“Un campus universitario al posto dell’ospedale Vittorio Emanuele”: nei giorni scorsi Enzo Bianco ha tirato fuori da “ignoti cassetti” un vecchio progetto, promettendo di farne uno dei temi centrali della propria campagna elettorale. L’idea di base è sempre la stessa: il nuovo piano sanitario regionale prevede la graduale dismissione delle strutture sanitarie del centro storico e la costruzione di un campus universitario, la cui gestione secondo le regole della finanza di progetto verrebbe interamente affidata ad imprese private. Un’operazione che priverebbe un quartiere popolare di presidi sanitari importanti, tra cui i reparti di ginecologia e ostetricia dell’ospedale “Santo Bambino”.
Già il 18 febbraio 2010, gli organi di stampa riportavano un comunicato stampa, dal titolo “Catania, Condorelli (Pdl) propone campus universitario all’ospedale Vittorio Emanuele”, con cui il capogruppo del Pdl Nuccio Condorelli, recentemente proposto al centrodestra come possibile candidato sindaco dal ras di Bronte Firrarello, con le stesse identiche motivazioni sosteneva con forza la necessità di tale intervento di “riqualificazione” del quartiere.
In questi giorni apprendiamo del sostegno alla candidatura di Bianco di Marco Forzese, recentemente approdato alla corte di Crocetta dopo lo squagliamento elettorale dell’UDC, un uomo che ha costruito le sue fortune elettorali grazie al ruolo di assessore ai servizi sociali della giunta Stancanelli. In entrambi i casi scorgiamo inequivocabili segni di continuità con il criminale disegno portato avanti negli ultimi anni a Catania dalle amministrazioni Scapagnini e Stancanelli, caratterizzate da una gestione clientelare del consenso e dalla collusione con interessi oscuri. Chiarisca quindi Bianco gli elementi di dettaglio di questa operazione, renda noti i reali interessi in gioco, in quali “cassetti” giace il progetto e con quali fonti si intende finanziarlo.
Ribadiamo che, in ogni caso, la città è di chi ci vive, ed un intervento di questo tipo non può realizzarsi senza il consenso degli abitanti, ma questa basilare richiesta di democrazia partecipata non sembra poter trovare accoglienza nella “grosse Koalition” che si appresta a sostenere il senatore Bianco, con la benedizione “rivoluzionaria” di Crocetta.
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