sabato 10 agosto 2013

NO MUOS: eravamo migliaia ieri a Niscemi!


















Ieri un popolo pacifico e colorato si è ripreso un pezzo di Sicilia, entrando nella base USA in cui alcuni attivisti pacifisti erano arrampicati sulle antenne da più di ventiquattro ore in sciopero della fame. Il gesto simbolico più forte contro l'arroganza degli USA e dei governi suoi succubi.
Il movimento NO MUOS cresce e non si ferma, nonostante i vili attacchi di chi, come il presidente della regione Crocetta in un'intervista appena rilasciata, si permette vergognosamente persino di insinuare infiltrazioni, quando è ben noto che gli interessi della mafia sono legati a quelli delle basi NATO e USA, come ci ha insegnato Pio La Torre!
Ieri sera un tramonto unico e spettacolare, che rimarrà nella memoria di chi è stato alla sughereta di Niscemi, ha fatto da sfondo infuocato a una pagina di storia, con la base americana occupata pacificamente da tantissim* donne e uomini, anzian*, giovan* e bambin*.















Gli stoici, erano in diversi migliaia, ieri a NISCEMI.
di Domenico Stimolo

Il luogo non è una piazza, in veste “serale comizio”, tal per cui, come consolidato, si mette in atto il calcolo della “mattonella”: un metro quadro contiene 4 umani”.
Il luogo è ben altro. E  bastato che un presente, per lavoro, “ corrispondente di qualche primaria agenzia”, abbia lanciato il “referto”, che tutti, gli organi di informazione, non avendo propri inviati  sul posto, si siano lanciati nel riportare il numero, dei partecipanti: 1500, così hanno declamato e scritto a grande voce. Non corrispondente al vero.
Si metta un pomeriggio di un anonimo 9 agosto. Poi magari, per chi ne ha voglia, si scopre che la data è anche la ricorrenza del secondo lancio atomico in Giappone, Nagasaki. Quello dell’assassinio plurimo tecnologizzato.
Si metta ancora un “popolo “, per la pace, contro la militarizzazione del territorio,  in difesa della salute dei cittadini contro i velenosi raggi  che saranno irradiati dal costruendo gigantesco MUOS e da quelli nefasti inviati dalle 47 antenne già in opera da molti anni,  che, sotto la calura infernale dei  37/ 38° circa in atto, dalle ore 15, o ancor prima, inizia la salita della  malmessa trazzera dentro l’Area protetta della fantasmagorica sughereta.
Un percorso di oltre 4 Km, 5, chissà, fortemente accidentato.
Si metta, ancora che, prima di arrivare all’ingresso della Sughereta, la strada provinciale della contrada Pisciotto è piena, per kilometri, di autoveicoli, posteggiati dai pacifisti convenuti. 1, 2, 3 Km , ancora, in relazione dell’orario di arrivo.
Quanti saranno, gli stoici? Non è facile. Chi ha collaudata esperienza di manifestazioni anche in luoghi che non siano piazze, può affermare, in parecchie migliaia. Quattro, cinque, seimila, chissà……tutto si perde all’immediata vista, nei boschi e, nell’immensa radura frammista a collinette ove sono allocati i metallici siti preposti al disfacimento altrui.
La situazione ambientale, l’ infernale calura, e il contesto del territorio  non sono certamente adatti per tutte le situazioni fisiche e per le fasce anagrafiche.
E’ dura! Ma  i migliaia di convenuti, tantissimi i giovani, ragazzi e ragazze, resistono. Salgono e manifestano, con gioia e pacifico ardore. Non vogliono che, questo luogo d’incanto e tutte le aree residenziali del territorio circostante ( …per decine di kilometri), siano “sventrate” dalle invisibili nefaste onde elettromagnetiche.
Ormai tardi, quasi nel buio,  i civici democratici “liberano” gli eroici, una decina, che da quasi due giorni, “librandosi nell’aria”,  sono saliti sui tralicci delle imponenti antenne, già “ in servizio di propagazione”.
Poi, sul tardi delle 21.00, la discesa nella Sughereta. Ormai buio pesto. Diverse lampade tascabili cercano di illuminare il percorso. Una scena bella, di entusiasmo corale, di allegria. Un chiacchierio diffuso di diffonde tra i secolari alberi dell’oasi ambientale.
La Missione, di libertà e democrazia,  è stata compiuta.
Poi, sulla provinciale, nel buio impenetrabile, che più oscuro non si può, tutti si mettono alla ricerca del proprio automezzo e dei pullman, per ritornare alle loro originarie destinazioni.
Molti si sono fermati, per la notte nel presidio permanente, installato ormai quasi da una anno nella contrada Ulmo, dall’altro lato della Sughereta.
Il popolo si è svegliato! Altri appuntamenti verranno a breve per fermare le armature metalliche della “morte”.