martedì 30 agosto 2011

Liberafesta 2011: il programma degli spettacoli




























giovedì 15, venerdì 16 e sabato 17 settembre, tre giorni di festa con incontri, dibattiti, libri, video, musica, birreria, osteria, bar, panineria, in collaborazione con Nievski

PROGRAMMA DEGLI SPETTACOLI - ORE 22 - SCALINATA ALESSI:

GIOVEDì 15 SETTEMBRE
LUCA GALEANO - EDOARDO MUSUMECI
GUITAR DUET

VENERDì 16 SETTEMBRE
SCANZUNATI COMBAT FOLK
Cu mangia fa muddichi

SABATO 17 SETTEMBRE
IL CANTASTORIA
Senza mai perdere la tenerezza - amore e lotte nei nostri canti
con: Pierluca Abramo, Bruna D'Amico, Francesco De Francisco, Gabriele Famoso, Gianni Famoso, Ciccio Giuffrida

contro la manovra del governo, sciopero generale


sabato 27 agosto 2011

lo scandalo dei pannelli solari a catania















Il circolo “Olga Benario” di Rifondazione Comunista e la sezione “Concetto Marchesi” del PdCI hanno denunciato in conferenza stampa la scandalosa situazione in cui versano gli impianti solari termici in numerose strutture comunali. Il progetto “comune solarizzato” cofinanziato al 50% dal ministero dell’ambiente e dal comune di Catania, che si poneva l’obiettivo dell’utilizzo delle energie rinnovabili e alla stabilizzazione dei lavoratori dei progetti di pubblica utilità, si sia invece trasformato nell’ennesima triste occasione mancata. Un nuovo episodio in cui si fa spreco di denaro pubblico, si disperdono occasioni di lavoro, si vanifica la possibilità di migliorare l’efficienza energetica della città.
Infatti, dopo l’installazione dei pannelli solari termici in numerosi impianti sportivi (dalle piscine della Playa e di Nesima al Palagalermo, a molte altre) e in dieci asili nido della città e nonostante un protocollo del 2003 assicurasse la continuità dell’impegno, i lavoratori impegnati sono stati licenziati nel 2006 e i pannelli solari sono lasciati al degrado, privi di ogni manutenzione. Degrado testimoniato dalle fotografie degli impianti che sono state consegnate alla stampa.
Le responsabilità di questo scempio ricadono sulle spalle delle giunte Scapagnini e Stancanelli, come sempre prodighe solo di promesse e impegni mai rispettati.
Terremo alta l’attenzione dei cittadini  su questa situazione intollerabile che è metafora di com’è stata gestita questa città.

 Luca Cangemi
 segretario circolo PRC “Olga Benario”

giovedì 25 agosto 2011

gelmini irresponsabile, la scuola nel caos!

 Dichiarazione di Luca Cangemi, del coordinamento nazionale della federazione della Sinistra.

Le operazioni che riguardano il personale della scuola, a partire dalle immissioni in ruolo, si stanno svolgendo in una situazione incredibilmente caotica che rischia di compromettere l’avvio dell’anno scolastico e il futuro di migliaia di lavoratori e lavoratrici.

Dopo aver imposto regole assurde per le immissioni in ruolo per favorire l’infame campagna antimeridionale della lega, il ministro Gelmini ha rinunciato a ogni tentativo di governare la situazione. Gli uffici scolastici regionali si sono così trasformati in piccoli stati indipendenti che applicano le norme a loro piacimento. Un indicativo anticipo della prospettiva di balcanizzazione che qualcuno auspica per l’intero paese.

Questo non solo lascia nella più angosciante incertezza migliaia di lavoratori e lavoratrici, ma paralizza l’intero sistema ritardando tutte le operazioni propedeutiche all’avvio delle lezioni e rischia avere effetti nefasti per anni.

Nessuno dice, infatti, che il governo nella manovra di luglio ha posto regole molto penalizzanti per i lavoratori che si vedono annullata in seguito l’immissione di ruolo.

Considerando l’enorme contenzioso che si originerà, siamo dunque di fronte alla prospettiva non solo della guerra tra i poveri ma a una spada di Damocle che penderà sulla testa di migliaia di persone per anni. Insomma si continua a giocare in modo vergognoso con la vita di chi ha bisogno di lavorare e con il futuro dell’istruzione.

E’ ora di smetterla! Subito dimissioni dell’ irresponsabile ministro dell’istruzione! Subito garanzie per i lavoratori e le lavoratrici della scuola!

mercoledì 24 agosto 2011

verso lo sciopero generale, solidarietà con i lavoratori della scuola in lotta
















Le giuste e coraggiose proteste a Palermo dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola sono il segno di una situazione gravissima in cui si trova la scuola siciliana, e quella di tutto il mezzogiorno, dopo anni di feroci tagli agli organici. I tagli decisi dalla Gelmini e da Tremonti hanno significato la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, la disoccupazione o l'emigrazione per lavoratori e lavoratrici che hanno anni di servizio alle spalle, la dispersione di decisive risorse intellettuali e una sostanziale destrutturazione della scuola siciliana e meridionale. Le lotte che sorgono dal mondo della scuola devono intensificarsi e collegarsi con la protesta generale che si diffonde in tutto il Paese contro le gravissime scelte economiche e sociali di un governo che non puo' piu' essere tollerato dal Paese.

Luca Cangemi
coordinamento nazionale Federazione della Sinistra

domenica 21 agosto 2011

aumenti tarsu e cittadini tartassati: ora basta!


































Ancor prima della fine delle vacanze estive, i cittadini catanesi hanno ricevuto l’ennesima “sorpresa” da parte dell’amministrazione comunale: gli avvisi di pagamento della Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani per il 2011, spediti in questi giorni con una scadenza ravvicinatissima: il 31 agosto!
A breve distanza dalla scadenza del pagamento della tassa relativa al 2010, dunque, i cittadini dovrebbero immediatamente ricominciare a pagare una tassa che continua ad aumentare, a fronte di un servizio che continua a peggiorare. Anche in caso di rateizzazione, l’ultima rata viene anticipata al prossimo febbraio, facendo già prevedere l’intenzione del Comune di riscuotere la tassa del 2012 già dalla primavera, insomma gravando i cittadini dell’importo di tre anni di TARSU nell’arco di un anno e mezzo!
Nelle scorse settimane abbiamo già denunciato come non sia stato compiuto alcun passo avanti negli obiettivi di raccolta differenziata previsti; oggi ci troviamo di fronte all’ennesima vessazione di un Comune che cerca di tappare i propri buchi di bilancio prelevando direttamente dalle tasche dei cittadini, costringendoli ad anticipare un canone per un servizio assolutamente inadeguato.
La normativa dell'Unione Europea (recepita dalla Regione Siciliana con la Legge Regionale n. 9 del 2010) prevede il 65% di differenziata entro il 2015, una soglia che il Comune di Catania non potrà raggiungere (e che non punta nemmeno a raggiungere, visto che l'ultimo capitolato d'appalto prevede un obiettivo del 38%) e che comporterà nuovi aumenti della TARSU per pagare le sanzioni dell’Unione Europea.
Dopo gli ingiustificati raddoppi della tariffa imposti negli ultimi anni, le cartelle aggiuntive di pochi mesi fa su anni ormai prescritti, con cui il Comune ha fatto cassa servendosi di accertamenti catastali spesso errati, e l’ulteriore aumento deliberato nelle scorse settimane, tale decisione dell’amministrazione di centro destra aggrava le grandi difficoltà economiche di migliaia di cittadini già alle prese con una grave crisi economica e occupazionale, imponendo loro di affrontare un’ingente spesa in tempi ravvicinatissimi.
A questa ennesima sopraffazione si aggiunga il fatto che ai cittadini catanesi viene ancora negata la restituzione di un’altra tassa illegittimamente imposta negli ultimi anni: il canone fognario e di depurazione, indebitamente riscosso dalla Sidra e riconosciuto illegittimo da una sentenza della Corte Costituzionale del 2008.
Il circolo “Città Futura” del Partito della Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra, che in questi anni si è sempre battuto contro gli ingiustificati aumenti, sostenendo i cittadini nella promozione di ricorsi ed azioni legali, ed ottenendo importanti risultati come il riconoscimento dell’illegittimità della tassa sui garage, riscossa dal Comune in assoluta malafede e dell’illegittimità della riscossione del canone fognario da parte della Sidra, continua il proprio impegno.
Chiediamo al Comune di Catania il rinvio di sei mesi delle date di scadenza della Tarsu, nonché alla Sidra l’immediata restituzione del maltolto ai cittadini. Su questi due obiettivi invitiamo i cittadini, l’associazionismo, le forze democratiche a costruire una diffusa mobilitazione.

Maria Merlini
segretaria circolo "città futura" PRC/FdS

sabato 20 agosto 2011

contro la manovra, appello dei giuristi promotori dei referendum per l'acqua pubblica















L'appello dei giuristi estensori dei quesiti referendari sull' acqua, che sottolinea l'incostituzionalità della manovra ferragostana del governo,in particolare sul tema delle privatizzazioni dei servizi pubblici, è un documento di grande valore; è assolutamente condivisibile la denuncia dell'oltraggio fatto alla Costituzione della Repubblica, di cui si anticipa per decreto lo stravolgimento, su questioni essenziali. Altrettanto incontestabile è la critica allo scempio che è fatto con la manovra governativa della volontà del popolo italiano che ha fornito, con il risultato referendario, un' inequivocabile indicazione contro la privatizzazione e il saccheggio dei beni comuni. Nei prossimi giorni è necessario un grande sforzo per fare conoscere i contenuti di quest'appello, per smascherare e contrastare la manovra del governo.
Luca Cangemi (ccordinamento nazionale Federazione della Sinistra)

Appello contro una manovra incostituzionale

La lettura della manovra di ferragosto e del dibattito politico che ne ha accompagnato la presentazione produce una sensazione di profonda preoccupazione in chi ha a cuore la democrazia ed i beni comuni. Impressiona in particolare la disinvoltura con cui si maneggia una materia tanto delicata e fondativa di un ordine giuridico legittimo quanto quella della gerarchia delle fonti del diritto. La manovra mette in moto una sorta di processo costituente de facto che di per sé denuncia la natura profondamente incostituzionale, a diritto vigente, della filosofia ispiratrice dell’intero provvedimento.
Al primo articolo si legge infatti che il Decreto legge è emanato “In anticipazione della riforma volta ad introdurre nella Costituzione la regola del pareggio di bilancio”. All’art. 3 si aggiunge che: “In attesa della revisione dell’art.41 della Costituzione, Comuni, Provincie, Regioni e Stato, entro un anno dalla data di entrata in vigore della Legge di conversione del presente Decreto, adeguano i rispettivi ordinamenti al principio secondo cui l’iniziativa e l’attività economica privata sono libere ed è permesso tutto quello che non è espressamente vietato dalla legge”.
L’art. 41 è uno dei perni della Costituzione economica italiana vigente. Esso sancisce che : “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.
In Italia il processo di revisione costituzionale può svolgersi soltanto ai sensi dell’art. 138 Cost. che prevede doppia votazione in ciascuna Camera ed eventuale referendum confermativo. Fino a che questa revisione costituzionale non è avvenuta, la vigente Costituzione economica italiana è quella mista, che prevede un sistema di libera iniziativa privata sottoposto tuttavia a controlli anche preventivi volti a salvaguardare l’interesse sociale e la dignità della persona e l’ambiente . Cancellare per decreto ogni potere di controllo politico sull’attività economica costituisce una violazione palese e profonda del nostro tessuto costituzionale vigente che lo sbilancia in modo ancora più evidente a favore dell’interesse privato (spesso multinazionale) ai danni di quello delle persone comuni.
A ciò si aggiunga che la nostra Costituzione struttura uno stato sovrano cui non può essere precluso da poteri esterni di qualsivoglia natura di investire sul lungo periodo, promuovendo la persona umana ed il suo sviluppo oltre a molteplici altri valori non economici (solidarietà, ambiente, paesaggio, ricerca scientifica, istruzione) anche nell’interesse delle generazioni future. Il Decreto viola inoltre la funzione costituzionale del risparmio, frutto dei sacrifici dei lavoratori, di cui all’art. 47 della Costituzione. La preconizzata costituzionalizzazione del pareggio di bilancio rende impossibile l’investimento sociale ed impone una visione aziendalistica dello Stato che la nostra costituzione non contiene in alcun modo ma che è soltanto una delle cifre di quel fallimentare modello neoliberista, ancora troppo potente anche in Europa, che non ammette di aver prodotto la profonda crisi attuale.
E’ assolutamente necessario affermare con forza che il popolo sovrano, composto nella stragrande maggioranza di quelle persone comuni ai cui danni la crisi si sta orchestrando, si è espresso appena due mesi fa nelle forme e nei modi previsti dalla Costituzione tramite i referendum in modo politicamente inequivocabile contro il modello di sviluppo neoliberista che il Decreto di ferragosto ripropone pervicacemente. In particolare, sul piano del diritto costituzionale vigente non può essere riproposta la privatizzazione liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Il clima di emergenza internazionale va verificato nella sua reale portata politica prima di affrettare manovre di pareggio dei conti in contrasto con i valori di solidarietà sociale della nostra Costituzione.
È questa, non quella dei mercati finanziari, l’indicazione politica che occorre seguire in Italia: un’indicazione inequivocabile che dopo vent’anni di neoliberismo ha affermato a maggioranza assoluta che, nel governo dei beni comuni, il privato non è sempre “la soluzione” ma molto spesso è esso stesso “il problema”. Il popolo ha fatto pervenire un’ indicazione politica chiara volta a riequilibrare il rapporto fra privato e pubblico a favore di quest’ultimo, dando immediata e piena attuazione agli artt. 41, 42 e 43 della Costituzione.
Di fronte a questo scenario sconcertante, che fa emergere una vera e propria emergenza beni comuni, rivolgiamo un appello al movimento referendario tutto affinché esso dichiari conclusa la stagione referendaria specifica, investendo di qui in poi energia e risorse (incluse quelle del rimborso elettorale) per dare finalmente voce autorevole e rappresentanza politica seria alla necessità urgente di invertire la rotta rispetto alla privatizzazione ed al saccheggio dei beni comuni.
Alle forze politiche di opposizione ed al sindacato (in particolare la CGIL) chiediamo di consultare immediatamente le loro basi su questo cruciale spartiacque facendosi successivamente paladini di una ristrutturazione seria del settore pubblico informata alla piena tutela dei beni comuni, del patrimonio pubblico, della sovranità popolare e dei valori della nostra Costituzione.
Agli amministratori infine, chiediamo di rispettare rigorosamente la Costituzione vigente, disapplicando se del caso, in ottemperanza di un preciso obbligo costituzionale di tutti i pubblici ufficiali, quelle parti del Decreto di ferragosto che più brutalmente tradiscono la volontà popolare emersa dai referendum di giugno.
Alla cittadinanza onesta e a quanti hanno accesso al sistema mediatico infine estendiamo un invito a sottoscrivere questo appello su www.siacquapubblica.it, a sostenerlo promuovendone la conoscenza e la diffusione.

I giuristi estensori dei quesiti referendari sull’ acqua bene comune: (Alberto Lucarelli, Ord. Univ Napoli, Assessore ai Beni Comuni, Napoli, già componente Commissione Ministeriale per riforma dei beni pubblici; Ugo Mattei, Ord. Univ. Torino, già vice-presidente Commisssione Ministeriale per la riforma dei beni pubblici; Luca Nivarra, Ord. Univ. Palermo, già componente Commisione Ministeriale per la riforma dei beni pubblici).
Primi firmatari:
Livio Pepino, ex-magistrato, già componente CSM; Alex Zanotelli, missionario comboniano; Giorgio Airaudo, responsabile auto, segreteria nazionale FIOM; Gabriele Polo, direttore editoriale, Il manifesto







mercoledì 17 agosto 2011

firmiamo la petizione on line per difendere il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno


FIRMIAMO LA PETIZIONE ON LINE PER DIFENDERE IL 25 APRILE E LA COSTITUZIONE

clicca su questo link e inserisci la tua firma:

SALVIAMO IL 25 APRILE, IL 1 MAGGIO E IL 2 GIUGNO

facciamo circolare la petizione attarverso fb e mailing list!!






contro la manovra neoliberista del governo, per la patrimoniale subito!






















La manovra varata dal governo Berlusconi con la Banca Centrale Europea impoverisce il paese e demolisce la democrazia.
La manovra privatizza di tutto, taglia  i servizi sociali, la sanità, i trasporti e prevede forti aumenti di ticket e tariffe.
La manovra traduce in legge la richiesta della FIAT di demolire il contratto nazionale di lavoro, aprendo la strada alla riduzione dei salari, all’attacco all’articolo 18 e alla divisione dei lavoratori; attacca in modo pesante i dipendenti pubblici e il sistema pensionistico, usando la polemica contro la casta per demolire il sistema delle autonomie locali e delle regioni.
Il governo vuole modificare la Costituzione per rendere obbligatorie le politiche neoliberiste che hanno determinato la crisi e la speculazione.
La manovra è ingiusta: non si toccano i ricchi - quel decimo di popolazione che possiede la metà della ricchezza italiana – così come non si tocca l’evasione fiscale. Pagano i soliti, la maggioranza della popolazione.
La manovra non serve contro la speculazione: per bloccare la speculazione fatta da banche e finanziarie occorre mettere regole ai mercati finanziari: impedire la vendita allo scoperto dei titoli e obbligare la Banca Centrale Europea a comprare direttamente i titoli di stato. Nulla di tutto questo è presente nella manovra.
La manovra non serve contro la crisi: con tutte quelle tasse e quei tagli si riduce il potere d’acquisto della maggioranza del popolo italiano e questo determinerà ulteriore recessione economica e licenziamenti.
La manovra serve a garantire i privilegi del 10% più ricco della popolazione, i profitti delle Banche, a lasciare mano libera ai padroni nei confronti dei lavoratori. E’ una manovra dei ricchi contro la maggioranza della popolazione che è chiamata a pagare il conto.

Occorre ribellarsi prima che sia troppo tardi proponendo una politica alternativa:
- Tagliare le spese militari e porre subito fine alla partecipazione a tutte le missioni di guerra "umanitaria"
- Impedire le opere ad impatto socio-ambientale devastante, tagliando la Tav Torino-Lione,  il Ponte sullo Stretto, il terzo valico della Milano-Genova
- Ridurre gli stipendi dei parlamentari
- Contrastare le delocalizzazioni delle imprese, obbligandole a restituire i contributi pubblici ricevuti

PARTIMONIALE SUBITO: LA CRISI LA PAGHINO LORO!!

- Tassare i grandi patrimoni e tassare chi non ha mai pagato: in Italia l'1% degli ultraricchi possiede una quota di ricchezza pari a quella detenuta dal 60% della popolazione meno abbiente. Vogliamo subito una patrimoniale sulle grandi ricchezze, la tassazione delle rendite finanziarie, dei movimenti speculativi di capitale, il contrasto vero all'evasione fiscale, facendo pagare per intero le tasse a chi ha usato lo scudo fiscale.



venerdì 12 agosto 2011

1944, l'eccidio di sant'anna di stazzema. per non dimenticare la violenza nazifascista.



















Mentre il mondo lontano e prossimo rinnova troppo spesso le scene di devastazione, di carneficine e di scempi, Sant’Anna, con l’umile autorità che le viene dal suo martirio chiama tutti gli uomini ad una definitiva conversione alla pace, alla dignità del colloquio, alla ricerca costante di una possibile armonia. Il cuore degli uomini sia pari alla enormità del luttuoso retaggio e alla grandezza della speranza.
Mario Luzi
Appello di Pace, 18 giugno 1994


A Sant’Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, si consumò uno dei più atroci crimini commessi ai danni delle popolazioni civili nel secondo dopoguerra in Italia.

La furia omicida dei nazi-fascisti si abbattè, improvvisa e implacabile, su tutto e su tutti. Nel giro di poche ore, nei borghi del piccolo paese, alla Vaccareccia, alle Case, al Moco, al Pero, ai Coletti, centinaia e centinaia di corpi rimasero a terra, senza vita, trucidati, bruciati, straziati.

Quel mattino di agosto a Sant’Anna uccisero i nonni, le madri, uccisero i figli e i nipoti. Uccisero i paesani ed uccisero gli sfollati, i tanti saliti, quassù, in cerca di un rifugio dalla guerra. Uccisero Anna, l’ultima nata nel paese di appena 20 giorni, uccisero Evelina, che quel mattino aveva le doglie del parto, uccisero Genny, la giovane madre che, prima di morire, per difendere il suo piccolo Mario, scagliò il suo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle, uccisero il prete Innocenzo, che implorava i soldati nazisti perché risparmiassero la sua gente, uccisero gli otto fratellini Tucci, con la loro mamma. 560 ne uccisero, senza pietà in preda ad una cieca furia omicida. Indifesi, senza responsabilità, senza colpe. E poi il fuoco, a distruggere i corpi, le case, le stalle, gli animali, le masserizie. A Sant’Anna, quel giorno, uccisero l’umanità intera.

La strage di Sant’Anna di Stazzema desta ancora oggi un senso di sgomento e di profonda desolazione civile e morale, poiché rappresenta una delle pagine più brutali della barbarie nazifascista, il cancro che aveva colpito l’Europa e che devastò i valori della democrazia e della tolleranza. Rappresentò un odioso oltraggio compiuto ai danni della dignità umana. Quel giorno l’uomo decise di negare se stesso, di rinunciare alla difesa ed al rispetto della persona e dei diritti in essa radicati.

giovedì 11 agosto 2011

le mobilitazioni studentesche in cile e la repressione del governo













di Ernesto Carmona, giornalista e scrittore cileno

Con l’incredibile repressione scatenata da Sebastian Piñera contro gli studenti, i professori e passanti, il Cile ha vissuto un giovedì di protesta popolare a carattere nazionale, che ha ricordato ai più anziani le 22 giornate di manifestazioni che hanno portato alla caduta della dittatura di Pinochet, durata 17 anni (1973-1990) e che ha aperto un capitolo inedito da quasi 60 anni nella storia politica locale. Escludendo le proteste popolari contro la dittatura, il paese non vedeva una ribellione generalizzata contro il governo forse dal 2 aprile del 1956, contro il governo di Carlos Ibáñez del Campo (1952-1958).
Contemporaneamente, il venerdì si è venuti a conoscenza delle minacce su twitter contro la leader del movimento studentesco Camila Vallejo, mentre gli studenti stavano organizzando una nuova mobilitazione per il martedì successivo.
Per tutto il giovedì l’inusuale repressione, iniziata alle 6e30 della mattina nei dintorni di Piazza Italia a Santiago, ha monopolizzato l’agenda dei mezzi di comunicazione che hanno dedicato tutto il giorno reportage speciali ai fatti spettacolari “dal vivo e in diretta”, mettendo da parte la programmazione ordinaria della televisione e della radio.
C’è stata una copertura insolita anche da parte dei media internazionali, in Cile per partecipare allo show organizzato per il primo anniversario della tragedia dei 33 minatori, previsto per questo venerdì.
In modo insolito, lo stesso governo ha orchestrato una giornata incredibile di contro-propaganda, “si vede, sta accadendo”: l’incontrollata brutalità della polizia, non solo contro gli studenti che volevano manifestare, ma contro qualunque essere vivente, passanti, agli ingressi della Metro, alle fermate degli autobus, persone lontane dal mondo studentesco, lavoratori che stavano andando da casa al lavoro, anziani che andavano in ospedale, abitanti nelle cui case sono entrati i gas lacrimogeni altamente tossici e spruzzi di acqua contaminata lanciati dai Carabinieri, turisti presi alla sprovvista – senza esperienza di scontri di piazza – compresi i cani randagi, etc. Qualunque gruppo, da 3 a 5 persone, senza discriminazione d’età, ha ricevuto attacchi con i gas, qualunque cosa stessero facendo, anche cercare un trasporto pubblico (il cui aumento delle tariffe ha incrementato il malumore cittadino). Il tutto è finito dopo la mezzanotte ed è culminato con il saccheggio e l’incendio di un negozio de La Polar, una catena al dettaglio nell’occhio del ciclone per gli abusi su quasi mezzo milione di clienti per debiti rinegoziati illegalmente e unilateralmente.
Il governo ha deciso di difendere “alla rinfusa” il cosiddetto “ordine pubblico” e impedire che gli studenti mettessero piedi sulla storica arteria Alameda, invocata nelle ultime parole di Allende con la memorabile frase “si apriranno le grandi strade lungo le quali cammina l’uomo libero”. La principale strada di Santiago era stata chiusa tutto il giorno, dall’alba alla mezzanotte, ma ci sono stati scontri e presidi nelle principali strade alternative, provocati dalla dispersione di gruppi di studenti che erigevano barricate in qualunque luogo in segno di protesta. La città intera era diventata un inferno. Un giorno perso per la sacrosanta economia. La “getione dell’ordine pubblico” ha portato a 18 ore di anomia urbana generalizzata, ossia il governo ha ottenuto “il disordine pubblico”.
I fatti del giovedì, conclusi con 974 arrestati in tutto il paese – più della metà a Santiago – secondo le cifre del governo, segnano il confine tra “un prima e un dopo”, nel ritorno alla “democrazia” dal 1990.
Stranamente la brutale repressione fu lanciata un giorno prima dell’importante riunione tra il ministro dell’Educazione e gli studenti, che avrebbe segnato un secondo incontro di dialogo tra le parti, il cui prezzo era il ritorno dell’ex ministro Joaquín Lavín. Questo dialogo è stato gettato a mare, e il nuovo ministro Felipe Bulnes ha perso la credibilità politica necessaria per continuare a negoziare. Un altro segno di mancanza di saggezza politica è stato l’ordine di repressione lanciato da Piñera in maniera tanto repentina, dopo aver tollerato per più di due mesi marce e manifestazioni che chiedevano educazione pubblica gratuita e di buona qualità, finanziata e garantita dallo Stato e nella Costituzione.
Anche i Carabinieri hanno dimostrato la loro incapacità strategica di “gestire l’ordine pubblico”.
La giornata è stata segnata da un’altra notizia bomba: il calo di popolarità del presidente Piñera al 26%, in base al sondaggio CEP, il più prestigioso del paese. È il livello più basso di un presidente nei 22 anni di storia politica post dittatura ed è in sintonia con altri sondaggi recenti. Inoltre c’è stata una brusca caduta della Borsa di un paese che si vanta di essere “blindato”, economicamente e finanziariamente, rispetto alla crisi che colpisce il resto del mondo. Sarà difficile che Piñera tragga benefici dallo show previsto questo venerdì per il primo anniversario della frana che seppellì i 33 minatori, causata dall’assenza di sicurezza nello sfruttamento del giacimento San Josè, in Acatama.
Un dettaglio rilevante è che già esiste consenso sul fatto che la maggior parte dei disordini e il saccheggio sono organizzati da elementi del sottoproletariato, al di là del mondo studentesco e che i Carabinieri sono incapaci di controllare. Inoltre, molti di questi elementi appartengono alle loro fila e sono infiltrati dai “servizi segreti”, come dimostrano gli abbondanti video e fotografie caricati in Internet e poco diffusi dai media.
Nell’isteria e nella confusione del venerdì, i portavoce del governo hanno accusato gli studenti del saccheggio e dell’incendio de La Polar, ma quello che dicono Piñera e la sua corte non è più credibile per più del 60% dei cittadini intervistati. Questi, semplicemente, hanno smesso di credere in quello che dice il presidente. E questa perdita di credibilità danneggia pesantemente la sopravvivenza del sistema politico imperante, dal quale, praticamente, sono esclusi tutti gli studenti, che non sono nemmeno iscritti per votare.
Non hanno neanche paura della “pula”, si scontrano con loro e non hanno conosciuto i rigori della dittatura perché hanno meno di 38 anni. La gente che non partecipa al gioco elettorale rappresenta più della metà della popolazione che ne avrebbe diritto.
Nessun cappello politico può essere posto su questo straordinario movimento sociale in lotta per un’educazione pubblica gratuita e di qualità garantita dallo Stato e in Costituzione, che acquista ogni giorno più sostegno. Gli studenti non chiedono semplici riforme, ma chiedono un cambiamento strutturale di grande ampiezza, che non ha mai concepito la classe adulta intervistata nelle inchieste, senza escludere la Concertazione.
L’80% degli intervistati appoggia le richieste degli studenti, inclusa l’eliminazione del quasi santificato “scopo di lucro” nell’educazione, rafforzato durante i 20 di governo della Concertazione. Piñera ha appena dimostrato la sua totale mancanza di sintonia con la cittadinanza nel definire l’educazione come un “bene di consumo”, quindi alla portata di chi può permetterselo.
Il futuro della società cilena oggi è imperscrutabile. Anche la credibilità del Congresso è ai minimi nelle inchieste. La Concertazione dell’opposizione ha il 22% dell’approvazione e la coalizione di governo di Piñera il 24%. Il difficile compito politico intrapreso dagli studenti
denigra le istituzione dello Stato e dei partiti politici. Un’educazione pubblica gratuita e di qualità, garantita dallo Stato e in Costituzione richiede dei cambiamenti della “magna carta”.
Molti credono che sia arrivato il momento di rimpiazzare la costituzione di Pinochet, redatta tra quattro mura nel 1980, con una che sia emanata da un’assemblea costituente.
La trasformazione dell’educazione richiede anche un finanziamento dello Stato. E questo significa aumentare duramente il 17% delle tasse che pagano le imprese attraverso una riforma fiscale o ri-nazionalizzare il rame, come propongono gli studenti: un tema tabù per il governo che invece si propone di privatizzare lo scarso 28% della produzione che oggi controlla lo Stato attraverso la Codelco.
In altre parole, gli studenti e il movimento sociale che li appoggia, reclamano un cambiamento drastico del modello economico, cioè del capitalismo selvaggio che regna in Cile dai tempi di Pinochet e perfezionato dalla Concertazione in due decadi di governo.
L’invito della dirigente universitaria Camila Vallejo per realizzare un “cacerolazo” dalle 21 del giovedì ha avuto un successo sorprendente. I colpi delle casseruole, che non si sentivano in Cile dagli anni 80, hanno cominciato a risuonare a Santiago e in altre 11 città ancor prima delle 21 e sono continuati fino oltre la mezzanotte. E nonostante il freddo intenso, la gente è uscita di casa per colpire pentole e casseruole nelle piazze e nei quartieri, trasformandosi in facili bersagli per i gas lacrimogeni dei Carabinieri.
Davanti all’incertezza per il futuro politico di un paese che non crede al suo capo di stato, non ci vuole la palla di vetro per predire con certezza che Camila Vallejos si è trasformata in una figura politica di proiezione nazionale e internazionale, con tutta la vita davanti.
La giovane studentessa di architettura che presiede la Federazione degli Studenti dell’Università del Cile (FECH) e la Confederazione degli Studenti del Cile (CONFECH) si è legittimata come una solida leader del nuovo corso. E per questo, il neo fascismo cileno l’ha minacciata di morte il passato venerdì: Tatiana Acuña Selles, Segretaria Esecutiva del Fondo del Libro, del Ministero della Cultura, ha scritto su twitter: “ si uccide la cagna e si risolve il problema”, secondo quanto pubblicato dal Siglo 21 . Questa stessa frase fu utilizzata da Pinochet durante il colpo di stato dell’11 settembre del 1973, quando lo informarono della morte di Allende.
Nello stesso momento giovani utenti di twitter di estrema destra hanno divulgato il suo indirizzo di casa e il telefono fisso. Un utente registrato come “@el_yorchi” ha fatto conoscere questi dati  che sono stati “retwitterati” dal gruppo “@derechatuitera” che raggruppa simpatizzanti dell’officialismo. Gli amministratori di “@derechatuitera” hanno dovuto chiedere scusa a Camila Vallejo. “Non condividiamo la sua idelogia, ma in nessun caso è stato usato il retweet con dolo”, hanno dichiarato. Intanto “@el_yorchi” ha chiuso il suo account nella rete. Il governo dovrà farsi carico della sicurezza personale di Camila Vallejo, mentre gli studenti si sono accordati per fare una nuova marcia martedì.

martedì 9 agosto 2011

considerazioni sul forum tra il sindaco di Catania ed il professor Caserta
















Le idee e le proposte emerse nel forum ospitato dalla « Sicilia » con il sindaco di Catania e il prof. Caserta non sono in grado di delineare un futuro migliore per la città. Del resto, con tutta evidenza, il fine che si propongono è quello di mantenere gli equilibri di potere, magari cambiando qualche nome negli incarichi istituzionali.
Se così non fosse si riconoscerebbe la centralità  del cambiamento di ceti dirigenti, nelle istituzioni ma anche nell’economia, nelle professioni, nell’università, che portano sulle spalle il tragico bilancio  di questi anni.
Invece sembra, incredibilmente, che tutto possa risolversi con un pò di comunicazione e, soprattutto, con molto cemento.
I nodi drammatici della città non vengono neanche nominati.
Non c’è traccia nella discussione della presenza di un pervasivo sistema di potere mafioso, della corruzione capillare, del declino rapidissimo dell’apparato produttivo, del disfacimento della formazione di ogni ordine e grado, delle drammatiche condizioni sociali di migliaia di catanesi.
Parlare, poi, di 3Sun e non del drammatico spostamento di asse verso Agrate dell’St è ridicolo.Così come parlare di collegamenti tra Università e territorio  mentre l’ateneo adotta il proprio Statuto senza alcun confronto con la città ( e neanche al proprio interno)  è inutile ipocrisia.
Eludere le questioni è comunque vano, un futuro migliore per Catania, nel quadro generale tempestoso che si prefigura, è affidato alla diffusione della consapevolezza sociale che un radicale cambiamento non è più rinviabile.

Luca Cangemi
Coordinamento nazionale Federazione della Sinistra

domenica 7 agosto 2011

scuola: grave manovra del governo sulle graduatorie

Dichiarazione di Luca Cangemi, del coordinamento nazionale della federazione della Sinistra

















Il governo, con il colpevole assenso di alcune organizzazioni sindacali, ha compiuto un’altra grave manovra contro i precari e tutti i lavoratori della scuola.
La scelta paradossale di utilizzare per le immissioni in ruolo due graduatorie diverse è un regalo alla propaganda leghista contro gli insegnanti del Sud e un tentativo di scatenare una nuova guerra tra poveri.
Le conseguenze saranno pesantissime: si aprirà un nuovo, enorme, contenzioso e si rischia di colpire la funzione delle graduatorie, aprendo la strada ad albi territoriali e chiamate dirette dei presidi.
La manovra del governo deve essere smascherata, riportando l’attenzione sui veri problemi che sono i tagli che hanno fatto sparire decine di migliaia di posti di lavoro nella scuola pubblica (in particolar modo quella meridionale) e l’attacco ai diritti contrattuali dei lavoratori, di cui la recente manovra finanziaria e l’accordo sui neoassunti sono due nuovi capitoli.

venerdì 5 agosto 2011

migranti: cronache dal villaggio degli aranci di mineo

foto di Alberta Dionisi














UNA ARANCIA A OROLOGERIA di Ernesto Leone

Al "Villaggio degli aranci" sempre più spesso sentiamo parlare di emergenza, del problema della sicurezza, di sciopero delle "forze dell'ordine" che si sentono indifese e numericamente inadeguate per affrontare le rivolte degli immigrati... Sembra che si dia per scontato che i migranti del CARA di Mineo rappresentino il pericolo da cui difendere i poliziotti , gli abitanti autoctoni e il loro territorio e l' intera "società civile". Il pericolo sarebbe rappresentato da loro,da queste persone, illegalmente detenute in condizioni disumane e trattate come bestie cui dare da mangiare e dormire e basta, senza considerare le loro aspirazioni, i loro stati d'animo e la follia di questa lunga detenzione senza crimini. Alcuni politici hanno dichiarato che il villaggio degli aranci è un luogo quasi di lusso , che vi si consumano pasti decenti, che l'assistenza è più che dignitosa, ecc. Il responsabile sanitario della CRI ha dichiarato di sentirsi più prigioniero e precario lui rispetto ai migranti. Allora vorrei chiedere a queste persone: augurereste ai vostri figli una simile vita da sballo? E vorrei chiedere ai poliziotti, quando scioperano, ponendosi, quindi, nella dignità di lavoratori : quando scioperate voi, chi deve venirvi a reprimere e picchiare? Dato che ormai si da per scontato che chi manifesta va represso violentemente. Se siete dei lavoratori, ritenete sia giusto colpire altre persone che vivono la vostra stessa condizione? Come lavoratori, fate parte di quella numerosa schiera che comprende i dominati di questo mondo, ai quali dovrebbe andare la vostra solidarietà e non le vostre manganellate e i vostri lacrimogeni. Riteniamo che voi dovreste operare a beneficio della società intera e soprattutto dei diseredati: servire i dominatori del mondo non vi farà più forti nè darà dignità al vostro lavoro . Parecchi anni fa venne pubblicato il bel libro di A.Burgess "Un'arancia a orolgeria", un racconto di violenza sociale e di repressione scientifica (ne fu tratto il film di S.Kubrick "Arancia meccanica"). Quando ho letto l'articolo de LA REPUBBLICA, 3 ago 2011, su una probabile strategia occulta dietro le rivolte di Bari e Mineo, mi è venuto in mente questolibro. Dopo tutte le denunce che abbiamo fatto, al fianco degli immigrati, sulle ingiuste detenzioni, sulla lentezza delle procedure di riconoscimento, sui trattamenti disumani, razzisti e xenofobi , c'è ancora chi si stupisce di come questa "arancia ad orologeria" che è la rabbia degli immigrati possa esplodere!!! A questa gente noi rispondiamo che sì, esistono davvero degli strateghi esterni: si tratta di tutti gli imbecilli e di tutti i razzisti e di tutti i servi del potere che tendono ad occultare i problemi reali e trasferire le loro responsabilità dirette o indirette verso non ben definiti cospiratori, senza i quali vivremmo nel migliore possibile dei modi, nel migliore possibile dei mondi.

lunedì 1 agosto 2011

lunedì 8 agosto cena sociale


















lunedì 8 agosto, al circolo città futura, via Gargano 37, Catania,
dalle 21 CENA SOCIALE, ottima cucina e vino locale a prezzi popolari, come sempre!

continuiamo a resistere... anche al caldo!
panche all'aperto e ventilatori a soffitto,
BAR fino a tarda sera con cocktail, birre, gelati...