domenica 6 ottobre 2013

quel giorno chi se lo scorda...

Ninetta Burgio

















di Mauretta Nanni,
in ricordo di Ninetta Burgio

Era il 23 ottobre. Era venerdì.
     La mattina avevo lezione e il pomeriggio la messa in ricordo dell’ex Preside Cacco che era un grande uomo.
     C’era lo sciopero dei mezzi  e, come è uso nelle scuole, le classi erano semivuote. All’ultima ora non vedo nessuno : ”Alè, si va a casa un’ora prima!”, poi vedo Amin, alunno della classe: ”Alè, si fa lezione!” Amin è un ragazzo della Costa d’Avorio che era venuto in Italia l’anno prima e aveva avuto grandi difficoltà che lui affrontava con  nobiltà sorridente. La mamma, altrettanto nobile e altrettanto sorridente (credo sia la più bella donna con cui abbia mai parlato), veniva a chiedere del figlio e insieme a lei e agli altri professori l’abbiamo accompagnato al 2° anno.
     Quel venerdì  Amin era al 2° anno. Ci siamo seduti vicini a un banco e, per farlo esercitare sulla domanda nel passato con l’ausiliare Do,gli chiedo:”What did you eat yesterday at lunch?(Cosa hai mangiato ieri a pranzo?)” e lui :”I ate vegetables(Ho mangiato verdura)” e io, per farlo esercitare sul Past tense senza ausiliare Do, proseguo: ” Who cooked? (Chi ha cucinato?)” e lui: “My sister did”.Gli chiedo le stesse cose sulla cena e mi ripete che aveva cucinato la sorella; chiaramente mi sono chiesta dove fosse la mamma. Lui mi ha letto nel pensiero e nel cuore e mi dice in inglese corretto: “My mother died, my mother was killed.(Mia madre è morta, mia madre è stata ammazzata)” e io: ”How? (Come?)” e lui:”She was attacked. (E’ stata attaccata)”.  La mia reazione di persona che gli voleva bene era di abbracciarmelo forte forte, frenando le lacrime. La sua maniera altera e calda hanno fatto sì che gli mettessi una mano sulla spalla ,  in silenzio. Proseguiamo in italiano e mi dice che anche il padre era morto e lui e la sorella stavano con il secondo marito della mamma. Quando suona la campana facciamo un pezzo di corridoio insieme e, al momento di separarci, gli metto di nuovo una mano avvolgente sulla spalla e gli dico: “You are a good boy.”
       In sala docenti cerco qualche collega che facesse la mia stessa strada verso casa, non lo trovo e mi avvio in un silenzio stupefatto. A casa era arrivato Alberto da Catania per andare agli Stati Generali  Antimafia,insieme a lui c’era una donna abbastanza in età, Ninetta, che era venuta come Vittima di mafia e Alberto ne ha preso cura. Racconto la mia mattinata ancora incredula e Ninetta racconta la sua storia.
     Aveva avuto due figli e il primo era morto a 8 anni bruciato con l’alcol con cui aveva giocato, il secondo era stato ammazzato dalla mafia 12 anni prima e il corpo non era stato trovato fino a quando, un mese prima di quel 23 ottobre ,l’assassino aveva confessato e aveva detto dove era il corpo. (L’assassino era un ex studente di Ninetta).  A quel punto Alberto mi chiede di andare insieme a loro agli Stati Generali Antimafia, io mi rendo conto che il Preside Cacco avrebbe capito e andiamo.
     All’Auditorium entriamo con le Vittime di mafia e ci sediamo in terza fila dietro il Presidente della Repubblica, il Sindaco, l’ex sindaco e le autorità. Parla Grasso, parla Don Ciotti; corrono parole e filmati di uomini e donne che si indignano e credono. Alla fine parla il Presidente della Repubblica e, quando lui ha finito, Ninetta mi guarda decisa e dice: “Io devo dirla la mia storia al Presidente.” Io dico: “Vai a dirglielo.” Dopo  due minuti vedi giù questa donna piccola piccola che, guardando in alto, racconta la sua storia a Napolitano.
    La primavera successiva Ninetta mi ha telefonato per raccontarmi nel dettaglio il funerale del figlio con tutte le autorità. Il 12 Dicembre 2011 Ninetta è morta.
Amin ha fatto il 2° anno con me, è molto migliorato e al 3° anno ha scelto una specializzazione in cui io non insegnavo. Quando ci vediamo ci salutiamo con affetto.