domenica 1 dicembre 2013

PUA Catania come la TAV, inutile e pericolosa speculazione
















Il 25 novembre  il  consiglio comunale di Catania con 23 voti a favore e 1 solo astenuto,  ha approvato le variazioni al Piano Urbanistico Attuativo Catania Sud (PUA), compiendo un ulteriore passo verso  il definitivo via libera al progetto della società Stella Polare, che prevede la cementificazione selvaggia di una consistente fascia costiera del territorio comunale.
A nulla sono servite le deduzioni presentate da Legambiente e dal Comitato No Pua, che segnalavano il forte impatto ambientale del progetto che, se attuato, comporterà la realizzazione di campi da tennis, centri commerciali,  un mega centro congressuale da 5000 posti e addirittura un acquario ancora più grande di quello di Genova in un`area a forte rischio idrogeologico e sismico, come segnalato dall`Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

Una propaganda martellante degli organi di informazione, con in prima fila il principale quotidiano cittadino, che si distingue sempre per il sostegno a questo tipo di operazioni, ci mette di fronte all’ennesimo tentativo di mistificazione della realtà, visto all`opera mille volte quando si tratta di far approvare progetti di opere faraoniche che, mentre devastano e sottraggono all`utilità comune ettari ed ettari di territorio non apportano alcun beneficio di ordine economico e occupazionale alle comunità che li abitano.

Abbiamo già visto all`opera i mistificatori di professione in Val di Susa  con la TAV , “un'opera concepita e progettata in un altro tempo (gli anni '90 del turbo-capitalismo trionfante) e in un altro mondo (quello della globalizzazione mercantile e dell'interconnessione sistemica di un pianeta votato al benessere). Sulla base di previsioni di crescita dei flussi di traffico fuori misura e tendenzialmente illimitate, frutto dell'estrapolazione di un trend contingente ed eccezionale (i tardi anni '80 e i primi anni '90, quando effettivamente la circolazione internazionale e a medio-lungo raggio delle merci subì una brusca accelerazione), rivelatesi poi fallaci” . Sulla base di quelle previsioni , come ha denunciato Marco Revelli in un intervento di pochi anni fa, nel 1997 si ipotizzava un raddoppio delle 10 milioni di tonnellate di merci transitate sulla Torino – Modane in quell`anno, rendendo necessario quindi un aumento della capacità delle linee ferroviarie attualmente in funzione. La realtà è profondamente diversa e ci mostra, come conseguenza della crisi economica, un drastico ridimensionamento dei traffici commerciali tra l`Italia e la Francia, con linee ferroviarie utilizzate al 30% della loro capacità e l`inequivocabile inutilità della TAV.

La stessa cosa si può dire del mega progetto del PUA.  Si prendano per esempio le conclusioni del Rapporto sul Turismo 2012, presentato dall`Osservatorio Nazionale sul Turismo e dalla Banca d`Italia elaborando le statistiche ufficiali dell`ISTAT. Secondo il citato rapporto, in un contesto globale che vede, anche nel settore turistico, la prepotente ascesa dei paesi c.d. emergenti “tra il 2009 e il 2012 si è assistito ad una forte flessione della domanda turistica degli italiani sia in termini di viaggi effettuati che di pernottamenti.”. Tali dati sono ancora meno lusinghieri  per quanto riguarda il turismo d`affari, segmento  a cui sembrerebbe rivolto il mega progetto del Pua con il suo megacentro congressi, come rileva l`Osservatorio sul Business Travel secondo cui il 2012 èstato un anno di fortissime perdite con 1,1 milioni di viaggi in meno nel territorio nazionale.

Stando così le cose  difficilmente si troverebbero privati interessati all`investimento da 500 milioni di euro che rischia di stravolgere il volto delle nostre coste, a meno che non vi siano oscuri interessi che facciano passare in secondo piano le sicure perdite in conto economico che da tale investimento sballato indubbiamente deriverebbero. Ai lavoratori edili colpiti dalla crisi gioverebbe molto di più un piano straordinario per la messa in sicurezza del nostro territorio e degli edifici esistenti, pubblici e privati,  a grave rischio sismico e idrogeologico, mentre per il rilancio turistico della città occorrerebbe una strategia che intensifichi le sinergie fra i piccoli operatori economici, come i titolari dei tanti Bed&Breakfast cittadini, e un`amministrazione attenta alla valorizzazione dell`immenso patrimonio artistico della città e ad un`offerta culturale all`altezza della sua storia bimillenaria.
Ma per questo ci vorrebbero amministratori lungimiranti, non una politica compiacente e complice degli interessi  degli speculatori immobiliari.

circolo città futura