domenica 17 luglio 2011

perché diciamo no alla manovra finanziaria del governo: contro la crisi, le nostre proposte alternative










La manovra del governo Berlusconi, votata in gran fretta, attacca i diritti sociali e i servizi essenziali: taglia la spesa pubblica per la sanità di 8 miliardi di euro ed aumenta i ticket, prevede un drastico ridimensionamento delle prestazioni assistenziali e delle indennità di accompagnamento e invalidità, colpendo diversamente abili ed anziani non autosufficienti.
Il governo continua a tagliare la spesa per la scuola pubblica, e insiste con il blocco degli  organici e l’accorpamento degli istituti; riduce l'indicizzazione  delle  pensioni  e  prevede il  futuro  aumento  dell'età  pensionabile  per  le  donne, prolunga il blocco delle assunzioni e dei salari dei dipendenti pubblici, 
Si prevedono nuove privatizzazioni dei servizi pubblici locali, negando la volontà popolare espressa dai referendum.
La parola d'ordine è "rassicurare i mercati e la finanza", "fare quello che dice l'Europa". Come se i mercati, la finanza, le scelte europee fossero oggettive leggi di natura a cui si può solo obbedire. Ma per questa via non si fa altro che ripetere le stesse ricette che hanno portato alla crisi e al disastro della Grecia. In questo modo continueranno a guadagnare gli speculatori e a pagare  le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati, i giovani, le donne.
La manovra del governo è socialmente iniqua ed economicamente recessiva.

Le nostre proposte alternative:

INVESTIRE NELLA FORMAZIONE, NON NELLA DISTRUZIONE
1. TAGLIARE LE SPESE MILITARI, riducendo gli organici dell'esercito, ritirando le truppe dall'Afghanistan, smettendo di bombardare la Libia, non acquistando i cacciabombardieri F35.
PER FARE COSA: FINANZIARE SCUOLA, UNIVERSITÀ, RICERCA E RIASSUMERE I PRECARI CHE IL GOVERNO BERLUSCONI HA LICENZIATO.

REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO
2. TASSARE CHI NON HA MAI PAGATO. In Italia l'1% degli ultraricchi possiede una quota di ricchezza pari a quella detenuta dal 60% della popolazione meno abbiente. Con una patrimoniale sulle grandi ricchezze, la tassazione delle rendite finanziarie, dei movimenti speculativi di capitale, il contrasto vero all'evasione fiscale, si recuperano 40 miliardi di euro.
PER FARE COSA: REDISTRIBUIRE REDDITO ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI, AI PENSIONATI, RIQUALIFICARE LO STATO SOCIALE E LA SANITÀ PUBBLICA.

3. DIMEZZARE GLI STIPENDI DEI PARLAMENTARI, ed eliminare gli enti inutili.
PER FARE COSA: STABILIZZARE I PRECARI DEL PUBBLICO IMPIEGO.

DIFESA AMBIENTALE, ENERGIE RINNOVABILI, INNOVAZIONE
4. IMPEDIRE LE OPERE AD IMPATTO SOCIO-AMBIENTALE DEVASTANTE. Solo tagliando la Tav Torino-Lione,  il Ponte sullo Stretto, il terzo valico della Milano-Genova si recuperano 30 miliardi di euro.
PER FARE COSA: POLITICHE INDUSTRIALI INNOVATIVE PER CREARE NUOVI  POSTI  DI  LAVORO  NEL  RISPARMIO  ENERGETICO,  LE  FONTI  RINNOVABILI,  LA  MOBILITÀ  SOSTENIBILE.

5. CONTRASTARE LE DELOCALIZZAZIONI DELLE IMPRESE, obbligandole a restituire i contributi pubblici ricevuti.
PER FARE COSA: DIFENDERE I DIRITTI DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI E RIQUALIFICARE I SETTORI PRODUTTIVI INNOVATIVI E SOSTENIBILI.