mercoledì 5 dicembre 2012

no al circo con animali, lettera agli operatori scolastici

















Neanche due mesi fa un cucciolo di giraffa concludeva la sua corsa disperata per le strade di Imola, abbattuto da forti dosi di anestetico, sarebbe morto da lì a poco.
Fuggiva dalla sua prigione, il circo Rinaldo Orfei, dove era detenuto dalla nascita in una gabbia insalubre e condannato a una vita di umiliazioni, per soggiogarne la volontà e mortificarne l’esistenza. Non più un essere vivente ma “un’ attrazione”.
Il 6 Dicembre Catania, in virtù di una legge assurda che obbliga i comuni a prevedere delle apposite aree per gli attendamenti circensi, “ospiterà” il circo di Sandra Orfei, che vanta tra le sue “attrazioni” la tigre bianca e ”l’ippopotamo più grande del mondo”.
Come immaginiamo gli ippopotami ? Come pensiamo che debba essere la vita di un ippopotamo felice? Un fiume, il cibo succulento della savana, il piacere indescrivibile di crogiolarsi nel fango per poi lavarsi in un bagno ristoratore.
Come pensate che viva l’ippopotamo più grande del mondo del circo Orfei? In quale fiume si bagnerà ? Quali compagni ippopotami potrà incontrare, per socializzare e crescere come un vero ippopotamo? Che cibo gli daranno per diventare sempre più grasso e sempre più grande, per non smentire la sua fama di “ippopotamo più grande del mondo”?
La crudeltà dell’uomo gli impedisce quasi tutti i comportamenti naturali; intrappolato in una vita da recluso e schiavo non sarà più un ippopotamo, avrà perso la dignità, per trasformarsi in oggetto di divertimento, attrazione da circo appunto.
Ogni anno sotto Natale, in omaggio a una finta e discutibile “tradizione”, migliaia di bambini in età scolare vengono accompagnati sotto un tendone, per partecipare a una mistificazione spettacolare della realtà.
Quelle bambine e quei bambini probabilmente si inteneriranno alla vista delle gesta della scimmietta clown o al coraggio della tigre bianca, ma a loro verrà nascosta l’immane sofferenza delle condizioni materiali di vita di questi poveri animali.
Per questo motivo, come realtà individuali e associative, impegnate nella difesa dei diritti degli animali ad un’esistenza libera e dignitosa, vi chiediamo di rinunciare definitivamente a questa riprovevole abitudine.
Una tradizione del Natale che ci piace ricordare è quella del presepe, che non a caso si fa risalire a Francesco di Assisi. Un bambino scaldato dalla vicinanza, dal fiato e dall’affetto di un bue e un asinello. 
Un simbolo universale di accoglienza e solidarietà fra tutte le specie viventi .
Anche in omaggio a questa ben diversa tradizione natalizia , invitiamo tutte/i le/gli insegnanti e operatori scolastici a non portare i bambini al circo, educando così al rispetto dovuto ad ogni specie vivente.

coordinamento delle associazioni antispeciste catanesi