mercoledì 26 dicembre 2012

cervi, i miei sette figli partigiani: letture con musiche popolari

valerio cairone e liborio natali















SABATO 29 dicembre 2012, dalle 20,30, al circolo città futura, via Gargano 37 Catania, una serata di festa e socialità resistente con un'ottima cena, cultura e musica!

nel corso della serata LIBORIO NATALI, attore ed autore teatrale, interpreterà alcuni brani da "I miei sette figli" di Alcide Cervi, e VALERIO CAIRONE, poliedrico musicista, si esibirà con gli strumenti della tradizione popolare, dall'organetto alla zampogna.

sarà anche una bella occasione per scambiarci gli auguri per il nuovo anno, con una prelibata varietà di paste, timballi e lasagne, accompagnate da un buffet di altre gustose pietanze, da un grande assortimento di dolci e dall'ottimo vino etna doc, tutto come sempre a volontà e a prezzi popolari, con sottoscrizione ridotta per studenti e disoccupati!

nel luglio del 1943, per festeggiare la caduta del fascismo e per sfamare la popolazione provata dagli stenti della guerra, la famiglia Cervi preparava, con tutte le proprie risorse, una gran quantità di pasta da condividere nella piazza di Campegine...
per ricordare i sette fratelli partigiani, caduti per mano nazifascista il 28 dicembre 1943, e tenere alta la memoria delle loro lotte e del loro impegno sociale, li celebriamo come ci ha insegnato papà Cervi: "ho sentito tanti discorsi sulla fine del fascismo, ma la più bella parlata è stata quella della pastasciutta in bollore".

emergenza casa: necessario blocco degli sfratti

presepe antisfratto a monza





















Come in molte altre città italiane, anche a Catania aumenta il numero delle persone che non riescono a pagare il canone di affitto o che sono sottoposte a sfratto. I dati, del progetto 'Vite in salita' pubblicati nei giorni scorsi dalla Caritas, rendono noto che su 1.000 persone in difficoltà ascoltate, un 30% segnala gravi problemi abitativi. I proprietari delle abitazioni chiedono per l'affitto una media di 1.000 euro per la cauzione o almeno due mensilità in anticipo, rendendo impossibile per chi è sotto sfratto trovare una nuova sistemazione; nel 2012 sono stati emessi 1.004 sfratti (559 nel capoluogo etneo e 308 in provincia), 867 dei quali per morosità. Le richieste di esecuzione sono state 2.559, 961 delle quali eseguite. Un numero altissimo, cui fa da contraltare la giacenza di ben 12.000 domande per un alloggio popolare, ovviamente inattese per la scandalosa situazione dello Iacp, più volte denunciata dal circolo città futura.
Per far fronte a questa gravissima situazione ed impedire che migliaia di persone rimangano senza casa, è sempre più urgente il blocco degli sfratti a livello nazionale. Lo sportello legale del circolo città futura è disponibile per assistenza sulle questioni abitative, in vista di nuove iniziative di lotta, come il Presepe Antisfratto realizzato a Monza.


lunedì 17 dicembre 2012

PASTA RESISTENTE! sabato 29 dicembre festa con musica popolare e cena sociale






















nel luglio del 1943, per festeggiare la caduta del fascismo e per sfamare la popolazione provata dagli stenti della guerra, la famiglia Cervi preparava, con tutte le proprie risorse, una gran quantità di pasta da condividere nella piazza di Campegine...

per ricordare i sette fratelli partigiani, caduti per mano nazifascista il 28 dicembre 1943, e tenere alta la memoria delle loro lotte e del loro impegno sociale, li celebriamo come ci ha insegnato papà Cervi: "ho sentito tanti discorsi sulla fine del fascismo, ma la più bella parlata è stata quella della pastasciutta in bollore".

leggi la storia dei CERVI, I SETTE FRATELLI PARTIGIANI

SABATO 29 DICEMBRE 2012 una serata di socialità resistente!

dalle 20,30 al circolo città futura, una bella occasione per scambiarci gli auguri per il nuovo anno, con una prelibata varietà di paste, timballi e lasagne, accompagnate da un buffet di altre gustose pietanze, da un grande assortimento di dolci e dall'ottimo vino etna doc.

tutto come sempre a volontà e a prezzi popolari, con sottoscrizione ridotta per studenti e disoccupati!

mercoledì 12 dicembre 2012

GAP: domenica 16 dicembre gruppo di acquisto popolare

DOMENICA 16 dicembre, come ogni terza domenica del mese, appuntamento con il G.A.P., gruppo di acquisto popolare città futura, dalle 10,30 alle 13 in via Gargano 37 Catania.
Il G.A.P. è una pratica di resistenza alla crisi attraverso il contatto diretto con i piccoli produttori locali, senza passare dalla grande distribuzione e abbassando i costi.
Il G.A.P. è una pratica di consumo consapevole, che permette di scegliere prodotti locali di qualità e biologici a prezzi popolari
, perché mangiare bene non è un lusso ma un diritto.

Al G.A.P. troverete:
Pane casereccio di semola di grano duro, in ciambelle da 1 chilo a € 1,20 e da mezzo chilo a € 0,60
Assortimento di verdure, ortaggi e frutta biologici di stagione
Legumi e frutta secca
Piante aromatiche
Olio extravergine d'oliva
Vino bianco e rosso
e per le feste:
le saponette artigianali naturali in tante profumazioni
e le speciali confezioni natalizie di Spezie e Sapori con liquori e confetture

inoltre durante il G.A.P. sarà possibile firmare per i referendum su lavoro e pensioni

lunedì 10 dicembre 2012

no al circo con animali: mercoledì 12 presidio in piazza duomo






















Il 6 dicembre è tornato il circo Orfei in una Catania che gli ha aperto le porte. Ogni angolo della città e le vetrine dei negozi sono tappezzate dai suoi manifesti che vantano di possedere l'ippopotamo più grande del mondo e altri animali resi solamente un'attrazione.
Attrazione per i più piccoli che, sognando di scoprire come sono fatte dal vivo specie ammirabili solo nei cartoni animati e nei documentari, non si renderanno conto della schiavitù che vi è dietro. Non capiranno che i complicati esercizi a cui sono sottoposti sono stati insegnati mediante la violenza e la paura in un ambiente completamente artificiale e inospitale rispetto al loro habitat naturale.
A seguito della drammatica fine del cucciolo di giraffa che non molti mesi fa tentava di raggiungere la libertà a Imola, varie città italiane hanno emesso il divieto di attendamento dei circhi con animali.
Per quanto in Italia vi sia una legge a favore dei circhi è possibile tramite alcune norme impedirglielo.
Chiediamo al Comune di non essere complice di torture e segregazione e di adeguarsi così a molti paesi e nazioni in tutto il mondo.
Il Coordinamento delle associazioni antispeciste catanesi ha indetto mercoledì 12 dicembre alle 10.30 una conferenza stampa con presidio davanti al palazzo comunale.
Aboliamo le schiavitù, educhiamo i bambini al rispetto di ogni essere vivente.

mercoledì 5 dicembre 2012

mercatino di natale anticrisi






















Una società differente si costruisce anche trasformando il nostro modo di consumare! Quindi, per Natale, suggeriamo regali originali a prezzi anticrisi, prodotti da artigiani e creativi locali, con materiali naturali o di riciclo e sempre cruelty free.
Quest'anno il mercatino natalizio organizzato dal circolo città futura si terrà sabato 8 dicembre, dalle 17 alle 20,30 negli accoglienti locali della Veganoteca, a San Giovanni La Punta, via Motta 79 e sarà seguito dalla squisita "paninata con vegusto".

no al circo con animali, lettera agli operatori scolastici

















Neanche due mesi fa un cucciolo di giraffa concludeva la sua corsa disperata per le strade di Imola, abbattuto da forti dosi di anestetico, sarebbe morto da lì a poco.
Fuggiva dalla sua prigione, il circo Rinaldo Orfei, dove era detenuto dalla nascita in una gabbia insalubre e condannato a una vita di umiliazioni, per soggiogarne la volontà e mortificarne l’esistenza. Non più un essere vivente ma “un’ attrazione”.
Il 6 Dicembre Catania, in virtù di una legge assurda che obbliga i comuni a prevedere delle apposite aree per gli attendamenti circensi, “ospiterà” il circo di Sandra Orfei, che vanta tra le sue “attrazioni” la tigre bianca e ”l’ippopotamo più grande del mondo”.
Come immaginiamo gli ippopotami ? Come pensiamo che debba essere la vita di un ippopotamo felice? Un fiume, il cibo succulento della savana, il piacere indescrivibile di crogiolarsi nel fango per poi lavarsi in un bagno ristoratore.
Come pensate che viva l’ippopotamo più grande del mondo del circo Orfei? In quale fiume si bagnerà ? Quali compagni ippopotami potrà incontrare, per socializzare e crescere come un vero ippopotamo? Che cibo gli daranno per diventare sempre più grasso e sempre più grande, per non smentire la sua fama di “ippopotamo più grande del mondo”?
La crudeltà dell’uomo gli impedisce quasi tutti i comportamenti naturali; intrappolato in una vita da recluso e schiavo non sarà più un ippopotamo, avrà perso la dignità, per trasformarsi in oggetto di divertimento, attrazione da circo appunto.
Ogni anno sotto Natale, in omaggio a una finta e discutibile “tradizione”, migliaia di bambini in età scolare vengono accompagnati sotto un tendone, per partecipare a una mistificazione spettacolare della realtà.
Quelle bambine e quei bambini probabilmente si inteneriranno alla vista delle gesta della scimmietta clown o al coraggio della tigre bianca, ma a loro verrà nascosta l’immane sofferenza delle condizioni materiali di vita di questi poveri animali.
Per questo motivo, come realtà individuali e associative, impegnate nella difesa dei diritti degli animali ad un’esistenza libera e dignitosa, vi chiediamo di rinunciare definitivamente a questa riprovevole abitudine.
Una tradizione del Natale che ci piace ricordare è quella del presepe, che non a caso si fa risalire a Francesco di Assisi. Un bambino scaldato dalla vicinanza, dal fiato e dall’affetto di un bue e un asinello. 
Un simbolo universale di accoglienza e solidarietà fra tutte le specie viventi .
Anche in omaggio a questa ben diversa tradizione natalizia , invitiamo tutte/i le/gli insegnanti e operatori scolastici a non portare i bambini al circo, educando così al rispetto dovuto ad ogni specie vivente.

coordinamento delle associazioni antispeciste catanesi

oggi presidi no muos e sabato manifestazione a niscemi


















Questa mattina rappresentanti dei comitati No Muos e cittadini hanno manifestato a Palermo davanti al Palazzo dei Normanni - e contemporaneamente davanti alle sedi della Regione Siciliana di molte altre città dell’isola – contro il pericolosissimo radar che la marina militare USA si prepara ad installare nella riserva sughereta di Niscemi.
I presidi sono stati organizzati in coincidenza con l’insediamento dei neo-eletti all’assemblea regionale siciliana, molti dei quali – a partire dal presidente Crocetta – durante la campagna elettorale avevano in maniera strumentale promesso un impegno per la revoca dell’autorizzazione all’installazione del Muos, per poi tacere immediatamente dopo l’elezione.
Già da settimane i comitati e i cittadini di Niscemi e delle zone circostanti sono impegnati in presidi per bloccare il passaggio dei mezzi pesanti verso la base americana ed il completamento dell’impianto.
Riteniamo determinante continuare ad opporci all’installazione di questo strumento di guerra che creerebbe danni enormi anche alla salute e all’economia della zona, ed impegnarci nella mobilitazione per liberare la Sicilia dalla presenza militare statunitense, a partire dalla partecipazione alla manifestazione regionale che si terrà sabato prossimo a Niscemi

domenica 2 dicembre 2012

la coop sei tu?











La lettera provocatoriamente inviata alla testimonial coop Luciana Littizzetto da un gruppo di lavoratrici, riporta all'attenzione la condizione di precarietà che caratterizza il lavoro, ed in particolare il lavoro delle donne, nella grande distribuzione. 

Riproponiamo i dati dell'inchiesta realizzata dal circolo città futura a Catania nei mesi scorsi, che ha coinvolto anche lavoratrici coop.

inchiesta sulla precarietà del lavoro femminile nella grande distribuzione

Cara Luciana,
lo sai cosa si nasconde dietro il sorriso di una cassiera che ti chiede di quante buste hai bisogno? Una busta paga che non arriva a 700 euro mensili dopo aver lavorato sei giorni su sette comprese tutte le domeniche del mese. Le nostre famiglie fanno una grande fatica a tirare avanti e in questi tempi di crisi noi ci siamo abituate ad accontentarci anche di questi pochi soldi che portiamo a casa. Abbiamo un’alternativa secondo te?
Nei tuoi spot spiritosi descrivi la Coop come un mondo accattivante e un ambiente simpatico dove noi, quelle che la mandano avanti, non ci siamo mai. Sembra tutto così attrattivo e sereno che parlarti della nostra sofferenza quotidiana rischia di sporcare quella bella fotografia che tu racconti tutti i giorni.
Ma in questa storia noi ci siamo, eccome se ci siamo, e non siamo contente. Si guadagna poco e si lavora tanto. Ma non finisce qui. Noi donne siamo la grande maggioranza di chi lavora in Coop, siamo circa l’80%. Prova a chiedere quante sono le dirigenti donna dell’azienda e capirai qual è la nostra condizione.
A comandare sono tutti uomini e non vige certo lo spirito cooperativo. Ti facciamo un esempio: per andare in bagno bisogna chiedere il permesso e siccome il personale è sempre poco possiamo anche aspettare ore prima di poter andare.
Il lavoro precario è una condizione molto diffusa alla Coop e può capitare di essere mandate a casa anche dopo 10 anni di attività più o meno ininterrotta. Viviamo in condizioni di quotidiana ricattabilità, sempre con la paura di perdere il posto e perciò sempre in condizioni di dover accettare tutte le decisioni che continuamente vengono prese sulla nostra pelle.
Prendi il caso dei turni: te li possono cambiare anche all’ultimo momento con una semplice telefonata e tu devi inghiottire. E chi se ne frega se la famiglia va a rotoli, gli affetti passano all’ultimo posto e i figli non riesci più a gestirli.
Denunciare, protestare o anche solo discutere decisioni che ti riguardano non è affatto facile nel nostro ambiente. Ci è capitato di essere costrette a subire in silenzio finanche le molestie da parte dei capi dell’altro sesso per salvare il posto o non veder peggiorare la nostra situazione.
Tutte queste cose tu probabilmente non le sai, come non le sanno le migliaia di clienti dei negozi Coop in tutta Italia. Non te le hanno fatte vedere né te le hanno raccontate. Ed anche a noi ci impediscono di parlarne con il ricatto che se colpiamo l’immagine della Coop rompiamo il rapporto di fiducia che ci lega per contratto e possiamo essere licenziate.
Ma noi non vogliamo colpire il marchio e l’immagine della Coop, vogliamo solo uscire dall’invisibilità e ricordare a te e a tutti che ci siamo anche noi. Noi siamo la Coop, e questo non è uno spot. Siamo donne lavoratrici e madri che facciamo la Coop tutti i giorni. Siamo sorridenti alla cassa ma anche terribilmente incazzate.
Abbiamo paura ma sappiamo che mettendoci insieme possiamo essere più forti e per questo ci siamo organizzate. La Coop è il nostro posto di lavoro, non può essere la nostra prigione. Crediamo nella libertà e nella dignità delle persone. Cara Luciana ci auguriamo che queste parole ti raggiungano e ti facciano pensare. Ci piacerebbe incontrarti e proporti un altro spot in difesa delle donne e per la dignità del lavoro.
Con simpatia, un gruppo di lavoratrici Coop

per il diritto allo studio e al lavoro, corteo studentesco mercoledì 5 dicembre
















Le nostre lotte faranno scuola - 5 e 6 dicembre di nuovi in piazza!

In un paese che fino a poche settimane fa sembrava totalmente pacificato e rassegnato ai sacrifici imposti dalle politiche di austerity, la presenza di un movimento studentesco ampio e diffuso, capace di portare in piazza istanze vertenziali delle scuole e delle università e di leggerle e contestualizzarle nell’ambito di una battaglia generale, è stata la novità non prevista per molti. Il 14 novembre gli studenti e le studentesse, la generazione precaria, hanno alzato la testa anche nel nostro paese, come Spagna, Grecia e Portogallo. Siamo tornati in piazza il 24, dimostrando di non avere paura, di non essere spaventati dalla repressione messa in campo dalle forze dell’ordine nella giornata del 14. Come studenti e studentesse, torneremo in piazza il 5  e 6 dicembre, in occasione dello sciopero di otto ore indetto dalla FIOM.

Le date del 5 e del 6 hanno un significato importante. Per anni si sono contrapposti i diritti dei “garantiti” alla precarietà dei non garantiti, individuando nelle garanzie degli uni la causa dell’insicurezza degli altri. Ora questa divisione è andata cadendo a causa della crisi, dell’austerità e delle riforme del governo. L’aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile, la precarietà che non si sostanzia solo nelle forme contrattuali, ma si manifesta ogni giorno come un male latente. É la precarietà esistenziale, condizione materiale e psicologica tristemente propria oggi di milioni di persone nel nostro paese un numero insostenibile, che delinea i contorni di una crisi generazionale senza precedenti. Questa incertezza riguardo al futuro ormai si è estesa a tutta la società italiana ed è stata utilizzata a lungo come deterrente, come strumento per mettere a tacere le proteste, in una falsa ottica di unità nazionale, in cui tutti devono concorrere a tenere a galla la barca. Una retorica che non possiamo più accettare: il 5 e il 6 è necessario scendere in piazza per dimostrare come i sacrifici che ci vengono chiesti non siano l’unica soluzione possibile, ma come attraverso i saperi, liberi dagli interessi del mercato, sia possibile costruire e creare un cambiamento.

Oggi possiamo vincere. Il governo ha già ritirato l’aumento dell’orario di lavoro degli insegnanti, il PDL Aprea è stato bloccato, ma tutto questo non ci può bastare!

Vogliamo costruire un paese che si regga sulla democrazia nei luoghi di lavoro e di studio, un Paese dove vengano garantiti i diritti e la dignità, a scuola, nelle università e in fabbrica, vogliamo lottare per un Paese dove l’istruzione e la ricerca abbiano investimenti pubblici per immaginarci un nuovo modello di sviluppo per uscire dalla crisi e per costruirci un presente e un futuro giusto e degno!

IL 5 E 6 DICEMBRE

LE NOSTRE LOTTE #FARANNOSCUOLA!

NON CI FERMIAMO, RIPRENDIAMOCI IL PAESE!

Unione degli Studenti

sabato 1 dicembre 2012

firma per i referendum lavoro e pensioni!


































continua la campagna per la raccolta delle firme a sostegno dei referendum per:
ripristinare l'art. 18 dello statuto dei lavoratori sui licenziamenti,
abolire la controriforma del lavoro e l'art.8 sulla contrattazione,
abolire la controriforma delle pensioni fornero-monti,
eliminare le retribuzioni eccessive dei parlamentari

vi aspettiamo ai banchetti di raccolta firme:
DOMENICA 2 dicembre, dalle 10,30, in piazza G. Verga, presso il mercato del contadino
MARTEDì 4 dicembre, dalle 16,30, in via Etnea, di fronte villa Bellini

lunedì 26 novembre 2012

fermiamo l’impianto del Muos, no alla militarizzazione della Sicilia



















Dallo scorso giovedì i cittadini di Niscemi ed i comitati No Muos sono mobilitati per cercare di bloccare il transito dei materiali e degli strumenti per ultimare i lavori di allestimento di questo strumento di guerra. In particolare nelle prossime ore è previsto l’arrivo di una gigantesca gru per l’installazione del pericolosissimo radar nella riserva protetta Sughereta.
Ieri pomeriggio nella piazza di Niscemi si è svolta un’affollatissima assemblea nella quale cittadini e comitati hanno ribadito la necessità di mantenere il presidio permanente per impedire il passaggio dei mezzi pesanti verso la base americana ed il completamento dell’impianto.
Dopo il grande sucesso della manifestazione regionale del 6 ottobre scorso, è oggi più che mai necessario continuare questa mobilitazione in tutto il territorio regionale, per liberare la Sicilia dalla presenza militare statunitense che la sta trasformando in una piattaforma di guerra – con pesanti costi ambientali e civili – e riaffermare la necessità di una scelta di pace, cooperazione ed accoglienza.

sabato 24 novembre 2012

banco alimentare? meglio diffidare!




















Chi oggi dovesse recarsi in un qualsiasi supermercato, in tutta Italia, si imbatterà nei volontari della Fondazione Banco Alimentare affiliata alla Compagnia delle Opere, braccio imprenditoriale di Comunione e Liberazione, ovvero del comitato d'affari a cui appartiene il presidente inquisito della regione Lombardia, Roberto Formigoni
Il Banco Alimentare gode di notevoli finanziamenti e delle sponsorizzazioni di banche (quest'anno il gruppo San Paolo) e multinazionali (lo scorso anno la Coca Cola), ha un giro d'affari così elevato che solo i proventi della colletta alimentare dello scorso anno ammontavano a 128 milioni di euro. Insomma un colosso dell'imprenditoria capitalistica camuffata dietro la maschera della solidarietà. Una maschera che sta cominciando a cadere, come dimostrano gli arresti di dirigenti della Compagnia delle Opere, per scandali legati alla sanità lombarda e ad e altre speculazioni. 
Tutte queste ragioni bastano per diffidare della giornata della colletta e del Banco Alimentare, cui andrebbe rescisso ogni rapporto con le amministrazioni pubbliche, invece di fregiarlo del patrocinio della Presidenza della Repubblica!
Esistono molte altre realtà solidali, che si impegnano ogni giorno senza clamore, senza finanziamenti e senza speculazioni, come ha fatto notare il collettivo Wu Ming, invitando a boicottare il Banco Alimentare e le sue iniziative (leggi l'articolo di Wu Ming su Controlacrisi).

venerdì 23 novembre 2012

domani in piazza per la scuola pubblica
















Domani, sabato 24 novembre, sciopero generale della scuola
manifestazione a Catania, corteo alle 9,30 da piazza Roma

mercoledì 21 novembre 2012

israele bombarda gaza, non è difesa! di noam chomsky






















L’incursione e il bombardamento di Gaza non hanno nulla a che fare con la distruzione di Hamas. Nulla a che fare con l’interruzione del lancio di razzi su Israele. Nulla a che fare con il perseguimento della pace.
La decisione di Israele di rovesciare una pioggia di morte e di distruzione su Gaza, di usare armi letali da moderno campo di battaglia su una popolazione di civili in gran parte indifesi è la fase finale di una campagna lunga decenni volta alla pulizia etnica dei palestinesi.
Israele impiega sofisticati aviogetti da attacco e unità navali per bombardare superaffollati campi di rifugiati, scuole, blocchi di appartamenti, moschee e poveri quartieri per aggredire un popolo che non ha un’aviazione, non una difesa antiaerea, non una marina, non armi pesanti, non unità di artiglieria, non carri armati, non un quartier generale, non un esercito… e la chiama guerra. Non è guerra, è assassinio.
Quando gli israeliani nei territori occupati oggi proclamano di doversi difendere, essi difendono se stessi nel senso che ogni occupante militare deve difendersi contro una popolazione che sta schiacciando. Non potete dire di difendervi quando state occupando militarmente la terra di qualcun altro. Chiamatela come volete: non è difesa.

Noam Chomsky

martedì 20 novembre 2012

campagna boicotta Israele



































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Transgender Day of Remembrance

















Oggi, 20 novembre, è il T-DOR, ovvero il Transgender Day of Remembrance, il giorno in cui vengono commemorate le persone trans uccise. Teniamo alta l'attenzione, contro la violenza razzista e la transfobia, in tutti i suoi aspetti, dalla violenza simbolica e semantica all'aggressione fisica,  non solo oggi ma ogni giorno dell'anno!

collettivo IbrideVoci

LA VIOLENZA DEL LINGUAGGIO
di Barbara X

Nei nostri confronti, purtroppo, sono molti gli atti violenti e le aggressioni, soprattutto per quelle che sono costrette a guadagnarsi da vivere di notte.
Per tutte le persone civili, questa è un'aberrazione.
Ma molte persone che si considerano civili non sanno nemmeno che sono esse stesse la causa di certe violenze.
E' l'ignoranza che opprime e arma il braccio dei violenti, l'ignoranza di un tessuto sociale che vuole rimanere nella sua ignoranza per seguitare ad emarginare, ad escludere.
E' il caso di chi ha scritto l'articolo che riporto qui sotto, un articolo di un paio di giorni fa in cui si dà notizia di una donna trans accoltellata a Milano.
L'autore dell'articolo è violento quanto gli aggressori della vittima: utilizzando dall'inizio alla fine le desinenze al maschile e scrivendo nell'occhiello "Un uomo di 37 anni" è come se egli stesso accoltellasse tutte le persone trans m-t-f.
E' come se ci sputasse addosso, con la sua ignoranza, con la sua ferocia, con la sua freddezza.
Questo individuo non sa nulla, evidentemente.
Altrettanto evidentemente, di tempo per imparare e conoscere le cose ne ha avuto.
Ma continua a umiliare, a insultare, come purtroppo fanno tanti altri.
Rendendosi responsabili delle violenze che molte di noi subiscono, isolandoci.
Vedete un po' che schifo di articolo sono stati capaci di pubblicare: oltre al danno della grave aggressione, questa transgender ha avuto, come altre, la beffa di subire una seconda violenza da chi ha scritto quest'articolo penoso, che l'ha insultata a ogni riga e umiliata.
Non c'è niente da fare: questa società rifiuta le persone, rifiuta le persone trans.
Ecco lo schifo:
"Accoltellato transessuale peruviano in via Cenisio, si indaga sul movente.
L'uomo, di 37 anni, è stato soccorso da un altro straniero e trasportato all'ospedale Fatebenefratelli dove è stato operato. I medici si sono riservati la prognosi".

lunedì 19 novembre 2012

palestina, fermiamo il massacro!













Esprimiamo assoluta condanna dell’aggressione israeliana nella striscia di Gaza, e la nostra solidarietà al popolo palestinese e alla popolazione di Gaza, vittima dell’ennesima campagna brutale di bombardamenti e di un embargo criminale che ha ridotto la striscia ad una prigione a cielo aperto.

Denunciamo la vergognosa posizione degli Usa e dell’Europa, cosi come del governo italiano, di sostegno all’ennesima violazione del diritto internazionale da parte di Israele. Occorre respingere la campagna mediatica tesa a mistificare la realtà, rovesciando ruoli di vittime e carnefici, presentando questa nuova aggressione come difesa. Questa guerra è frutto di un cinico calcolo da parte del governo reazionario di Tel Aviv in vista delle prossime elezioni e dell’imminente votazione dell’assemblea dell’ ONU sul riconoscimento della Palestina.

Chiediamo l’immediata fine dei bombardamenti, sosteniamo e partecipiamo alle mobilitazioni che in tutto il Paese si stanno organizzando, per la fine dell’occupazione e dell’apartheid, per il riconoscimento della Palestina alle Nazioni Unite, per il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, contro ogni ipotesi di nuove guerre.

domenica 18 novembre 2012

la ragna-tela, rete catanese di donne e uomini contro ogni violenza sessista
























PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE
20 novembre ore 11,00
Piazza Teatro Massimo
conferenza stampa di presentazione della rete "La Ragna-tela"


22 novembre ore 20,00
presso la sede del GAPA
via Cordai 47
Incontro con la scrittrice e attrice Beatrice Monroy autrice del libro "Niente ci fu " lavoro che ridà voce a Franca Viola donna che per prima nel 1965 rifiutò il matrimonio riparatore dopo la fuitina e denunciò il suo rapitore.

23 novembre alle 20,30
Piazza Teatro Massimo
“Il ritmo femminile” Parata artistica
Con la partecipazione di Sicalè Enseble e Elisabeth Grassonelli


Le donne e le associazioni che oggi prendono ad “alta voce” parola con la Ragna-tela, intendono portare avanti la sfida e la scommessa di ridisegnare insieme agli uomini una nuova visione del maschile per la nostra/loro libertà e per costruire una convivenza serena in una Catania liberata dal sessismo.

lunedì 12 novembre 2012

gruppo di acquisto popolare, domenica 18 prossimo appuntamento

domenica 18 novembre, dalle 10,30 alle 13 al circolo città futura, in via Gargano 37 a Catania, GRUPPO DI ACQUISTO POPOLARE.
ogni terza domenica del mese, troverete frutta e ortaggi bio, pane casereccio, olio, vino, conserve e tanto altro a chilometro zero e prezzi popolari

domenica 4 novembre 2012

street food party per l'anniversario di IbrideVoci, collettivo lgbtq antispecista














poco più di un anno fa, nasceva il collettivo lgbtq antispecista IbrideVoci città futura, con l'obiettivo di "costruire nuove pratiche che mettano radicalmente in discussione tutte le forme di violenza e sfruttamento, poiché su di esse si fondano le perverse logiche di dominio del capitale" (dal MANIFESTO POLITICO di IbrideVoci).

in un anno abbiamo dato vita a numerose iniziative, come il QUEER VEGGIE PRIDE, contribuendo ad avviare un dibattito innovativo e di grande visibilità sui temi di differenze, alterità ed ibridità, trasformazione di linguaggio e pratiche, e coinvolgendo ospiti di rilievo come MARGHERITA HACK, ANNAMARIA RIVERA, BARBARA X...

sabato 17 novembre, dalle 20,30 al circolo città futura, via Gargano 37 Catania, festeggeremo l'anniversario di IbrideVoci con una serata di socialità, buona musica e ottimi sapori dal mondo: dalle tradizioni siciliane di pane e panelle e muffolette al ragù, allo street food di india e cina, dalle specialità caraibiche ai "pie" e "sauerkraut und kartoffeln" della cucina operaia europea... un evento da non perdere!

giovedì 1 novembre 2012

giornata vegan: dieta individuale o impegno collettivo di liberazione?























In occasione della giornata mondiale vegan, crediamo sia il momento di rilanciare la costruzione di un movimento antispecista che assuma l'analisi critica dei rapporti di produzione capitalistica, come fondamento teorico della lotta di liberazione di tutt*, animali umani e animali non umani.

Se si vuole lottare contro lo specismo bisogna partire da un'analisi critica della società, delle sue basi materiali, dei rapporti di produzione e lottare per cambiarla. Un'etica individuale non basta alla causa della liberazione degli esseri viventi. Finché le regole del profitto favoriranno il regime degli allevamenti intensivi e della grande distribuzione alimentare la causa antispecista non potrà affermarsi.

Il nostro obiettivo non è fornire indicazioni etiche o dietiste, perfettamente assorbibili nel discorso borghese egemone, ma quello di una critica radicale delle relazioni sociali violente e prevaricatorie che costituiscono la base materiale della società capitalistica.

Così si conclude una lunga e interessante intervista all'Assoziation Dämmerung, collettivo tedesco che ha fatto la scelta di ampliare il proprio campo di intervento teorico e pratico:
"Noi pensiamo che una riconciliazione della natura e dell’uomo sia possibile solamente attraverso il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente, vale a dire la formazione sociale capitalistica in tutte le sue manifestazioni, dall’economia all’industria culturale. E sì, da un lato, c’è il rischio che un ampio movimento anticapitalista finisca per assorbire la lotta di liberazione animale. Ma d’altra parte, c’è anche il pericolo di essere assorbiti da movimenti borghesi che cercano di riformare il capitalismo in nome di animali sfruttati ed oppressi, senza mai abolire la violenza perpetrata contro di essi e integrando di volta in volta i movimenti di opposizione al capitalismo – si pensi a quanto è accaduto con i movimenti verdi. Infine, questi problemi possono essere risolti solo da una lotta politica che si rivolga contro entrambe le tendenze, applicando la strategia di Rosa Luxemburg della Realpolitik rivoluzionaria alla lotta per la liberazione animale e umana".

Leggi il testo completo

giovedì 25 ottobre 2012

NO all’intitolazione di una strada a Catania a Giorgio Almirante!























Si apprende che in questi giorni la Commissione Toponomastica del Comune di Catania –sindaco Raffaele Stancanelli - sta valutando una proposta richiedente di intitolare una strada della città a Giorgio Almirante - nato in provincia di Parma nel 1914, deceduto nel 1988 -.
L’art. 5 del “Regolamento per la toponomastica cittadina” vigente - deliberazione C.C. n.8 del 25/02/2009 -, nell’individuare i criteri che devono essere seguiti per la definizione delle nuove titolazioni, così recita: “La Commissione Toponomastica nell’esprimere i pareri, deve tutelare la storia toponomastica della città di Catania, del suo territorio, deve curare che le nuove denominazioni rispettino l’identità culturale e civile, antica e moderna, della città, nonché i toponimi tradizionali, storici o formatisi spontaneamente nella tradizione orale”.
Non c’è dubbio che “ l’identità civile, antica e moderna” della città” si configura a pieno titolo nei valori e nei principi fondativi della Repubblica italiana, negli uomini e nelle donne che con il bagaglio culturale e le azioni operate ne hanno direttamente contribuito alla realizzazione.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo intervento a Pesaro del 25 aprile 2012, nella ricorrenza del 67° anniversario della Liberazione, così, tra l’altro, si
è espresso:
“ In questo spirito ( l’impegno e il patto dell’unità nazionale) abbiamo lo scorso anno collocato la data del 25 aprile, e tutto quel che essa rappresenta, nel quadro delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Perché - si è giustamente detto, e non va dimenticato - la Festa della Liberazione è anche festa della riunificazione dell'Italia brutalmente divisa in due, dopo l'8 settembre del 1943, dall'occupazione tedesca. Anche di ciò - di quel terribile, sanguinoso periodo di divisione del nostro paese, che avrebbe potuto essere fatale per il futuro dell'Italia - bisogna continuare a rievocare e trasmettere la storia”.
La massima rappresentazione istituzionale del nostro Paese ha chiaramente indicato il percorso e le modalità per “ Rievocare e trasmettere la storia”.
Quindi, aggiungiamo, l’ ”identità civile e culturale”, richiamata dal regolamento comunale, si deve identificare nei valori portanti dell’ Unità d’Italia e della Lotta di Liberazione dai nazifascisti.
Sono i valori supremi dell’integrità nazionale, di libertà, uguaglianza, democrazia, giustizia, diritti umani, solidarietà e antirazzismo, equità sociale, pace, sanciti dalla Costituzione, che sedimentano la memoria comune nel sacrificio dei martiri immollatosi, per una Patria libera ed unita, rinata con il riscatto della ribellione e della lotta contro la dittatura fascista e l’invasione dei nazisti sostenuti dai militi della Rsi; codificano l’insegnamento e la quotidiana pratica civile dei cittadini, la formazione delle nuove generazioni nell’imprescindibile legame tra ieri, l’oggi e il domani.
Risulta oggettivamente palese che una nominazione di una strada catanese a Giorgio Almirante sia in netta antitesi con questi postulati, fondamenta dell’Italia.
Fu firmatario nel 1938 del Manifesto della razza, i nefandi enunciati costituirono le basi ideologiche fondamentali del razzismo fascista (nel preludio del manifesto viene dichiarato che " un gruppo di studiosi fascisti docenti nelle Università italiane sotto l’egida del Ministero della Cultura Popolare ha fissato nei seguenti termini quella che è la posizione del Fascismo nei confronti dei problemi della razza”). Dal 1938 al 1942 collaborò alla rivista La difesa della razza come segretario di redazione e giornalista (già nel primo numero del 5 agosto 1938 fu pubblicato un articolo di Giorgio Almirante “ L’editto di Caracalla, un semibarbaro spiana la via ai barbari”); propagandando e
sostenendo quindi le nefande teorie della “razza eletta” che in Italia, a partire dai Regi Decreti emanati dal 5 settembre 1938 al 9 ottobre 1942, determinarono la persecuzione dei cittadini di religione ebraica, e in Europa allo scientifico assassinio nei Campi di sterminio di molti milioni di persone, ebrei, oppositori o marchiati del “titolo di diversi” , appartenenti, a loro dire, alla sub-razza da eliminare. In un
articolo, nel 1942 e intitolato “Contro le pecorelle dello pseudo-razzismo antibiologico, scriveva tra l ’altro: “…..noi siamo esclusivamente e gelosamente fascisti.
Esclusivamente e gelosamente fascisti noi siamo nella teoria e nella pratica del razzismo».
Durante la terrificante fase della Rsi ( settembre 1943-aprile 1945 – che emise, tra l’altro, tre apposite norme antiebraiche, già dal 30 novembre 1943 -) si arruolò nella Guardia nazionale Repubblicana con il grado di capomanipolo. Poi operò con il grado di
tenente nella brigata nera dipendente dal Ministero della Cultura Popolare. Fu impegnato in prima fila, in Val d’Ossola e in molte aree del grossetano nella lotta i partigiani, i patrioti della Libertà. In queste zone il 10 aprile 1944 apparve un manifesto firmato da Almirante (riconosciuto successivamente autentico in sede giudiziaria) in cui si decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani che non
avessero deposto le armi e non si fossero arresi. Inoltre, nella Rsi, fu Capo gabinetto del Ministro della Cultura popolare.
Finita la guerra, sconfitto il nazifascismo, restò in clandestinità fino al settembre 1946.
Rientrò nella scena politica nell’autunno del 1946 partecipando alla fondazione dei “Fasci di azione Rivoluzionaria”. Nel giugno dell’anno successivo fu nominato segretario del Msi ( fino al 1950) - costituitosi nel dicembre del 1946 dicembre del 1946, ereditando l’impalcatura ideologica del fascismo -. Fu rinominato segretario del partito nel giugno del 1969, ricoprendo ininterrottamente tale ruolo fino al 1987.
Esternò diretta solidarietà al dittatore Augusto Pinochet dopo il tragico colpo di stato in Cile nel settembre 1973, che provocò la morte di migliaia di cittadini democratici.
Nel gennaio 1986 fu denunziato dalle associazioni partigiane – Anpi. Fiav, Fivi e dall’Aned ( ex deportati nei campi nazisti) per le affermazioni fatte in un comizio a Milano: "il ladrocinio e l' assassinio furono l' emblema delle bande partigiane").
Il grande giurista Piero Calamandrei, componente dell’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, nel suo “ Discorso ai giovani sulla Costituzione - Milano, 26 gennaio 1955- così si espresse: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità della nazione, andate là, o giovani, col pensiero, perché là è nata la nostra costituzione”.
Nel chiostro del Palazzo comunale di Catania è collocata una grande lapide – posta nel 1955 - che richiama alla memoria comune i nominativi di trentacinque cittadini catanesi che tra i molti immolarono la vita durante la Lotta di Liberazione contro i nazifascisti……………tra questi, che avevano oppresso l’Italia e l’Europa, in prima fila, c’era anche Giorgio Almirante.
Questi “trentacinque” sono a pieno titolo, tra i tantissimi altri sacrificatosi - a centinaia di migliaia -, per costruire una Patria libera e democratica, gli alfieri della nostra democrazia.
Ad imperituro ricordo, civico onore e riferimento di valore per i cittadini e per i giovani…….in grandissima parte aspettano di avere una strada intitolata in Loro memoria.
 …..aspettano Beatrice Benincasa, Graziella Giuffrida, Corsaro Eugenia, giovanissime combattenti per la Libertà, torturate, seviziate ed uccise dai nazifascisti.
…..aspettano, Gallo Francesco – medaglia d’oro -, Malerba Pietro –medaglia d’argento -, Di Stefano Giuseppe – medaglia d’argento- Caponnetto Francesco – medaglia d’argento – Ambrogi Federico –medaglia di bronzo -.
 …..aspettano, Armato Sebastiano, Barbagallo Nunzio, Campisi Salvatore, Cappuccio Alfredo, Cimino Rosario, Clarinetto Lorenzo, Colloca Giacomo, Corallo
Giuseppe, Curatolo Salvatore, D’Agata Francesco, D’Amico Cosimo, Di Mauro Paolo, Favorito Mario, Grillo Santo, Lopes Giuseppe, Mancuso Salvatore, Marino Giuseppe, Privitera Vito, Ragusa Antonino, Riolo Vito, Rotolo Paolo, Toscano Domenico, Vinci Corrado, Vinciguerra Giovanni, Zappia Giuseppe.
…..aspettano i catanesi che furono rinchiusi, martoriati ed uccisi, nei Lager nazisti, anche con il sostegno diretto dei militi della Rsi.
…..aspetta ancora il giusto riconoscimento civico da parte del Comune di Catania il prof. Carmelo Salanitro, nativo di Adrano, insigne docente del Liceo classico Mario Cutelli, condannato nel 1940 a 18 anni di carcere dal tribunale speciale fascista per i suoi bigliettini invocanti pace contro la guerra scatenata e fratellanza contro i proclami razzisti; gasato nel Lager di Mauthausen il 24 aprile
1945.
Sono essi che hanno pieno titolo di civile e democratica onoranza. Posseggono interamente i requisiti previsti dal Regolamento comunale per la toponomasticacittadina, NON certo Giorgio Almirante.
Si invitano le forze democratiche, politiche e sociali, della città di Catania, di intervenire con grande urgenza. Attivando tutte le iniziative necessarie per scongiurare l’operatività di questo oltraggio.
Gruppo “ Memoria e Libertà”
Catania, 21 ottobre 2012

mercoledì 24 ottobre 2012

giovanna marano a catania, giovedì 25 manifestazione di liberasicilia


















GIOVEDì 25 ottobre, GIOVANNA MARANO alle 20,30 in piazza manganelli a Catania
interverranno a sostegno della candidata alla Presidenza della Regione: Rita Borsellino, Orazio Licandro, Angelo Bonelli, Paolo Ferrero, Antonio Di Pietro, Claudio Fava...

DOMENICA 28 ottobre, LIBERIAMO LA SICILIA, con GIOVANNA MARANO presidente e con Luca Cangemi




martedì 23 ottobre 2012

elezioni regionali: come si vota










Alcune semplici istruzioni per chi vota per la prima volta o per chi vuole essere sicuro di non sbagliare!

DOMENICA 28 OTTOBRE si voterà per eleggere il presidente della Regione e i componenti dell’Assemblea regionale. I seggi, presso le scuole, saranno aperti dalle ore 8 alle ore 22.

PRIMA DI VOTARE, è importante controllare di avere la tessera elettorale, che indica anche presso quale seggio recarsi, e un documento di identità valido.
Chi non avesse la tessera elettorale, può ritirarla presso gli uffici del proprio comune (per il comune di Catania, in via Castello Ursino n.10), e chi avesse il documento scaduto può rinnovarlo anche lo stesso giorno delle elezioni (ma è sempre meglio controllare prima e provvedere)

IMPORTANTE: Si voterà soltanto nella giornata di domenica DALLE 8 ALLE 22.

COME SI VOTA: a ciascun elettore verrà consegnata soltanto UNA scheda, di colore giallo, su cui votare sia per la Presidenza che per i componenti dell'Assemblea Regionale, esprimendo UNA sola preferenza.

Aprendo tutta la scheda, il TERZO SIMBOLO a sinistra è quello della nostra lista, accanto a cui scrivere, sull'apposito rigo, la preferenza CANGEMI
(per chi vota a Catania e in tutti i comuni della provincia).
Per votare è importante segnare con una X sia il simbolo della lista che il simbolo della Presidenza, che si trova nello stesso riquadro sulla destra.

Non è poi così difficile, basta seguire le istruzioni qui sotto:


sabato 20 ottobre 2012

stop femminicidio! Carmela, ultima vittima della violenza di genere



CONTRO IL FEMMINICIDIO!
Carmela, ultima vittima delle violenza di genere

Poche ore fa, a Palermo, Carmela, una ragazza di diciassette anni, è stata uccisa a coltellate mentre cercava di proteggere la sorella, rimasta gravemente ferita, dall’aggressione del suo ex fidanzato.
Carmela è l’ennesima vittima della violenza maschile, che in Italia dall’inizio dell’anno ad oggi ha già causato la morte di 99 donne. E ad ucciderla, come in tantissimi altri casi, non è stato uno sconosciuto, ma un uomo incapace di accettare la fine della relazione con una donna che aveva scelto di non essere più “sua”.
Probabilmente anche questa volta molti lo definiranno un delitto passionale, o il gesto di uno squilibrato, ma ciò di cui è stata vittima Carmela ha un nome ben preciso, si chiama violenza di genere, FEMMINICIDIO; ed è il frutto di un senso comune violento e misogino utilizzato dagli uomini per mantenere o rafforzare il loro potere nei confronti delle donne.
Di fronte a questa violenza è necessario non solo denunciare il disimpegno delle istituzioni nelle azioni di prevenzione e di sostegno alle donne che denunciano violenza (ricordiamo che un recente rapporto dell’ONU ha definito l’Italia come un paese incapace di prevenire, proteggere e tutelare le donne che vivono forme di discriminazione e violenza), ma soprattutto proseguire nella battaglia per la libertà femminile e per scardinare quel senso comune violento e patriarcale che sta alla base di questo fenomeno assolutamente trasversale ad ogni area geografica, cultura, ceto, religione o censo.

l'elefante e la metropoli di luca cangemi, presentazione a cura di città felice



































martedì 23 ottobre, alle ore 18, presso la libreria trinacria, piazza verga 6/a catania,
presentazione del libro di LUCA CANGEMI "L'elefante e la metropoli", promossa da Città Felice


mercoledì 17 ottobre 2012

giovanna marano a liberafesta - le lotte costruiscono il futuro!


































LE LOTTE COSTRUISCONO IL FUTURO!

LIBERAFESTA città futura 2012 alla scalinata Alessi

VENERDì 19 ottobre, dalle 21

intervengono :

LUCA CANGEMI
coordinamento nazionale federazione della sinistra
candidato alle elezioni regionali

GIOVANNA MARANO
presidente comitato centrale FIOM
candidata alla presidenza della regione

concerto:
il CantaStoria: LU PATRUNI E' SUVECCHIU!
con Pierluca Abramo, Andrea Denaro, Gianni Famoso, Ciccio Giuffrida, Grazia Malatino

Musikantùra
con Valerio Cairone, Giorgio Maltese, Andrea Denaro

gruppo di acquisto popolare domenica 21 ottobre


































Gruppo di acquisto popolare città futura, DOMENICA 21 ottobre in via Gargano, 37 Catania, dalle 10,30 alle 13... non mancate!
al GRUPPO DI ACQUISTO POPOLARE troverete ortaggi, frutta e tanti prodotti bio, a chilometri zero e prezzi popolari!
per il 2012 il gap prosegue la terza domenica di ogni mese

giovedì 11 ottobre 2012

12 ottobre giornata nazionale di mobilitazione studentesca


































12 ottobre 2012: giornata di mobilitazione studentesca nazionale

Scenderemo in piazza per riprenderci tutto ciò che ci è stato negato, per riprenderci il diritto ad essere cittadini attivi, a poter scegliere autonomamente dove e cosa studiare senza dover per forza affidarci alle nostre famiglie, per riprenderci le nostre scuole ormai in balia dei privati, per rompere le catene che ci destinano ad un futuro incerto e precario.

L'attacco alla scuola pubblica appare ancora una volta la scelta assunta nei "palazzi del potere"; non solo con la spending review si profilano nuovi tagli ma è stata riproposta la legge 953, l'ex pdl APREA, che di fatto sancisce L'ENTRATA DEI PRIVATI NELLE SCUOLE, mortifica le rappresentanze studentesche e la partecipazione e inserisce i tanto contestati criteri dell'INVALSI come metro di valutazione sistemico per scuole, studenti e insegnanti.

D'altro canto si è aperta una discussione sul merito assai deviante dalle vere problematiche che si vivono ogni giorno nelle nostre classi. Pensiamo che IL CONCETTO DI MERITO CHE CI VOGLIONO IMPORRE SIA DISCRIMINANTE,pensiamo che mascheri le disuguaglianze andando a caccia di eccellenze, che imponga nelle scuole il modello competitivo, antitetico alla naturale tendenza cooperativa dei saperi.

Ciò è aggravato dal fatto che, nonostante le promesse del Ministro Profumo, non si è agito realmente per risolvere la questione del diritto allo studio e non si è voluta recepire L'ESIGENZA DI UNA LEGGE NAZIONALE SUL DIRITTO ALLO STUDIO, che sancisca livelli essenziali delle prestazioni e finanziamenti, basilari regione per regione. I saperi per loro natura sono un prodotto sociale che non può in alcun modo essere ridotto a un servizio a pagamento BISOGNA GARANTIRE L'ACCESSO AI SAPERI PER TUTT*.

Non possiamo più rimandare una forte riposta alla questione della PRECARIETA', cifra dominante della nostra generazione. Una generazione nata e cresciuta con il dogma della flessibilità e della "sana competizione" che in realtà si sono rivelate parole per mascherare una compressione dei diritti, della democrazia, un'impossibilità di costruire una vera progettualità di vita e dunque individualismo, insoddisfazione e solitudine.

Sentiamo sulle nostre spalle una sfida storica; sentiamo il peso di anni e anni di politiche mancate, di scarsa partecipazione.

LA NOSTRA SCUOLA NON E' IN VENDITA. Rivendichiamo una scuola PUBBLICA, LAICA e di qualità.
Vogliamo LIBERARE I SAPERI PER LIBERARE LE PERSONE.

Vogliamo scuole dove contiamo davvero.
Vogliamo scuole sicure ed ecosostenibili.
Vogliamo una Legge Quadro Nazionale sul Diritto allo Studio.
Vogliamo una scuola pubblica, di qualità e totalmente gratuita.
Vogliamo una valutazione, non un voto, e vogliamo l'abolizione immediata degli INVALSI.
Vogliamo una scuola alla nostra altezza, e la vogliamo subito!
Vogliamo essere una forza propulsiva di cambiamento dal basso : partendo dalle scuole e dalle università, dai quartieri e dalle periferie per investire la società tutta.

Il cambiamento parte da noi, dalla nostra capacità di resistere e proporre, di contestare e creare. La risposta delle studentesse e degli studenti sarà complessiva e radicale, senza paura. Scenderemo IN PIAZZA IL 12 OTTOBRE e per ribadire a gran voce che siamo NOI la forza propulsiva di cambiamento dal basso, dalle nostre scuole, dai nostri quartieri e dalle nostre città.

NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI!
UNIONE DEGLI STUDENTI

CORTEO A CATANIA, concentramento ore 9 piazza Roma.
percorso: piazza Roma - viale Regina Margherita - via Etnea -piazza Università.

lunedì 8 ottobre 2012

liberafesta 2012: venerdì 19 ottobre, scalinata alessi, catania


































LE LOTTE COSTRUISCONO IL FUTURO!

LIBERAFESTA città futura 2012 alla scalinata Alessi

VENERDì 19 ottobre, dalle 21

interviene LUCA CANGEMI
coordinamento nazionale federazione della sinistra
candidato alle elezioni regionali

concerto:
il CantaStoria
Musikantùra

sabato 6 ottobre 2012

gruppo di acquisto popolare: domenica 7 ottobre inaugurazione della nuova stagione


































al via la nuova stagione del gruppo di acquisto popolare città futura, INAUGURAZIONE DOMENICA 7 ottobre in via Gargano, 37 Catania) dalle 10,30 alle 13... non mancate!
al GRUPPO DI ACQUISTO POPOLARE troverete ortaggi, frutta e tanti prodotti bio, a chilometri zero e prezzi popolari!
per il 2012 il gap prosegue la terza domenica di ogni mese

il sequestro del MUOS rafforza la lotta per la smilitarizzazione della Sicilia



















Il sequestro dei cantieri del MUOS disposto dall’autorità giudiziaria dà ragione alle denunce fatte dal movimento contro l’installazione di questa mostruosa macchina da guerra, che provoca un disastroso inquinamento elettromagnetico.
Adesso si tratta di intensificare la mobilitazione perché il governo, finora totalmente subalterno agli interessi militari americani, revochi del tutto l’autorizzazione all’opera. E’ necessario che la nostra terra sia liberata integralmente dal cappio rappresentato dalle basi militari, da Niscemi a Sigonella, che devastano il territorio e impediscono che la Sicilia svolga il suo ruolo naturale di ponte di pace e cooperazione nel mediterraneo.


lunedì 1 ottobre 2012

oltre il secolo breve, un ricordo di hobsbawm di luca cangemi














Oltre il Secolo breve, di Luca Cangemi (2008)

Eric Hobsbawm ha compiuto in questi giorni novanta anni . Il grande storico si è ormai lasciato alle spalle il Novecento -“il Secolo breve” come lo ha definito nel suo libro più fortunato- ed è in piena attività intellettuale ben dentro il nuovo secolo, come dimostrano in questi mesi non solo libri ed articoli ma persino presenze in video ed internet. Nato ad Alessandria d’Egitto nel giugno del 1917, da genitori ebrei che appartenevano a due nazioni in quel momento in guerra tra loro (inglese il padre, austriaca la madre), giovanissimo militante antinazista in Germania fino al 1933 , fugge poi in Inghilterra e riesce a entrare con una borsa di studio al King’s College, a Cambridge, dove trova un clima intellettuale fortemente influenzato dal marxismo. Subito dopo la guerra partecipa alla formazione del celebre Historians' Group legato al partito comunista britannico: un nucleo di storici (oltre Hobsbawm, Christopher Hill, E.P. Thompson, Maurice Dobb, solo per citare alcuni tra i più famosi) con interessi diversi ma legati da comuni scelte intellettuali e politiche. Molti di loro conquisteranno ruoli di primo piano nel panorama internazionale degli studi della seconda metà del secolo. Frutto di quella stagione piena di passioni e progetti è la rivista “Past & Present” che, all’inizio degli anni cinquanta, rapidamente si conquista una posizione di grande autorevolezza e svolge un ruolo indiscutibile nel rinnovamento della cultura in lingua inglese. Gli interessi di Hobsbawm sono sin dall’inizio vasti ed articolati: studi di storia del movimento operaio, una straordinaria storia sociale del Jazz (“The Jazz Scene”, pubblicata sotto lo pseudonimo di Francis Newton, in omaggio al trombettista Frankie Newton), analisi delle rivolte sociali (raccolte nel volume “I Ribelli”). La prospettiva principale è quella della di scrivere la storia "dal basso".L’incontro con l’opera di Gramsci, con il suo concetto di “subalterni", è decisivo, come ricorda lo stesso Hobsbawm in un’intervista recente. Esemplare è lo studio su Davide Lazzaretti, “il profeta del Monte Amiata”, una singolare figura a capo di una esperienza mistica e sociale, nella Toscana del secondo ‘800, che lo storico britannico indaga come forma di reazione all’oppressione di classe, riconnettendo cultura popolare ,atteggiamenti millenaristici, rapporti economico-sociali. In seguito viene l’impegno di ricostruzione di quello che Hobsbawm definisce il “ lungo Ottocento”, quell’arco di tempo compreso tra il 1789 e il 1914 , dalla rivoluzione francese all’inizio della prima guerra mondiale. Pubblica i tre volumi di sintesi “Le rivoluzioni borghesi (1789-1848)” , “Il trionfo della borghesia (1848-1875)” , “L'età degli imperi (1875-1914)”. Fortemente connessi ai lavori sul “lungo Ottocento” sono gli influenti studi intorno ai concetti di nazione e nazionalismo, (“L’invenzione della tradizione” scritto con Terence Ranger e “Nazioni e nazionalismi dal 1780”). Vi è il grande sforzo di comporre un quadro equilibrato su fenomeni di enorme complessità, di dar conto di dimensioni diverse, situando lo sviluppo storico “all’incrocio di politica, tecnologia e trasformazione sociale” e assumendo una prospettiva duale in cui accanto ai progetti ed alle iniziative dei gruppi dirigenti della società contano nell’analisi “speranze, esigenze, aspettative e interessi della gente comune”. Questa impresa così ardua si giova di quella straordinaria chiarezza nell’esposizione, unanimemente riconosciuta a Hobsbawm e che è una delle ragioni fondamentali del suo successo verso un pubblico vastissimo. Il suo libro di maggior notorietà “Il Secolo breve” (che delimita il Novecento tra l’inizio della prima guerra mondiale e la dissoluzione dell’URSS nel1991) è da un lato la ripresa del discorso di analisi storica lì dove si era interrotto nella trilogia sull’Ottocento, dall’altro un intervento diretto al quadro culturale e politico che si delinea all’inizio degli anni ’90. Sono gli anni del successo di libri come quello di Francis Fukuyama “ La fine della storia e l'ultimo uomo”, in cui si celebra una storia universale che avrebbe un vero e proprio termine nel trionfo del liberalismo e, in particolare, della sua versione statunitense, contro tutte le sfide che ad esso il Novecento aveva proposto. Il “Secolo breve” reagisce vigorosamente a questo clima politico e culturale proprio a partire dalla sottolineatura di quelle sfide all’ordine dominante (“Il ventesimo secolo… è stato quello che ha visto finalmente emergere sulla scena della storia il “quarto stato” e le donne”) e riconsegnando al lettore il quadro di un mondo che si avvia al nuovo millennio attraversato da violentissime contraddizioni. Il successo del libro, tradotto in 37 lingue, è clamoroso. I fatti, del resto, non tardano a smentire le ideologie della “fine della storia”. Su questi fatti drammatici Hobsbawm concentra l’attenzione in questi ultimi anni, come dimostra il recentissimo libro “Imperialismi“, denso di osservazioni illuminanti sulle differenze tra la guerre del «secolo breve» e quelle attuali. Un lavoro infaticabile che continua,dunque, contro “la distruzione dei meccanismi sociali che connettono l'esperienza dei contemporanei a quella delle generazioni precedenti”, contro un “presente permanente” che nega la conoscenza del passato e la costruzione di un futuro diverso. Il mestiere dello storico, insomma, fatto con l’orgoglio che “la presenza e l'attività degli storici, il cui compito è di ricordare ciò che gli altri dimenticano, siano ancor più essenziali di quanto mai lo siano state nei secoli scorsi”.

morire per strada, per l'incuria della giunta stancanelli



dichiarazione di Luca Cangemi:

Questa mattina in corso Indipendenza a Catania c’è stato l’ennesimo tragico incidente mortale in cui un'anziana donna è stata investita da un’auto ed ha perso la vita.
L’incidente è avvenuto ad un incrocio a pochi metri dall’imbocco della tangenziale. Proprio lo stesso incrocio del quale il circolo Città Futura di Rifondazione Comunista aveva denunciato la pericolosità in diverse conferenze stampa insieme agli abitanti del quartiere.
Nei mesi scorsi abbiamo raccolto centinaia di firme per chiedere interventi urgenti per la sicurezza della viabilità pedonale in corso Indipendenza, a partire dall’installazione di un semaforo pedonale proprio in quell’incrocio. Già lo scorso luglio abbiamo consegnato la richiesta all’amministrazione comunale, che però l’ha ignorata, confermando il proprio disinteresse nei confronti della sicurezza dei cittadini e rendendosi complice di questa ennesima tragedia.
Oggi, ancora una volta, chiediamo che il comune intervenga immediatamente per mettere fine a questa gravissima situazione di pericolo - fra l’altro in un quartiere ad alta densità di popolazione, soprattutto anziana, e nelle vicinanze di una scuola elementare e media nonché di diversi supermercati - senza dover aspettare che episodi simili si ripetano ancora.

IbrideVoci: al Vegan Party, per una società liberata













Venerdì 5 Ottobre, al Vegan Party promosso da Catania Antispecista, interverrà Egon Botteghi, affrontando il tema dell'intreccio discriminatorio e oppressivo tra specismo e omo/transfobia.

Sarà un’ulteriore occasione per continuare la riflessione avviata già al Queer Veggie Pride con la presenza di Barbara X . Invitando Barbara a discutere della propria esperienza e dei propri libri, il collettivo IbrideVoci, insieme a Catania Antispecista, ha voluto rendere evidente la stretta connessione fra le tematiche, del movimento lgbtq, della liberazione dei corpi dall’oppressione sessista e omotransfobica, e il più generale tema della liberazione della società dal dominio distruttivo di un sistema  violento e predatore che, spinto dall’imperativo categorico della necessaria valorizzazione del capitale e della massimizzazione dei profitti, ha spinto i meccanismi tipici della mercificazione sino all’estrema conseguenza della reificazione di ogni forma vivente.

E’ quanto accade  con le sementi, ridotte ormai a brevetti industriali di proprietà delle grandi multinazionali del settore agroindustriale. Si tratta di sementi sterili e geneticamente modificate, che hanno distrutto la bio-diversità e costretto alla fame e alla disperazione centinaia di migliaia di piccoli produttori agricoli, che hanno visto trasformare la ricchezza umana e sociale del proprio lavoro nella miseria  della dipendenza monetaria dalla politica dei prezzi, fissata nei consigli di amministrazione delle grandi corporation.

Quest’anno la coincidenza del Vegan Party, oltre che con la settimana mondiale vegetariana, con le settimane di mobilitazione mondiale per la libertà dei semi e per la sovranità alimentare, promosse da Navdanya, l’organizzazione fondata dall’eco-scienziata indiana Vandana Shiva, costituirà un utile stimolo ad alimentare la riflessione e la presa di coscienza sull’ingiustizia del sistema di produzione dell’agroindustria e sulle devastanti conseguenze che determina su tutte le specie animali, umane e non.

E’ quanto accade con il sistema pervasivo degli allevamenti industriali in cui miliardi di esseri viventi sono costretti a una vita di immani sofferenze, per essere crudelmente sacrificati sulle tavole di consumatori, i  cui gusti omologati sono più il prodotto di raffinate tecnologie di marketing che di una scelta libera e consapevole.

Infatti, come afferma Luca Cangemi nel suo recente saggio L’elefante e la metropoli: "la modernità globale tenta di imporre il proprio dominio su ogni pratica sociale, a partire dalla più essenziale: da un lato, nelle aree rurali, ripropone i meccanismi coloniali sotto le mentite spoglie dello sviluppo tecnologico sotterrando, insieme alle sementi artefatte, la sovranità alimentare dei popoli, dall'altro, nelle aree metropolitane, rimette in scena un pionieristico assedio del fortino indiano per marcare il territorio con le più emblematiche bandierine a stelle e strisce, quelle dei fast food".

Siamo convint* che l’assunzione di una prospettiva antispecista sia fondamentale per ogni progetto di liberazione e di trasformazione della società. Innanzitutto l’antispecismo contribuisce a svelare lo schema su cui si fonda ogni tipo di oppressione razzista, sessista, omo-transfobica  e specista, quello che disconosce e annienta l’alterità nell’irriducibile differenza del suo corpo e dei suoi desideri;  in secondo luogo ci  induce a una riflessione essenziale sul modo di produzione capitalista a partire dal sistema delle monocolture intensive, degli allevamenti industriali e della grande distribuzione alimentare, un sistema non più sostenibile, capace solo di generare sofferenze e dalle conseguenze ambientali e sanitarie devastanti.

Inoltre crediamo che oggi sia fondamentale ripensare la politica a partire dalle pratiche collettive che si riescono a costruire,  per provare a trasformare la società e le tecnologie gerarchiche di dominio che la strutturano. Per fare ciò, in un contesto di forte crisi della rappresentanza politica  e di inadeguatezza delle forme e dei luoghi della partecipazione democratica, dobbiamo provare ad essere il cambiamento che desideriamo.

Se “l’individuo è ciò che mangia”, al Vegan Party siamo sicur*  che condivideremo buon cibo prodotto con amore, in un clima di convivialità e festa, con tante persone consapevoli, liberate dall’impostura del marketing della “carne felice” e orgogliose di essere il cambiamento necessario e possibile.

Collettivo lgbtq antispecista IbrideVoci città futura