mercoledì 28 agosto 2013

piazzetta Gramsci, restituire uno spazio urbano alla socialità




















Piazzetta Gramsci, proseguono i lavori per restituire un piccolo spazio urbano alla socialità; grazie ai suggerimenti delle ragazzine del quartiere, che con entusiasmo hanno accolto i nuovi colori della piazza come possibilità di riappropriazione della città, realizzati giochi da strada e una bella fioriera per le piante aromatiche locali.


sabato 24 agosto 2013

stranieri e carceri: le incredibili esternazioni di Alfano

fotografia di Alberta Dionisi
















di Domenico Stimolo

Angelino Alfano, come ben noto, oltre che deputato del Pdl è anche Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno.
Liberi tutti di esprimere le proprie opinioni, condivise o meno.…..lo afferma in maniera “sacrale” la Costituzione. Corre obbligo, però, contemporaneamente, per Chi ricopre primari incarichi di comando istituzionali, indicare  simultaneamente  alle proposte le soluzioni operative da adottare.  In caso diverso l’esternazione non vale.
Alfano, nell’ambito delle sue prerogative di governo, ha tutti gli strumenti per presentare una formale mozione o quant’altro di progetto legiferante affinché la sua esortazione, presentata davanti al folto pubblico del Meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini, per fare pagare ai paesi di provenienza i costi di “mantenimento” dei cittadini non italiani detenuti, possa iniziare a “marciare”.
Certo, è una idea dirompentemente innovativa su scala planetaria. Tale principio non esiste in nessun paese della nostra “Gaia Terra”. Infatti, attualmente, come da sempre vigente, i costi della detenzione per i cittadini incolpati di reati – condannati o in attesa di giudizio –, al di là del merito dell’accusa ( guarda caso in Italia, pur senza avere arrecato offesa a persone o cose vige il reato di clandestinità), sono assunti dalla “patria ospitante”.
Come fare quindi, per ribaltare tale “tendenza”?
Certo, oltre che scartabellare tra le “segrete cose” della storia del mondo, giusto per capire da dove nasce questa “bizzarria”, ragionevolmente si può supporre che bisognerà interessare l’ONU, le Alte Corti di Giustizia Internazionali e chissà quali altre supreme strutture mondiali. Bisognerà spiegare come la presentazione della richiesta sia confacente con l’art. 10 e 3 ( Principi Fondamentali) della Costituzione che affermano: “ l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute, e che, “ la condizione giuridica dello straniero è regolata dalle norme e dai trattati internazionali”……..Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politiche, di condizioni personali e sociali”.
Impresa certamente molto ardua. Però, la “buona volontà”, può superare tutti i perigliosi ostacoli.
Nel frattempo, si possono convocare in seduta plenaria, gli ambasciatori di tutti gli Stati che hanno “galeotti” in Italia, per avanzare la giusta proposta ed avviare proficue trattative. Gli ultimi dati ufficiali, del 31 luglio 2013, dicono che i Paesi, comunitari ed extracomunitari,  interessati sono 142.
Si aspettano notizie operative, su tutti i fronti del tema del contendere.
Certo, stupisce alquanto che, di fronte a tale forza rinnovativa, nessuno abbia risposto dagli scanni di CL di Rimini. Forse lo stupore avrà offuscato le civiche coscienze?
Un dato è certo, alfine. Ieri a Catania, dopo 15 giorni di straziante agonia, è morta una donna di 75 anni, sbattuta violentemente a terra da uno scippatore “nostrano”. Degli altolocati “innovativi” chi ha avanzato sdegno e condoglianze?


giovedì 22 agosto 2013

piazzetta Gramsci: domenica 1° settembre inaugurazione con autoproduzioni e design, street food e musica











Catania non ha mai dedicato una piazza a Salvatore Novembre, ucciso a piazza Stesicoro durante le manifestazioni del luglio '60, né a Graziella Giuffrida, maestra e partigiana. E' il momento che la città ricordi degnamente questi due giovani antifascisti anche nella toponomastica.
Nemmeno Antonio Gramsci, il più grande intellettuale italiano, compare nello stradario catanese; per questo il circolo città futura gli dedica un piccolo spazio urbano recuperato, minuscolo ma simbolico esempio di una socialità differente.
DOMENICA 1° SETTEMBRE INAUGURAZIONE DI PIAZZETTA GRAMSCI, dalle 19,30 in poi: autoproduzioni, vintage e artigianato, musica con Gregorio Lui e cena street food (dalla cipollina catanese alla spanakopita greca, tante specialità dal mondo, tutte vegan!).

inchiesta collettiva sulle spiagge della costa ionica siciliana: i report









attenzione: i materiali finora pubblicati sono solo parziali


(associazione Isola delle Correnti)


Lido di Noto - Marina di Avola
(Res.Ca.)

(Avola Resiste)

(S.O.S. Siracusa)

(Alberta Dionisi)

Brucoli - Costa Saracena

Agnone Bagni                              

(Catania Antispecista)

Plaja di Catania
(Catania Antispecista)

Scogliera di Catania - Acicastello


Riserva Naturale orientata La Timpa

(Clara S.)


Taormina - Letojanni



venerdì 16 agosto 2013

incubo di una notte di mezza estate (di randagio clandestino)

Alberta Dionisi




































Ora i falò sono spenti. Le bandiere possono tornare “ad asta intera”. I fuochi d’artificio hanno smesso da un pezzo di tracciare nel cielo i segni inconfondibili di una triste verità: il lutto cittadino era solo una colossale presa in giro, dietro cui si nascondeva la trappola finale per quei migranti che non avevano avuto il buon gusto di annegare insieme agli altri sei compagni di viaggio. Ora il problema è risolto comunque: dopo il carcere della scuola sigillata, ora per i sopravvissuti al naufragio c’è il carcere duro di Mineo, il 41 bis dei migranti, il lager umanitario della disumanizzazione del diritto alla vita. Nel pomeriggio la trappola è scattata: gli “sbirri” (smettetela di chiamare poliziotti certi squallidi soggetti in divisa!), hanno eseguito gli ordini del buon prefetto al servizio delle leggi criminali e dei loro arroganti legislatori. Con l’inganno, nello stile della più meschina e infame delle associazioni a delinquere di stato, hanno condotto in questura donne e bambini costringendoli a rilasciare le impronte con gli abituali pestaggi divenuti ormai l’unica espressione di tutela dei diritti costituzionali dei cittadini da parte delle cosiddette “forze dell’ordine”. Quindi hanno offerto alle vittime l’ultimo viaggio confortevole offerto dalla carità cristiana di uno stato cattolico apostolico romano a chi pretenderebbe di vivere senza averne i requisiti di “agibilità esistenziale” (tanto per usare un’allocuzione assai di moda per il rispetto dei diritti inviolabili del capo dei banditi italiani): tutti dentro! Dentro la grande gabbia del Cara di Mineo. Ora i falò sono spenti. E la massa dei fedeli seguaci del divertimento coatto dorme sazia di strafottenza e tutti ancor più liberi da qualsiasi residuo di solidarietà umana. Dormono soddisfatti di vivere in una terra che accoglie i prepotenti a stelle e strisce e svende se stessa ai signori della guerra mentre respinge e rinchiude in apposite galere chi fugge dalla fame e dalle guerre. Freedom freedom, gridavano ieri donne e bambini dalla scuola-prigione… Sì, libertà e giustizia! E l’unico modo di onorare il vostro coraggio e i vostri sacrifici è quello di cancellare immediatamente le leggi razziste che hanno trasformato il Mediterraneo in un mare-cimitero. Il resto è pura ipocrisia.

Randagio Clandestino

martedì 13 agosto 2013

rompere l'inerzia. unire la sinistra
















La condizione del Paese appare ogni giorno più degradata. La vita quotidiana di milioni di lavoratrici e lavoratori, di pensionate e pensionati, di grandi settori delle giovani generazioni è stretta nella morsa delle politiche neoliberiste. Lo smantellamento del tessuto produttivo e la perdurante assenza di una politica industriale rischiano di ridimensionare definitivamente l’Italia nella divisione internazionale del lavoro. Il Mezzogiorno appare consegnato a un deriva inarrestabile, di cui l’emigrazione intellettuale è segno inequivocabile.
Di fronte a questa situazione drammatica l’azione delle classi dominanti, dei grandi poteri internazionali che gravano sul Paese, del governo Letta, non è semplicemente incapace di risposte credibili. Più concretamente, la crisi, le sue conseguenze e le politiche che l’hanno creata costituiscono l’occasione per costruire nuovi equilibri sociali, politici e istituzionali, come dimostra plasticamente la reazione di Marchionne e della Fiat alla sentenza della Corte Costituzionale. Il violento attacco alla Costituzione rappresenta, anche sotto il profilo simbolico, la volontà di azzerare ogni eredità della stagione storica nata dalla lotta di Liberazione. La sorte che si intende riservare al referendum sull’acqua pubblica chiarisce meglio di ogni parola la concezione della democrazia che aleggia nelle stanze del potere. Ed è bene, come sempre nella storia italiana, non sottovalutare l’influenza del quadro internazionale. Il gravissimo comportamento del governo italiano su F-35 e Muos non allude soltanto a un riflesso condizionato di servilismo verso i corposi interessi del complesso militare-industriale, ma parla anche di scelte connesse al ruolo del territorio italiano come base per proiezioni aggressive verso l’Africa e il Medio Oriente.


Le responsabilità del Partito democratico nel determinarsi di questa situazione non possono in alcun modo essere sottovalutate e appaiono decisive nel disegnare il profilo complessivo di quel partito. Ciò non significa tuttavia esimersi dal considerare con attenzione il travaglio di una parte del suo gruppo dirigente e il sempre più evidente disagio di consistenti settori sociali che ancora vedono nel Pd il principale riferimento politico. Quanto alla sinistra italiana, la sua grave crisi di ruolo e di radicamento ha in questo quadro un peso – negativo – generale, poiché sono progressivamente venute meno le due funzioni essenziali che essa ha tradizionalmente svolto nella storia politica repubblicana: la difesa della democrazia e la rappresentanza del mondo del lavoro. È dunque ora di porre il problema dei compiti della sinistra di alternativa a questo livello di drammaticità storica, al fine di porsi concretamente il tema cruciale dell’efficacia politica. È un tema di fondo. La stessa prospettiva anticapitalistica, per non ridursi a mera evocazione, deve prendere parte attiva nei conflitti politici dell’oggi, agendo in essi oltre che svelandone il carattere sistemico.
Le difficoltà sono enormi. Ma sono i limiti soggettivi dei gruppi dirigenti, ogni giorno più gravi, ad avere finora impedito di cogliere gli spazi reali che pure esistono. In primo luogo vi è il dato – decisivo – che riguarda il quadro geopolitico che ci compete e che tanto ci condiziona: l’Europa. Nella maggior parte dei Paesi europei processi di riaggregazione della sinistra di alternativa hanno registrato successi notevoli. Successi politico-elettorali che si sono alimentati reciprocamente con una grande capacità di mobilitazione unificata dall’opposizione alle politiche della Bce. I partiti comunisti che hanno scelto, in varie forme, di investire su questi processi di riaggregazione della sinistra di alternativa sono stati in grado di superare crisi anche molto gravi.
Non mancano le potenzialità, nemmeno nella tormentata società italiana, nella quale, pure, si sono stratificati, in misura inedita, elementi di spaventoso degrado, la cui cifra più eloquente è fornita dalla nuova ondata di violenza maschile nei confronti delle donne. La Fiom-Cgil, in una condizione terribile, ha dimostrato che è possibile non soltanto tenere la posizione di un grande sindacato industriale di classe, ma anche ottenere importanti risultati nella difesa di diritti e condizioni del lavoro, e lavorare a una tessitura di rapporti con soggetti diversi che contestano le politiche neoliberiste. Lotte territoriali ormai radicate in ogni angolo del Paese stanno iniziando a costruire momenti di unificazione. Esperienze amministrative di rottura segnalano una larga disponibilità al cambiamento.
Non c’è dubbio che invece segna drammaticamente il passo il dibattito e, ancor di più, l’iniziativa dei soggetti politici della sinistra. Eppure anche qui vogliamo cogliere elementi positivi, sia pure embrionali. E su quelli lavorare, instancabilmente, per verificare ogni possibilità di dialogo, allo scopo di unire – come anche recentemente è tornato a chiedere Stefano Rodotà dalle pagine del manifesto – le forze dei movimenti.
In diversi articoli apparsi nelle ultime settimane su questo giornale si nota innanzitutto il bisogno di rompere l’inerzia, di produrre a sinistra una iniziativa unitaria. In alcuni si avanzano anche proposte interessanti, alle quali sarebbe grave non dare risposta e seguito. In particolare lo scritto di Giorgio Airaudo e Giulio Marcon contiene nel merito e nel metodo stimoli significativi. Convincono in particolare la connessione stretta stabilita tra mobilitazioni e «organizzazione di un campo del cambiamento» e l’esigenza di costruire uno spazio pubblico di discussione. Anche i temi indicati rappresentano un contributo serio a un’elaborazione programmatica capace di produrre iniziative a fianco dei soggetti sociali in lotta. Le differenze di accenti e di valutazione, che certo permangono, non debbono essere d’impedimento all’inizio del confronto.
Su un altro versante, un segnale positivo giunge anche dal congresso del Pdci, che pone correttamente l’obiettivo (non più rinviabile per ragioni, se non altro, di serietà) della riunificazione con il Prc nel quadro di un più ampio processo di unità a sinistra. Pensiamo che anche il percorso congressuale di Rifondazione comunista, che si avvia a settembre, possa e debba portare, oltre che un necessario, improrogabile rinnovamento del gruppo dirigente, significativi contributi a questa discussione, mettendo a valore un patrimonio di militanza e di presenza attiva nelle lotte che, nonostante i colpi subiti, rimane importante.
Si tratta di lavorare da subito per mettere in cantiere occasioni di dibattito, in cui si riprenda l’abitudine all’ascolto e alla discussione unitaria. Il che non significa un confronto diplomatico, ma la ricerca fattiva dei livelli possibili di convergenza. Il tempo stringe. La tentazione di una parte del Pd – fortunatamente non di tutto il Pd – di confermare il governo delle larghe intese persino dopo la condanna definitiva di Berlusconi; l’attacco concentrico alla Costituzione; i nodi sociali che si stringono ogni giorno e possono esplodere in autunno, ci consegnano la responsabilità di agire presto e bene.

Irene Bregola, segreteria nazionale Prc
Luca Cangemi, direzione nazionale Prc
Mimmo Caporusso, segreteria nazionale Prc
Simone Oggionni, portavoce nazionale Giovani Comunisti
Armando Petrini, segretario regionale Piemonte Prc
Roberto Sconciaforni, capogruppo Prc emilia Romagna

impregilo e pizzarotti: nei giorni del lutto, gli stessi affari sulla pelle dei migranti

















Oggi è stato un giorno di festa per i soci di Impregilo: sin dalle prime contrattazioni alla borsa di Milano si sono scatenati gli acquisti e il prezzo delle azioni è volato.

Si da il caso che il mercato abbia festeggiato la notizia dell’ultimo affare del general contractor di casa nostra: una favolosa commessa da oltre 900 milioni di euro per la realizzazione del primo tratto di un'autostrada a due corsie, destinata a correre lungo la costa libica dal confine tunisino a quello egiziano.

L’opera, finanziata dal governo italiano, sarà realizzata da un consorzio di imprese di cui fa parte la famigerata Pizzarotti, la multinazionale che gestisce i servizi di logistica per le basi americane in Italia, proprietaria del Villaggio degli Aranci, le ben note villette a schiera difettose, che sono state rapidissimamente convertite da alloggi per militari al ruolo concentrazionario del Cara di Mineo: migliaia di donne, uomini, bambine e bambini, deportat* al centro della Sicilia in attesa della conclusione delle lunghe ed estenuanti pratiche per il riconoscimento del diritto di asilo.

Stessi nomi e stessi affari milionari di sempre.  In Italia la gestione delle politiche sull’immigrazione è stata soprattutto questo, un grosso affare per i soliti noti... In questo caso la costruzione dell’autostrada è la principale contropartita economica del vergognoso trattato italo-libico del 2008, siglato in pompa magna regnanti Berlusconi e Gheddafi. Sarà bene ricordare una delle pagine più infami del governo Berlusconi: se l’impegno italiano era di tipo economico, Gheddafi si impegnava a intensificare i controlli dei flussi migratori provenienti dall’Africa subsahariana. Le clausole di quel trattato grondano del sangue di migliaia di donne e uomini, fermati nel loro viaggio di liberazione e lasciati morire tra le dune infuocate del deserto.

Questi sono i giorni del lutto e della riflessione, ma in attesa di conoscere il destino dei fratelli e delle sorelle migranti, ospiti della scuola Andrea Doria di Catania, mi interrogo sul significato di alcune dichiarazioni governative.
Cosa ha mai voluto dire la ministra Bonino dicendo che “non si possono fare miracoli “ o la ministra Kyenge quando si è appellata all’Unione Europea e a nuovi accordi per la gestione dei flussi migratori?
L’umanità migrante che scappa dalla miseria non va gestita, va accolta e se questo governo, com'è evidente, non è capace di farlo, si dimetta.

Alberto Rotondo

sabato 10 agosto 2013

san lorenzo dei migranti (di randagio clandestino)

















SAN LORENZO DEI MIGRANTI

Loro verranno dal mare
il 10 agosto sulle vostre spiagge
nella notte in cui anche le stelle
piangerebbero lacrime di sale -
verranno dai gorghi profondi
dei cimiteri marini
un popolo di esclusi e di reietti
mai rassegnati
a richiedere ancora un’altra vita
un’altra possibile vita
alle vostre vacanze insensate
d’assenza di coscienza e umanità.
Voi che reclamate benessere e consumi
e vacanze-crociera animate
da vacuo idiotizzante
divertimento coatto -
meschini uomini e donne
di un’Europa senz’anima – mercato
di vita e umanità mercificata –
voi li vedrete venire
dal mare sulle coste e sulle rive
nella notte di stelle piangenti
le mani protese incrostate di sale
e le lacrime bianche ormai cristallizzate
nei loro volti ribelli –
li vedrete riemergere dal mare
il popolo degli annegati
a pretendere ancora un altro approdo
un’altra possibile vita,
a pretendere ciò che gli fu tolto
con violenza ed inganno
da leggi disumane di rapina
e schiavismo – vergogna vacanziera
di un’Europa senz’anima
cristianamente assassina
d’uguaglianza e giustizia -
macchina da guerra
contro gli esclusi e i poveri del mondo.

Randagio Clandestino

NO MUOS: eravamo migliaia ieri a Niscemi!


















Ieri un popolo pacifico e colorato si è ripreso un pezzo di Sicilia, entrando nella base USA in cui alcuni attivisti pacifisti erano arrampicati sulle antenne da più di ventiquattro ore in sciopero della fame. Il gesto simbolico più forte contro l'arroganza degli USA e dei governi suoi succubi.
Il movimento NO MUOS cresce e non si ferma, nonostante i vili attacchi di chi, come il presidente della regione Crocetta in un'intervista appena rilasciata, si permette vergognosamente persino di insinuare infiltrazioni, quando è ben noto che gli interessi della mafia sono legati a quelli delle basi NATO e USA, come ci ha insegnato Pio La Torre!
Ieri sera un tramonto unico e spettacolare, che rimarrà nella memoria di chi è stato alla sughereta di Niscemi, ha fatto da sfondo infuocato a una pagina di storia, con la base americana occupata pacificamente da tantissim* donne e uomini, anzian*, giovan* e bambin*.















Gli stoici, erano in diversi migliaia, ieri a NISCEMI.
di Domenico Stimolo

Il luogo non è una piazza, in veste “serale comizio”, tal per cui, come consolidato, si mette in atto il calcolo della “mattonella”: un metro quadro contiene 4 umani”.
Il luogo è ben altro. E  bastato che un presente, per lavoro, “ corrispondente di qualche primaria agenzia”, abbia lanciato il “referto”, che tutti, gli organi di informazione, non avendo propri inviati  sul posto, si siano lanciati nel riportare il numero, dei partecipanti: 1500, così hanno declamato e scritto a grande voce. Non corrispondente al vero.
Si metta un pomeriggio di un anonimo 9 agosto. Poi magari, per chi ne ha voglia, si scopre che la data è anche la ricorrenza del secondo lancio atomico in Giappone, Nagasaki. Quello dell’assassinio plurimo tecnologizzato.
Si metta ancora un “popolo “, per la pace, contro la militarizzazione del territorio,  in difesa della salute dei cittadini contro i velenosi raggi  che saranno irradiati dal costruendo gigantesco MUOS e da quelli nefasti inviati dalle 47 antenne già in opera da molti anni,  che, sotto la calura infernale dei  37/ 38° circa in atto, dalle ore 15, o ancor prima, inizia la salita della  malmessa trazzera dentro l’Area protetta della fantasmagorica sughereta.
Un percorso di oltre 4 Km, 5, chissà, fortemente accidentato.
Si metta, ancora che, prima di arrivare all’ingresso della Sughereta, la strada provinciale della contrada Pisciotto è piena, per kilometri, di autoveicoli, posteggiati dai pacifisti convenuti. 1, 2, 3 Km , ancora, in relazione dell’orario di arrivo.
Quanti saranno, gli stoici? Non è facile. Chi ha collaudata esperienza di manifestazioni anche in luoghi che non siano piazze, può affermare, in parecchie migliaia. Quattro, cinque, seimila, chissà……tutto si perde all’immediata vista, nei boschi e, nell’immensa radura frammista a collinette ove sono allocati i metallici siti preposti al disfacimento altrui.
La situazione ambientale, l’ infernale calura, e il contesto del territorio  non sono certamente adatti per tutte le situazioni fisiche e per le fasce anagrafiche.
E’ dura! Ma  i migliaia di convenuti, tantissimi i giovani, ragazzi e ragazze, resistono. Salgono e manifestano, con gioia e pacifico ardore. Non vogliono che, questo luogo d’incanto e tutte le aree residenziali del territorio circostante ( …per decine di kilometri), siano “sventrate” dalle invisibili nefaste onde elettromagnetiche.
Ormai tardi, quasi nel buio,  i civici democratici “liberano” gli eroici, una decina, che da quasi due giorni, “librandosi nell’aria”,  sono saliti sui tralicci delle imponenti antenne, già “ in servizio di propagazione”.
Poi, sul tardi delle 21.00, la discesa nella Sughereta. Ormai buio pesto. Diverse lampade tascabili cercano di illuminare il percorso. Una scena bella, di entusiasmo corale, di allegria. Un chiacchierio diffuso di diffonde tra i secolari alberi dell’oasi ambientale.
La Missione, di libertà e democrazia,  è stata compiuta.
Poi, sulla provinciale, nel buio impenetrabile, che più oscuro non si può, tutti si mettono alla ricerca del proprio automezzo e dei pullman, per ritornare alle loro originarie destinazioni.
Molti si sono fermati, per la notte nel presidio permanente, installato ormai quasi da una anno nella contrada Ulmo, dall’altro lato della Sughereta.
Il popolo si è svegliato! Altri appuntamenti verranno a breve per fermare le armature metalliche della “morte”.