La straordinarietà del risultato elettorale di Renato Accorinti, e dei movimenti che hanno costruito dal basso la sua candidatura a sindaco di Messina, è tra i pochi segnali positivi dell’ultimo turno di elezioni amministrative in Sicilia.
Domenica 23 giugno, votando Accorinti, le cittadine e i cittadini di Messina avranno la possibilità non soltanto di liberarsi dai vergognosi anni di governo delle destre, che hanno portato il comune sull’orlo del dissesto finanziario, ma anche di inaugurare una nuova stagione politica di alternativa al sistema di potere affaristico e clientelare, costruito nel corso di più di cinquant’anni attorno a una delle più longeve dinastie familiari della politica siciliana, quella che fa capo al senatore Francantonio Genovese, capo indiscusso del PD messinese.
C’è un altro motivo per sostenere con entusiasmo Accorinti e l’autentica onda di partecipazione popolare che lo sostiene: un sindaco pacifista e non violento come Accorinti, di cui è noto l’impegno contro la militarizzazione dell’isola sin dagli anni delle mobilitazioni contro i missili americani a Comiso, è la risposta più bella che i territori alla violenza congiunta di gruppi dirigenti servili, e unicamente impegnati nella trasformistica arte dell’autoperpetuazione di se stessi, e ai disegni altrettanto violenti della potenza militare più grande del mondo, che con l’installazione del MUOS a Niscemi e il potenziamento della base militare di Sigonella ha impresso una svolta di stampo neocoloniale alla politica di occupazione militare dell’isola.
Messina ci dimostra che una sinistra aperta, plurale e unita può farsi partecipato progetto di governo di una grande città, speriamo davvero che sia d’esempio in Sicilia e in tutto il Paese.