domenica 13 maggio 2012

l'alternativa sociale e politica scende in piazza


















di Alberto Rotondo

Conosco bene le insidie del linguaggio retorico e i pericoli che si nascondono  nell’uso demagogico delle emozioni delle folle, così come avverto fortissimo il ritorno della barbarie fascista proprio nel successo crescente  dei  vari piccoli o grandi tribuni  che cavalcano le paure di milioni di donne e di uomini, a cui la crisi sta rubando il futuro.
Tuttavia, siccome ieri ho vissuto un’intensa emozione, e forse perché mi è impossibile liberarmi dagli schematismi  della mia mente maschile, chiedo a chi leggerà queste note un minimo di comprensione se esse appariranno retoriche.
Ieri l’Arco di Trionfo e il Foro romano non ha accolto plebi impaurite e tribuni vocianti, ma la realtà dei corpi di decine di migliaia di compagn*, venut* da tutta Italia non ad acclamare un leader o ad assistere allo show del comico cripto-fascista di turno, ma a manifestare i desideri e le speranze di un intero popolo.
Un popolo di donne, uomini, anziani e tantissimi giovani, in connessione ideale con i milioni di europei  che alle scorse elezioni presidenziali in Francia e alle elezioni politiche greche hanno dato uno schiaffo alle tecnocrazie finanziarie che governano oggi l’Europa.
E’ una realtà che nemmeno la più bieca censura di regime potrà cancellare.
Ieri dal palco del Colosseo si è elevata forte la voce di Vassili Primirikis, della segreteria nazionale di SYRIZA, una voce  che ci raccontava di un popolo stremato, usato come cavia nella vivisezione di massa praticata delle politiche neoliberiste della Troika. I greci infatti stanno sperimentando sulla loro pelle la catastrofe sociale e economica che si abbatterà sugli altri popoli di Europa, se verranno approvate le regole stringenti del cosiddetto fiscal compact.
Ma la voce emozionata del compagno Vassili ci ha parlato anche di altro: ci ha parlato di un popolo che resiste, che ha votato massicciamente le forze di sinistra che si oppongono ai diktat di Berlino e Francoforte e che si candida a  rappresentare un’alternativa sociale e politica, un’alternativa di governo.
A Roma, emozionati, abbiamo sentito anche la voce di Pierre Laurent, segretario generale del Partito Comunista Francese in rappresentanza del Front de Gauche, che si è opposto alla marea montante fascista e xenofoba della destra francese, ha rotto l’asse di ferro Merkel - Sarkozy contribuendo in maniera decisiva alla vittoria di Hollande, e si appresta  a lanciare una sfida di sinistra e di alternativa alla dittatura dei mercati e dei tecnocrati di governo, sin dalle prossime elezioni legislative.
In questo contesto,  l’appello alla speranza di Paolo Ferrero che ci invitava, quasi con accenti giovannei, a tornare nelle nostre case con la serena consapevolezza che anche in Italia un’alternativa sarà presto possibile  e che saremo noi a costruirla, le calde e applauditissime esortazioni unitarie di Cesare Salvi o l’analisi severa di Oliviero Diliberto sulla possibilità di vincere a sinistra la lotta per l’egemonia, non sono apparsi per la prima volta come voci dissonanti di una sinistra frammentata, confusa e inconcludente.
L’unità a sinistra non è un’opzione organizzativa ma una necessità, e il popolo del Colosseo ne è consapevole. Tuttavia l’unità non può essere costruita attorno a programmi vaghi e nei fatti subalterni alle politiche neoliberiste che stanno affamando l’Europa.
Il governo Monti gode di un’ampia maggioranza parlamentare che ha già votato il principio di pareggio di bilancio in costituzione e si appresta a ratificare, in contemporanea con la Germania della Merkel il fiscal compact.
Non sono d’accordo con chi dice che il PD sia confuso, ondivago, privo di un’identità e di chiari obiettivi programmatici. Il Partito Democratico, con i voti dei suoi parlamentari e l’appoggio al governo, sta contribuendo a stravolgere gli assetti costituzionali di questo paese,  ha approvato la controriforma delle pensioni che ha elevato l’età pensionistica a 67 anni e si appresta a sostenere la controriforma del lavoro con lo stravolgimento dell’art. 18.
Credo che si possano nutrire ben pochi dubbi sulla natura e l’identità di quel partito e sugli interessi che rappresenta, non certo quella delle lavoratrici e dei lavoratori, dei disoccupati e di quella stragrande maggioranza di persone che stanno subendo la crisi economica e i ricatti dei mercati. Ne siamo ancora di più consapevoli soprattutto qui in Sicilia, dove il PD governa alla Regione con l’MPA di Lombardo, inquisito per voto di scambio e collusioni con la mafia.
Ma da ieri una nuova forza è in campo, la forza che con Giorgio Cremaschi  ha invitato i sindacati non a una sfilata inutile a Roma il 2 giugno, come hanno annunciato CGIL-CISL-UIL, ma a un grande sciopero generale che paralizzi per una giornata il paese e dia forza  e consistenza  a un progetto alternativo.
E’ questa la speranza del popolo del Colosseo, il nostro popolo.