBRAIO IN OGNI GRANDE CITTA’ ITALIANA 

Le donne della Federazione della Sinistra aderiscono alla giornata di  mobilitazione del 13 febbraio: per la dignità delle donne, per il loro valore,  per il ruolo che hanno sempre avuto nella costruzione dell’Italia democratica.
Le donne della Federazione della Sinistra rivendicano per tutte le donne il  riconoscimento pieno dei diritti di parità, nel lavoro e nella rappresentanza  politica, per fare di questo Paese un Paese migliore.  Per questo è ora di dire  basta: se non ora, quando?

martedì 1 febbraio 2011

progetti regionali per la scuola: la beffa si ripete























Si ripete, nel silenzio, la beffa vergognosa, dei progetti regionali per la scuola. Questi progetti dovrebbero, con fondi europei, costituire un ampliamento dell’offerta formativa in direzione, in particolar modo degli studenti in difficoltà di apprendimento e offrire un’occasione di lavoro a una parte dei moltissimi docenti precari tagliati dalla Gelmini.
 Già lo scorso anno scolastico, sotto il nome di progetti Leanza, furono annunciati ad agosto, di fronte alla drammaticità dei tagli ma le attività iniziarono, beffardamente, solo alla fine dell’anno scolastico, in un quadro tremendo di confusione e irregolarità.
 Adesso il bis, sotto la gestione di Centorrino: siamo a febbraio, l’anno scolastico è iniziato da molti mesi, in condizioni difficilissime, tanti lavoratori della scuola sono disoccupati o sono stati costretti all’emigrazione ma l’assessorato regionale ha accumulato ritardi su ritardi e solo recentemente il decreto è stato trasmesso alla Corte dei conti per la registrazione.
 Quando inizieranno quest’anno le attività?a marzo ad aprile?o ancora più avanti? E che senso ha tutto ciò dal punto di vista delle scuole e degli insegnati coinvolti? Com’è giustificabile che per il secondo anno consecutivo la Regione Sicilia sia così clamorosamente in ritardo?
 La verità è che questi progetti sono stati dall’inizio concepiti in modo esclusivamente propagandistico, non servono alla scuola e non servono ai precari, neanche come ammortizzatore sociale. Sono utili invece a gestire una quantità notevole di fondi in modo discrezionale e a destrutturare ulteriormente il rapporto di lavoro nel mondo della scuola.

Luca Cangemi
Segretario Regionale Rifondazione Comunista