domenica 29 luglio 2012

la svolta autoritaria e i fiori della rivolta








 intervento di Alberto Rotondo

L’iniziativa dell’Osservatorio per i diritti civili di Catania, illustrata il 26 luglio al circolo città futura dall’avvocato Goffredo D’Antona che in questi giorni sta raccogliendo l’adesione indignata di migliaia di donne e uomini in tutta Italia, ha il grande merito di porre all’attenzione dell’opinione pubblica una questione importantissima. In questi giorni sarà inviata una lettera a Monti, perché revochi la fiducia a De Gennaro, potente capo della polizia e responsabile dell’infame gestione dell’ordine pubblico nei giorni di Genova. De Gennaro, sottosegretario al ministero dell’interno con una delega inquietante ai servizi segreti, ha solidarizzato con gli alti vertici della polizia che, a seguito della recente sentenza della Corte di Cassazione sul terrore poliziesco della Diaz, sono stati condannati all’interdizione dai pubblici uffici e quindi costretti a lasciare la posizione apicale che avevano raggiunto nell’apparato repressivo dello Stato.
Non è stato il solo De Gennaro ad aver espresso solidarietà e vicinanza agli alti funzionari di polizia condannati, ma la stessa ministra Cancellieri, con il sostegno mediatico dei grandi organi di stampa, se anche Bonini su la Repubblica ne lodava l’impegno profuso nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata. Una vera e propria vergogna.
In questi anni i responsabili della “più grande sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale” – come ha definito Amnesty International la brutale repressione del movimento altermondialista a Genova nel 2001 – hanno potuto far carriera: si potrebbe dire che quello stato che oggi li condanna nelle aule giudiziarie li ha sinora gratificati con promozioni cum laude. Oggi al danno si unisce la beffa : non soltanto per virtù di prescrizioni e indulti non sconteranno alcun giorno di pena, ma il loro allontanamento dal servizio viene accompagnato da indebite solidarietà e ignobili attestati di stima, accompagnati addirittura dall’offerta di un servizio di protezione personale, visto che ai condannati è stato persino riconosciuto il diritto ad avvalersi di una scorta.
Ma vi è di più. Sbaglierebbe chi pensasse che la brutale repressione di Genova, le violenti cariche a cortei autorizzati, gli assalti alle piazze tematiche dei movimenti, la strana miopia per cui i cosiddetti black block vennero lasciati liberi di agire, il barbaro assassinio di Carlo Giuliani, l’orrore della Diaz e di Bolzaneto fossero soltanto il risultato di una cattiva gestione dell’ordine pubblico. Si trattava dell’attuazione di una ben precisa strategia di attacco violento al movimento e di criminalizzazione del dissenso.
I giorni di Genova furono preceduti da un impressionante attivismo dei servizi di intelligence italiani, i giornali non facevano altro che pubblicare le loro allarmanti veline che arrivavano a ipotizzare, come ha sottolineato D’Antona, cose assurde come il probabile attacco dall’alto delle forze dell’ordine con elicotteri che avrebbero scaricato loro addosso litri di sangue infetto. Si alzava il tono del conflitto per poi giustificare la violenta repressione che ne sarebbe derivata.
Per questo motivo è gravissimo che il parlamento italiano abbia votato contro la proposta di istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sul G8 di Genova. Si sarebbero potute chiarire, per esempio, le responsabilità politiche di Gianfranco Fini, la cui presenza inquietante e incongrua in quei giorni, nella sala della centrale operativa della questura di Genova, offriva legittimazione alle provocazioni fasciste di intere squadre di poliziotti , che intonavano faccetta nera mentre torturavano e seviziavano i manifestanti altermondialisti inermi.
Ma oggi siamo andati oltre lo “sdoganamento” dei fascisti al governo e della loro vergognosa cultura militarista nelle caserme. Il governo Monti appare sempre di più il risultato di un colpo di stato “democratico” con cui i poteri forti dell’economia, della finanza e delle banche con la benedizione del Vaticano hanno stretto un’alleanza di ferro con gli alti gradi dell’amministrazione pubblica e dell’esercito, con i gruppi dirigenti dell’apparato statale che piazzano i loro rappresentanti nei gangli operativi fondamentali del governo.Oggi al ministero dell’interno siede una prefetta e un generale è diventato ministro della Difesa.
Per questo le parole di solidarietà di De Gennaro e della ministra sono ancora più inquietanti. Esse sono l’espressione di un potere neo-corporativo e autoritario, che non cerca nemmeno più la mediazione politica di una rappresentanza eletta democraticamente, ma che si pone autonomamente come potere costituito e costituente di un nuovo ordine, quello in cui i “tecnici” della repressione puntellano il regime dei “tecnici” dell’economia e della finanza , con l’obiettivo di mantenere la coesione sociale del paese con la repressione e l’annichilimento del dissenso.
Tutto questo forma contenuto e sostanza della svolta autoritaria in corso nel nostro paese: l’iniziativa dell’osservatorio dei diritti catanese ce lo ricorda, a noi il compito di far vivere tale coscienza lavorando alla costruzione di un’opposizione sociale e popolare di massa al governo Monti e alle politiche neo-liberiste nello spirito del popolo di Seattle e di Genova.

i concorsi di Profumo sono un'arma di distrazione di massa









Dichiarazione di Luca Cangemi, del Coordinamento Nazionale della Federazione della Sinistra .

Il ministro Profumo, ancora una volta, rilancia dalla Sicilia la prospettiva dei concorsi a cattedra con qualche novità fantasiosa, come le lezioni simulate.
E’ un ennesimo annuncio che dimostra non solo l’assenza di una qualunque strategia di rafforzamento della scuola pubblica ma anche la mancanza di serietà e rispetto nei confronti di una situazione drammatica.
Di fronte al dramma del precariato e dell’emigrazione intellettuale che depriva le regioni del sud di decisive risorse intellettuali, di fronte al caos e agli enormi ritardi in cui si stanno svolgendo le operazioni preliminari per l’apertura del prossimo anno scolastico, di fronte ad un sistema dell’istruzione piegato dai tagli, il ministro si cimenta sempre nel tentativo di deviare l’attenzione.
I concorsi sono tra le sue armi di “distrazione di massa” preferite, ovviamente concorsi bizzarri di cui si narrano i dettagli più fantasiosi e si sorvola sull’essenziale: i posti disponibili.
Consideriamo inaccettabile quest’atteggiamento e ripetiamo che il paese e la scuola hanno bisogno di un indirizzo politico profondamente diverso che restituisca quanto è stato tolto in questi anni, dia certezze alle lavoratrici e ai lavoratori precari, docenti e Ata, con un piano certo e serio d’immissioni in ruolo. Solo così è possibile garantire il diritto alo studio e riconquistare il fondamentale ruolo dell’istruzione statale nella società italiana.

sabato 28 luglio 2012

genova g8: verità e giustizia. i fiori della rivolta









intervento di Claudia Urzì

A Genova nel 2001 c’ero anch’io. Eravamo in 300.000…una cosa mai vista….

E ci volevo essere! Sarebbe stato un appuntamento importante, preceduto dalla formazione di forum, da un grosso fermento culturale, politico, movimentista, si veniva da Seattle (1999), dalle famose contestazioni contro il vertice del WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) ….sarebbe stato un grosso appuntamento internazionale, la gente sarebbe arrivata da tutto il mondo, o perlomeno, da tutta Europa! Ricordo centinaia di anarchici greci, i baschi, i tedeschi….ci volevo essere!

Anche se c’erano già state le cariche della polizia a Napoli nel marzo 2001 per il Global Forum sull’e-government.
Le provocazioni arrivavano da tutti i lati, la decisione di istituire una zona rossa a Genova invalicabile….erano tutte provocazioni, il clima era rovente, non prometteva nulla di buono….ma io volevo esserci! E la sera del 19 luglio partii col treno da Roma, coi compagni romani. Arrivammo a notte fonda, quasi l’alba, non ricordo bene….e ci raccontarono che il corteo del giorno prima era stato bello, colorato, musica….e c’era un sacco di gente!! Quel pomeriggio di quel maledetto 20 luglio a Genova sarebbero partiti 3 o 4 cortei dai diversi punti della città per confluire poi tutti in unico punto… al quale, però, molti di noi non arrivarono e uno di noi non c’è mai arrivato. Io ero col corteo dei COBAS che fu spezzato e caricato dalla polizia quasi subito. Genova sembrava una città fantasma, negozi, bar, tutto chiuso… i genovesi scomparsi… un silenzio irreale… c’eravamo solo noi. Ed eravamo in tanti. Le cariche della polizia, dei carabinieri, cominciarono quasi subito, dicevo, c’erano blindati, camionette, a sirene spiegate, ovunque… cominciò una vera e propria caccia all’ uomo, ci rincorrevano, scappavamo… lacrimogeni, gas urticanti… ricordo di essermi arrampicata insieme ad altri su una collinetta per sfuggire alle cariche della polizia e ai gas urticanti…i o non avevo portato né occhialini, né il limone… assurdo, pensai… e invece mi sarebbero serviti. Non riuscivo più a respirare e non vedevo più niente… mi arrampicai su quella collinetta, vedevo solo ombre e mi sembrava di soffocare… ho avuto una paura incredibile, ho pensato di morire… oltretutto, nella fuga, ero rimasta da sola, avevo perso gli altri… ero terrorizzata. In cima a questa collinetta, per fortuna, non so chi, un uomo, una donna, non ricordo, mi porse l’acqua, dicendomi di bagnarmi gli occhi, mi porse un limone, mi tranquillizzò… io nel frattempo cominciavo a vedere un po’ meno appannato, respiravo meglio, lo/la ringraziai… e ricominciammo a correre per scappare dalla polizia che ci inseguiva! Ricordo che riuscimmo a scappare passando attraverso le case e i lidi del lungomare, qualcuno ci apriva delle porte, qualche genovese che invece, nonostante il terrorismo dei giorni precedenti ad opera delle autorità, esponenti politici di spicco, polizia..era rimasto e che ci aiutò. Ricordo che mentre scappavamo, vedevo che tutta la costa era presidiata, da gommoni, barche della polizia e sopra la nostra testa gli elicotteri che pattugliavano dal cielo, giorno e notte, senza riposo… e quel rumore, quei rumori non li ho scordati per molto tempo.

Questa caccia all’uomo, queste cariche, queste fughe, questo immane schieramento di forze dell’ordine... i blindati che correvano all’impazzata e sbandavano nelle curve… lacrimogeni, razzi… vere e proprie scene di guerriglia urbana….ho pensato che quella potesse essere la guerra e che non saremmo mai più riusciti ad uscire da quella città, tanto amata, ma ora una città fantasma e ostile… una vera e propria gabbia. Riuscimmo a scappare, a fuggire, e a fare ritorno alla scuola dove dormivamo, che non era la Diaz, per fortuna nostra… e a seguire il corso della manifestazione da notizie che arrivavano, telefonate, internet, etc… E nel tardo pomeriggio arrivò quella maledetta notizia che gelò il sangue nelle vene: hanno sparato, hanno ucciso un ragazzo, uno spagnolo… si diceva, queste furono le prime notizie… cominciarono ad arrivarmi telefonate da casa, da Catania, tutti preoccupatissimi, ovviamente. Solo più tardi sapemmo che i carabinieri avevano sparato e avevano ucciso un ragazzo, un genovese, Carlo Giuliani. E niente fu più lo stesso.

Mi sembrava incredibile che fosse accaduto, eravamo tutti disperati, increduli, come sospesi… pieni di rabbia e paura, sì paura, eravamo ancora lì e il treno per tornare a Roma sarebbe partito solo la sera dopo. Assemblea: che si fa, che facciamo? L’indomani ci sarebbe stato un altro corteo, un’altra manifestazione e l’avremmo fatto. Anche per Carlo.

Il corteo si fece, numerosissimo, arrivarono anche altre persone, altri compagni, c’era un caldo da morire, una giornata assolata… e ricordo che stavolta ,al nostro passaggio, le finestre si aprirono e che la gente ci rovesciava secchiate d’ acqua, ci innaffiava con le pompe, ci applaudiva, cantava insieme a noi “Genova libera”… la gente era con noi. Continuarono le cariche, i lacrimogeni, e ci furono numerosi feriti. Alla fine del corteo, verso sera, ci recammo alla stazione per prendere il treno, e trovammo lì ad aspettarci, come previsto, schieramenti di forze dell’ ordine. Volevamo solo andarcene, salimmo sul treno e aspettammo a lungo che partisse. Partì solo a tarda notte, quando ormai avevamo perso le speranze. Prima di partire salì sul nostro treno, il treno dei “romani”, quel ragazzo le cui immagini fecero il giro del mondo, quel ragazzo col volto insanguinato, molto giovane, che sedutosi a terra per protesta fu caricato, picchiato a sangue dalla polizia che lo colpì in testa e su un occhio. Mentre il treno cominciava a muoversi, arrivò la notizia che erano entrati alla Diaz, la scuola, e che avevano distrutto i p.c. e il materiale di Indymedia, un sito web che in quei giorni riportò, e fu un testimone importante, degli eventi e dei fatti di Genova.

La mia è una delle tante testimonianze, una delle meno drammatiche, altre sono state ben più gravi, come sappiamo, come abbiamo ascoltato, letto, visto. E l’ ultima sentenza mi lascia senza parole, mi da una rabbia, profonda, antica... l’ennesima ingiustizia di questo assurdo paese, sentenza che arriva dopo 10 anni e che pretende di fare pagare il conto a dieci persone, estratte a sorte dal destino, per via di un filmato piuttosto che di un altro e poco importa che le condanne dei poliziotti riguardino il pestaggio e il massacro preordinato di persone, per di più indifese, mentre quelle dei manifestanti siano motivate dalla distruzione di cose, di oggetti inanimati, in mezzo a quell’ inferno che era Genova in quei giorni. Qualcuno di loro si becca anche dieci anni di galera!

In un paese come il nostro dove i reati degli “intoccabili” finiscono sempre per essere prescritti e i mandanti continuano ad essere ignoti, in un paese dove esiste una trattativa stato-mafia, in un paese che non ha mai fatto i conti con il proprio passato e nel quale va avanti una strategia della tensione che partendo da Portella della Ginestra, passa per piazza Fontana, Brescia, Ustica, Bologna… arriva a Genova… e non ha nessuna intenzione di terminare…

Si veniva da Seattle (1999) , dalle famose contestazioni contro il vertice del WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) , contro i processi di globalizzazione dell’ economia resi possibili dagli accordi sul Commercio Internazionale e dalle scelte di parlamenti e governi riuniti in organismi quali il G8, e da alcune istituzioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Si diceva infatti: il popolo di Seattle…

Nasce un movimento, il movimento, che dice “Un altro mondo è possibile”, un movimento anti-globalizzazione che critica il potere delle multinazionali in grado di condizionare le scelte dei singoli governi verso politiche non sostenibili da un punto di vista ambientale ed energetico, imperialiste che non rispettano le peculiarità locali e sono dannose per le condizioni dei lavoratori.

Un movimento che si schiera contro il neoliberismo, il libero mercato, che sostenendo la liberazione dell’ economia dallo Stato, la privatizzazione dei servizi pubblici, la fine di ogni chiusura doganale, ha accentuato le disuguaglianze fra le differenti classi sociali all’ interno dello stesso Paese e il divario esistente tra paesi ricchi e il SUD del mondo. Aumenta le ricchezze di alcuni paesi e delle multinazionali a scapito della maggioranza delle popolazioni.

Naomi Klein nel suo Shock economy denuncia il carattere antidemocratico del neoliberismo, Naomi Klein il cui No logo (2000) diventa il manifesto del movimento. Ma sono molti i lavori di scrittori e intellettuali da cui trae ispirazione il movimento: ricordiamo l’intellettuale indiana Vandana Shiva, in Francia il giornale Le Monde Diplomatique, l'intellettuale e linguista americano Noam Chomsky, il romanziere e saggista uruguaiano Eduardo Galeano, etc...

Ma tornando a Seattle, la notizia che queste contestazioni avessero influito sul fallimento del vertice del WTO spinge un numero sempre crescente di manifestanti a partecipare a vari "contro-forum" presenti in alcune città europee: a Praga nel settembre 2000 per il vertice della Banca Mondiale, quindi a Napoli nel marzo 2001 per il Global Forum sull’e-government, in occasione del quale cominciano feroci scontri con la polizia e le forze dell’ ordine in Italia. Il movimento cresce, sta crescendo…e va fermato. E quale migliore occasione dell’ imponente manifestazione contro il G8 dei potenti, il più importante appuntamento internazionale che il movimento si da a Genova nel luglio del 2001?

Il movimento cresce, diventa forte, è internazionale… e va fermato, a tutti i costi. E a Genova, infatti, si spara, si da l’ordine che si può sparare, si spara… e viene ucciso un ragazzo, Carlo Giuliani, uno di noi. Avrebbero potuto uccidere chiunque di noi quel giorno, quel maledetto giorno. Hanno ucciso Carlo. È morto Carlo. Uno di noi.

In un bell’articolo sulla sentenza di Genova apparso su Rebus magazine, Wu Ming 4 – GIAP conclude dicendo:
“Avevamo ragione. Abbiamo perso. Il nemico si tiene gli ostaggi. Fino a quando la marea non monterà un’altra volta.”

Proprio così, avevamo ragione.

Basta vedere quello che sta succedendo in Grecia, strozzata dal meccanismo del debito, in Spagna… tutti in piazza a gridare: “SAVE PEOPLE, NOT BANKS!”, salvate le persone, non le banche! E in Italia… oggi in Italia comandano i commissari non eletti della Banca Centrale Europea (BCE) che applicano la stessa ricetta a base di tagli alla spesa pubblica e il cui scopo si riduce in un semplice enunciato: salvare i ricchi.

Concludo riprendendo il titolo che abbiamo voluto dare a quest’incontro: Genova G8: verità e giustizia- I fiori della rivolta. Voglio dire proprio questo: dobbiamo pretendere la verità, in questo strano assurdo belpaese la verità diventa un diritto, ma anche un dovere, e dobbiamo pretendere giustizia. E soprattutto non dimenticare, non disperdere gli insegnamenti, l’esperienza di quel movimento, di quelle manifestazioni, di quella manifestazione a Genova nel 2001, altrimenti tutto sarà stato vano, anche la morte di Carlo.

“Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera”, ci ha insegnato il poeta Pablo Neruda.

E la marea deve montare un’altra volta.

venerdì 20 luglio 2012

No al Fiscal Compact e al Mes, no alle politiche neoliberiste






















oggi saranno approvati due gravissimi provvedimenti che mettono in discussione la sovranità popolare e condurranno a nuovi imponenti tagli della spesa pubblica: il «fiscal compact», il trattato europeo che impone all'Italia di tagliare 45 miliardi di debito pubblico all'anno per 20 anni (la spending review «cancella» spese per 29 miliardi in 3 anni), e il Mes («meccanismo europeo di stabilità»), un fondo da 500 miliardi, a cui l'Italia si è impegnata a versare oltre 15 miliardi in 5 anni. NO ALLE POLITICHE NEOLIBERISTE DELL'UNIONE EUROPEA E DEL GOVERNO MONTI!!

cosa sono il fiscal compact e il mes

sabato 14 luglio 2012

vergognoso attacco del ministro Profumo ai fuoricorso

















Vergognosa dichiarazione del ministro Profumo, oggi a Palermo: “Credo che la scuola sul rispetto delle regole debba dare un segnale forte. I fuoricorso hanno un costo anche in termini sociali. Dobbiamo creare le condizioni perché i nostri studenti possano seguire con regolarita’ i loro corsi e soprattutto, nel caso in cui abbiano un’attivita’ di lavoro, facciano una scelta: quella del part-time. Questo sarebbe un buon viatico per creare cittadini migliori in grado di gestire il proprio tempo al meglio. Il mio e’ un invito forte alla scuola e all’universita’ anche perche’ i costi del non fare sono costi che il Paese non puo’ piu’ sostenere”.

Le dichiarazioni di oggi del Ministro Profumo all’Università di Palermo, secondo cui gli studenti fuori corso sarebbero un costo sociale, sono un’autentica vergogna.
Dopo i pesantissimi tagli avviati dalla riforma Gelmini – lodata e fatta propria dall’attuale governo – che hanno sottratto all’università pubblica risorse e strutture necessarie, precarizzato ulteriormente il personale docente dequalificando l’offerta formativa, costretto moltissimi aspiranti ricercatori alla fuga verso atenei di altri Paesi per mancanza di investimenti sulla ricerca, il Ministro punta il dito sugli studenti fuori corso accusandoli di essere una delle cause dello spreco di risorse dell’università, piuttosto che, invece, la logica conseguenza della mancanza di investimenti sulla formazione.
A questo si aggiunga la beffa del consiglio agli eventuali studenti lavoratori di optare per il part-time, in una regione in cui quei pochi giovani che hanno un lavoro sono costretti a condizioni di assoluta precarietà, con orari e ritmi di lavoro non certo scelti da loro.
A queste dichiarazioni inaccettabili è necessario rispondere con una grande mobilitazione, contro il governo Monti, per il diritto allo studio, per chiedere un serio investimento sulla formazione e la ricerca come risorsa per lo sviluppo economico e sociale della nostra isola. 

venerdì 13 luglio 2012

Genova G8, verità e giustizia - i fiori della rivolta: giovedì 26 luglio a città futura


































GIOVEDÌ 26 LUGLIO 2012, dalle ore 20, al circolo citta futura, via gargano 37 catania (trav. piazza iolanda)

GENOVA G8: VERITÀ E GIUSTIZIA, intervengono: Goffredo D’Antona (avvocato), Claudia Urzì (circolo prc olga benario), Luca Cangemi (coordinamento nazionale federazione della sinistra) coordina: Alberto Rotondo (circolo città futura)

Performance I FIORI DELLA RIVOLTA di Mario Bonica, con letture di Liborio Natali e musiche di Valerio Cairone

CENA SOCIALE VEG MEDITERRANEA a prezzi anticrisi, studenti e disoccupati quota ridotta... RESISTIAMO anche al caldo: vino e bevande fresche, ventilatori a soffitto, panche all'aperto e anguria per tutt*!!!

Venerdì 27 all'Arena Argentina proiezione del film "DIAZ" di Daniele Vicari (ore 20,30 - 22,45)

giovedì 12 luglio 2012

petizione per la sicurezza pedonale a San Berillo Nuovo: domani consegna delle firme al Comune di Catania











Domani, VENERDì 13 LUGLIO, il circolo Città Futura consegnerà al Comune di Catania le centinaia di firme raccolte tra i cittadini del quartiere S.Berillo Nuovo per chiedere all'amministrazione comunale interventi urgenti per la sicurezza della viabilità pedonale in C.so Indipendenza.

Contestualmente, alle ORE 10, in PIAZZA DUOMO davanti al Municipio, si terrà una conferenza stampa per illustrare le proposte e per annunciare le prossime iniziative a sostegno degli abitanti del quartiere.

leggi notizie sull'iniziativa

mercoledì 11 luglio 2012

spending review: distruzione della scuola pubblica










Dichiarazione di Luca Cangemi, del Coordinamento Nazionale della Federazione della Sinistra
Le conseguenze della cosiddetta spending review sulla scuola pubblica saranno gravissime sul piano della qualità del sistema dell’istruzione, sui livelli occupazionali, sui diritti di lavoratori e lavoratici, tanto docenti quanto ATA.
Si attaccano ancora una volta i diritti di lavoratori e lavoratrici con particolari patologie, prevedendo impieghi senza criterio in servizi amministrativi, tagliando ulteriormente i posti di lavoro degli ATA e compromettendo delicate funzioni amministrative.
Si gioca ancora una volta sulla pelle dei soprannumerari, prevedendo utilizzazioni sconsiderate e colpendo anche per questa via l’occupazione dei precari.
Si decurtano i fondi d’istituto caricandoli di spese improprie.
Si porta un gravissimo attacco all’istruzione italiana all’estero, tagliando selvaggiamente il contingente statale e aprendo la porta alla privatizzazione delle attività, con la conseguenza paradossale di aprire spazi a iniziative dequalificate ed all’uso speculativo di fondi pubblici.
Il senso generale delle misure è quello di un attacco feroce ai diritti contrattuali ed alla stessa dignità dei lavoratori pubblici e del drastico smantellamento dello stato sociale.
La prospettiva greca, con i licenziamenti di massa dei lavoratori dello Stato, è dietro l’angolo, così come esplicitamente richiesto dai vertici politici e finanziari d’Europa.
E’ necessaria una grande risposta di lotta per salvare lavoro e servizi pubblici e rovesciare la politica economica di un governo che sta conducendo il paese ad una spaventosa regressione civile e sociale.

sabato 7 luglio 2012

luglio '60, per non dimenticare



Per i morti di Reggio Emilia

Compagno cittadino fratello partigiano
teniamoci per mano in questi giorni tristi
Di nuovo a reggio Emilia di nuovo la` in Sicilia
son morti dei compagni per mano dei fascisti
Di nuovo come un tempo sopra l'Italia intera
Fischia il vento infuria la bufera
A diciannove anni e` morto Ovidio Franchi
per quelli che son stanchi o sono ancora incerti
Lauro Farioli e` morto per riparare al torto
di chi si è gia` scordato di Duccio Galimberti
Son morti sui vent'anni per il nostro domani
Son morti come vecchi partigiani
Marino Serri e` morto e` morto Afro Tondelli
ma gli occhi dei fratelli si son tenuti asciutti
Compagni sia ben chiaro che questo sangue amaro
versato a Reggio Emilia e` sangue di noi tutti
Sangue del nostro sangue nervi dei nostri nervi
Come fu quello dei Fratelli Cervi
Il solo vero amico che abbiamo al fianco adesso
e` sempre quello stesso che fu con noi in montagna
Ed il nemico attuale e` sempre ancora eguale
a quel che combattemmo sui nostri monti e in Spagna
Uguale la canzone che abbiamo da cantare
Scarpe rotte eppur bisogna andare
Compagno Ovidio Franchi, compagno Afro Tondelli
e voi Marino Serri, Reverberi e Farioli
Dovremo tutti quanti aver d'ora in avanti
voialtri al nostro fianco per non sentirci soli
Morti di Reggio Emilia uscite dalla fossa
fuori a cantar con noi Bandiera Rossa!
(Fausto Amodei)

7 luglio 1960, nel corso di una manifestazione a Piazza della Libertà contro il governo Tambroni, la polizia spara contro i dimostranti. Oltre a 30 feriti, cinque cittadini rimangono a terra uccisi: Lauro Farioli (22 anni), Ovidio Franchi (19 anni), Emilio Reverberi (39 anni), Marino Serri (41 anni) e Afro Tondelli (36 anni). Tutti e cinque operai e comunisti, alcuni ex partigiani. Il giorno dopo la polizia spara e uccide durante le manifestazioni in Sicilia, a Catania muore Salvatore Novembre.

giovedì 5 luglio 2012

spendig rewiev = massacro sociale














si scrive spending rewiev, si pronuncia massacro sociale! ancora tagli al welfare, 30% di posti letto in meno in un sistema sanitario già insufficiente, 10% di lavoratori statali a casa, nuovi aumenti dell'iva... mentre le spese militari restano quasi immutate e si continuano a finanziare abbondantemente le scuole private!! dopo l'oppio dei campionati europei e la martellante campagna a favore di ogni "mario", che hanno nascosto l'approvazione della controriforma del lavoro e l'abolizione dell'art.18, cosa verrà utilizzato per coprire mediaticamente i nuovi tagli del governo dei banchieri? ORA BASTA, SCIOPERO GENERALE!!

martedì 3 luglio 2012

no ai corsi di riconversione sul sostegno: mozione del collegio docenti dell'I.C. "Musco" di Catania
















Testo della mozione presentata dalla RSU Claudia Urzì e approvata dal collegio docenti dell'I.C. “Angelo Musco” contro i corsi di riconversione sul sostegno.

Il collegio dei docenti dell'I.C. “Angelo Musco” di Catania riunito il 30/6/2012
Visto: - il decreto direttoriale n.7 del 16 aprile 2012 e le successive e ripetute circolari per lo slittamento delle domande per i corsi di riconversione del personale sul sostegno;
- l'art. 16 della legge di stabilità del novembre 2011 “Disposizioni in tema di mobilità e collocamento in disponibilità dei dipendenti pubblici” ovvero come licenziare i dipendenti pubblici;
- l'art.4 comma 81 della legge di stabilità del novembre 2011 che prelude allo spostamento degli insegnanti tecnico pratico nel profilo Ata;
- l'art.19 del decreto legge n.98 del 6 luglio 2011 convertito in legge n.11/2011 in materia di dimensionamento scolastico, di personale inidoneo e di sostegno, di organico; -tutti i provvedimenti in materia di innalzamento dell'età pensionabile;
- i dati dell'organico in “esubero” dello scorso anno scolastico, oltre 10.500 solo tra i docenti;
- i dati relativi all'alto tasso di precarietà sia tra il personale Ata che per i docenti di sostegno;
- i tagli al personale Ata anche a causa degli “accantonamenti” per i docenti idonei ad altri incarichi e i futuri tagli per i docenti tecnico-pratici;
- le “nuove” forme di reclutamento del personale: i tirocini a pagamento, chiamata diretta, i contratti a prestazione d'opera ed esternalizzazione dei servizi;
- la caotica e precaria gestione delle classi di concorso (vedi anche l'istituzione delle materie “atipiche”), con docenti dirottati ad insegnare materie diverse per i quali NON è prevista RICONVERSIONE;
ritiene di esprimere la propria completa contrarietà ai su elencati provvedimenti ed in particolare ai corsi di riconversione, per i metodi di attuazione e per i contenuti degli stessi. Si tratta infatti di una ricollocazione del personale dichiarato in esubero a causa di provvedimenti governativi, ministeriali e direttoriali tesi alla sola “razionalizzazione” della spesa, già subita fortemente dalla scuola in questi ultimi decenni e in procinto di essere rinnovata nell'ambito della cosiddetta “spending review”. Tale ricollocazione del personale avviene senza tener conto minimamente delle reali motivazioni e dell'effettiva professionalità del personale: docenti di sostegno plurispecializzati, con anni e anni di esperienza tra i banchi sebbene ancora precari, saranno sostituiti già dall'inizio del prossimo anno scolastico da colleghi di altre discipline, costretti giocoforza a riciclarsi sul sostegno.E tutto ciò sarà possibile anche prima della fine del percorso formativo, dopo avere svolto anche solo 1/3 del corso di riconversione. La volontarietà della domanda di “riconversione” in questo contesto è palesemente fittizia e si scarica così sui lavoratori tensioni e divisioni tese a nascondere le responsabilità del Ministero e del Governo. Insomma l'ennesima guerra tra poveri alimentata dalla politica dei tagli alla spesa scolastica, ostinatamente perseguita dai diversi governi che si sono succeduti negli ultimi anni. La platea coinvolta dall'operazione di riconversione dovrebbe essere composta dagli “esuberi” dello scorso anno e dai nuovi “esuberi” del prossimo anno. I continui slittamenti delle scadenze per le domande, le imprecisioni, gli aggiustamenti in corso d'opera, rendono visibile un'urgenza di perseguire l'obiettivo di tagliare altri 10 mila posti di lavoro nei prossimi anni, che non tiene adeguatamente in conto il reale impatto sociale ed economico di tale scelta su tutta la società italiana.
Per ciò il collegio dei docenti esprime la propria contrarietà e chiede l'annullamento dei corsi di riconversione così come definiti dal decreto direttoriale n. 7 e il ripristino degli organici precedenti ai tagli della legge n. 133/2008.
Il collegio dei docenti impegna la dirigenza e l'amministrazione dell'istituto:
- ad informare gli studenti e le famiglie di tale situazione attraverso la pubblicazione sul sito della scuola di questa delibera;
-a trasmettere tale mozione a tutti gli organi competenti (Usp, Usr, Miur e Governo).