mercoledì 29 febbraio 2012

successo della FIOM alla St di Catania: grande segnale di lotta!



Dichiarazione di Luca Cangemi del coordinamento nazionale della federazione della sinistra


La formidabile affermazione della FIOM alle elezioni per le RSU dello stabilimento catanese della ST, una delle più grandi realtà produttive del meridione d’Italia, rappresenta uno straordinario segnale di lotta e di speranza per il mondo del lavoro e per l’intera società.

I lavoratori e le lavoratrici della ST hanno lanciato un fortissimo messaggio di opposizione a una linea aziendale che scimmiotta Marchionne sul piano delle relazioni sindacali e suscita gravi preoccupazioni sulle scelte industriali.

Il voto alla ST rafforza, inoltre, una posizione di duro contrasto alle gravissime iniziative del governo contro i diritti dei lavoratori, a partire dall’attacco all’articolo 18 e alle pensioni.

E’ necessario che tutte le forze della sinistra raccolgano questa netta indicazione che viene dai lavoratori metalmeccanici, sviluppando una grande iniziativa politica e sociale per sconfiggere i disegni di governo e Confindustria. Lo sciopero e la manifestazione nazionale indetti dalla FIOM il 9 marzo rappresentano un appuntamento decisivo per tutti coloro che non vogliono rassegnarsi al massacro sociale in atto.


l'art. 18 non si tocca! il 9 marzo, in piazza con la fiom

lunedì 27 febbraio 2012

per non dimenticare mai Stefania: una lettera di Ninni Noce alla preside dell'istituto comprensivo di Licodia Eubea


La preside dell'Istituto comprensivo "Fermi" di Licodia Eubea si è ignobilmente rifiutata di promuovere inziative in menoria di Stefania Noce nella scuola che aveva frequentato, lasciando la sua impronta di profondo impegno sociale e umanità.
Esprimiamo tutta la nostra indignazione verso la dirigente scolastica, verso cui il circolo città futura del PRC/FdS e tante associazioni, gruppi e collettivi di donne stanno indirizzando lettere di protesta.
Per prima, ci teniamo a pubblicare la lettera di Ninni Noce, papà di Stefania, con la certezza che, nonostante ogni tentativo di rimozione, la memoria della COMPAGNA STEFANIA vivrà per sempre, nelle mobilitazioni e nelle lotte, nei discorsi e nelle poesie di ciascuno di noi!!
GRAZIE STEFANIA!!




  AL DIRIGENTE SCOLASTICO DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “E. FERMI”

LICODIA EUBEA

Il sottoscritto NOCE GIOVANNI, padre dell’indimenticabile STEFANIA, assassinata assieme al nonno il 27 dicembre u.s., CHIEDE cortesemente alla S.S. il perché del rifiuto alle proposte spontanee, e credo io anche legittime, di vari docenti dei due ordini scolastici dell’istituto che da giorni hanno tentato di lanciare delle attività didattiche in vista dell’8 marzo, giornata della Donna, ispirate alla figura di Stefania, donna impegnata in senso civico e politico che l’Italia intera ha voluto tributare in più modi e in più occasioni proprio per l’originale essenza della Sua natura. Essenza che di certo, anzi sicuramente, non è passata inosservata neanche tra i banchi e i corridoi di codesta scuola, dove ha sempre brillato per profitto e rapporti interpersonali.
E’giunta voce che non si è nemmeno provveduto a tutt’oggi a fornire valide motivazioni al rifiuto delle proposte suddette per cui, ci si meraviglia del perché si voglia trascurare ancora una volta un’ occasione utilissima, per meglio spedire l’azione didattica ed educativa sotto vari aspetti e promuovere, al contempo, la coltivazione di quei valori e quei concetti cari ai principi dell’istruzione, nonché la rievocazione mai fuori luogo, della figura di Stefania, ancor meglio gradita perché a pochi giorni dai tristissimi fatti.
Si richiede, pertanto, debita argomentazione scritta in proposito con particolare riferimento alle motivazioni addotte dalla S.S., per potersi così attivare di conseguenza, com’è nel diritto del cittadino, com’è previsto dalla Costituzione e come avrebbe fatto sicuramente, anche meglio, la mia Stefania.
Certo di un attento riscontro della presente, il sottoscritto porge

Distinti Saluti

Giovanni Noce

giovedì 23 febbraio 2012

Chiese Evangeliche Battista e Valdese di Catania: solidarietà a Michelle

















Con un comunicato, le Chiese Evangeliche Battista e Valdese di Catania hanno espresso la loro profonda indignazione e preoccupazione l'aggressione del 14 febbraio a Michelle Santamaria:

"Deploriamo tale atto di violenza che nasce in un clima di crescente intolleranza verso le persone che abbiano un diverso orientamento sessuale, una diversa etnia, una condizione sociale di debolezza, uno status di immigrati, …. deploriamo qualunque atto di intolleranza e di violenza.
Affermiamo che tali atti contraddicono e negano la volontà di Liberazione e Salvezza dell’Evangelo che è Pace, Giustizia e Dignità e Amore per ogni essere umano.
Preghiamo e ci prodighiamo affinché nel nostro paese si sviluppi una cultura solidale e rispettosa della dignità di ogni persona.
Crediamo che alla luce dell'Evangelo di Gesù Cristo ogni essere umano è stato creato ad immagine di Dio ed è titolare di diritti inalienabili, così come sanciti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e nella Costituzione italiana.
Le Chiese Evangeliche Battista e Valdese si propongono come luogo di incontro, di preghiera e di accoglienza reciproca, affinché una nuova cultura di pace e di solidarietà possa mettere radici in mezzo a noi".

mercoledì 22 febbraio 2012

il villaggio greco e la geografia del mercato
















“…L’ Atene di Teseo era un villaggio, ed era un villaggio , sia pur diverso, l’Atene bizantina; e si suppone che continuasse ad esserlo, anche nei suoi anni migliori: non la poesia segreta e brulicante delle città d’Oriente, né l’architettura prestigiosa , tutta facciate, di una Alessandria antica o di una Roma, ma un luogo raccolto dove ciascuno era aggiornato sul prezzo delle olive e sull’ultima tragedia di Sofocle, dove la voce di Socrate si poteva udire da un estremo all’altro dell’Agorà…” (Marguerite Yourcenar, Villaggi greci)

Quando Marguerite Yourcenar scriveva i suoi appunti di viaggio, sul finire degli anni trenta del secolo scorso, l’Europa doveva ancora piombare nel buio tunnel del conflitto mondiale e sicuramente le sue considerazioni erano influenzate, da figlia della borghesia qual era, dall’educazione classica ricevuta, compiendo quel salto dalla “mitologia greca alla mitologia della Grecia”: lo straordinario prestigio dei miti che “a sicuro vantaggio dell’immaginazione dell’uomo aveva trasformato in concetti mitologici i luoghi stessi dove il mito aveva avuto origine, stabilendo così un vasto paese fittizio in parallelo a quello segnato sulle carte".
Oggi un’altra mitologia prestigiosa sta ridisegnando i confini di una geografia immaginaria, non il paese ideale cantato dai poeti e dipinto dai pittori, ma il freddo paese che esce fuori dai grafici delle quotazioni di mercato e dai modelli econometrici dei tecnocrati e dei decisori politici contemporanei.
Atene è salva. L’ Eurogruppo ha deciso di dare il via libera al piano di salvataggio da 130 miliardi di euro che ne eviterà la dichiarazione di insolvenza nel breve termine, ancora fosche restano le previsioni a medio/lungo termine e ciò spiegherebbe la maggiore prudenza manifestata dal Fondo Monetario Internazionale.
I mercati non si fidano dal quadro politico, che potrebbe cambiare radicalmente alle elezioni anticipate di aprile - se non si troverà il modo di rinviarle sine die - con le forze di sinistra, sia pure con proposte politiche non convergenti sulla questione del debito, che i sondaggi danno complessivamente oltre il 40%, e i socialisti e i conservatori alleati di governo in caduta libera.
Questo spiegherebbe la maggior cautela del FMI, altro grande “salvatore”, assieme all’UE e alla BCE, della nazione ellenica.
Il fatto è che, anche rimanendo all’interno del recinto simbolico del neoliberismo egemone, il quadro è sconfortante. La Grecia è da due anni in piena depressione economica, con una disoccupazione che si avvicina pericolosamente al 20% , una riduzione media del potere di acquisto dei salari di chi un lavoro continua ad averlo del 40%, il rapido e progressivo deterioramento della qualità dei servizi pubblici essenziali per effetto dei tagli draconiani della spesa pubblica, il sistema sanitario e scolastico vicini al collasso, l’aumento vertiginoso della povertà assoluta e relativa.
Nell’Atene del 2012 non è la voce di Socrate con il suo incessante Ti estì ad essere udita in ogni angolo della città, ma è la parola triste dei numeri del finanzcapitalismo contemporaneo ad aver distrutto l’agorà, è il fragore violento dei tumulti a sfigurarne il volto.
Da domani i commissari della Troika seguiranno da vicino il governo greco, che si trasforma sempre di più in mero esecutore dei diktat di Francoforte, mentre Monti, dopo aver concluso con insperato successo alla borsa di Milano il suo tour internazionale, che negli scorsi giorni aveva fatto tappa a Wall Street e alla City londinese, annuncia fiero che “siamo meno vicini al baratro di tre mesi fa”.
I mercati sembrano dare fiducia al commissario Monti e il famoso spread diminuisce, mentre Mario Draghi annuncia felice da Francoforte che la BCE la scorsa settimana non ha acquistato titoli del debito pubblico italiano sul mercato secondario.
Anche l’Italia è salva. La realtà purtroppo è ben diversa. Rischiamo di passare dalla dittatura dello spread alla dittatura del Pil. Uno dei dogmi delle politiche neoliberiste è che alla fase del risanamento del debito bisogna far seguire la fase della crescita del Prodotto Interno Lordo, utilizzando le leve della competitività.
E la competitività, secondo le ricette neoliberiste, si recupera soltanto in due modi: da una parte riducendo il potere di acquisto dei salari e massacrando i diritti dei lavoratori, dalla tutela del posto di lavoro all’attacco alle libertà sindacali e alla contrattazione collettiva, dall’altra smantellando quel po’ che resta dello stato sociale, svendendo e “liberalizzando”, ovvero rendendo disponibili al mercato e al profitto beni pubblici fondamentali a presidio del diritto di ognuno ad un’“esistenza libera e dignitosa”, come si esprime la nostra cara vecchia Carta Costituzionale, che rischia di cadere in desuetudine.
Qualunque sia lo scenario che si verrà a determinare, come conseguenza delle scelte del capitale finanziario globalizzato, appare sempre più evidente che gli anni che ci aspettano saranno, per noi abitanti della provincia meridionale dell’Europa prussiana, gli anni di una nuova grande depressione.
Se è giusta questa analisi, tutti coloro che credono, sperano o sognano di dare un futuro alla politica come istanza di trasformazione della società e non di mera amministrazione del presente, devono fare i conti con l’assunzione di una responsabilità storica e di lungo periodo.
In questi anni nel nostro paese vedremo probabilmente crescere la tensione; gli equilibri politico-istituzionali e sociali che hanno garantito, anche con compromessi poco nobili, la coesione sociale stanno saltando, e la sfiducia verso le grandi centrali organizzative del consenso sociale e politico è salita a livelli di guardia.
Il pericolo di una sterzata autoritaria è forte e concreto, aggravato dai tanti tribuni mediatici che cercano di avvantaggiarsi dalla crescita esponenziale del malcontento popolare.
Alla sinistra, a tutti noi, spetta un compito difficile: provare a ricostruire dalle macerie del presente un tessuto di relazioni umane autentico, dislocare i conflitti che le dinamiche predatorie del capitalismo suscitano su un terreno altro dal semplice ribellismo o dal riproporsi di inutili e dannose mitologie insurrezionali.
Provare, per riprendere la metafora iniziale, ad immaginare un’altra geografia, in cui i nostri sogni e i nostri ideali lavorano concretamente e solidalmente per la costruzione di una società più giusta.
Cominciamo a farlo a partire dalle nostre città, dai territori che abitiamo e dalla gente che incontriamo. Non sarà facile, ma non vi è altra alternativa alla barbarie.

Alberto Rotondo

sidra, restituire il canone fognario: richiesto incontro al prefetto




















Nelle scorse settimane una delegazione del circolo Città Futura ha incontrato il Presidente della Sidra per chiedere le ragioni della mancata restituzione agli utenti del canone « fognature e depurazione » riscosso nel biennio 2006-2008.
Il canone è stato dichiarato illegittimo dalla sentenza n.335/2008 della Corte Costituzionale e successivamente un provvedimento normativo del 2009 ne ha imposto la restituzione.
Già all’indomani della sentenza il circolo Città Futura, che fin dall’inizio aveva denunciato l’iniquità della riscossione di questo canone, si era subito attivato per permettere ai cittadini di chiedere alla Sidra il rimborso delle somme riscosse illegittimamente, consegnando moltissime richieste formali di rimborso agli uffici della società. Ma, nonostante il CdA della Società d’Ambito abbia a sua volta già disposto la restituzione di queste somme con una delibera del 2010, la Sidra non ha ancora restituito nulla agli utenti.
Durante l’incontro il Presidente della Sidra ha sostenuto di non poter dar applicazione a questa delibera a causa di un conflitto di attribuzione tra l’ATO, la Sidra ed il Comune di Catania, che della Sidra è unico azionista.
Per questa ragione il circolo Città Futura ha chiesto un incontro al Prefetto di Catania, affinchè venga finalmente fatta chiarezza sulla vicenda e vengano finalmente restituite ai cittadini le somme illegittimamente loro imposte.

lunedì 20 febbraio 2012

tarsu garage dichiarata illegittima: continuiamo l'impegno per la riduzione delle tariffe e una vera raccolta differenziata





















Dichiarata illegittima la TARSU sui garage: un risultato importante delle battaglie di questi anni

La sentenza della commissione tributaria regionale conferma le ragioni delle nostre mobilitazioni e i ricorsi di migliaia di cittadini dichiarando l’illegittimità della TARSU applicata a garage e cantine dall’amministrazione comunale di Catania.
Dal 2005 in poi l’amministrazione catanese, per cercare di risanare le casse del comune svuotate da anni di sprechi e cattiva amministrazione, non solo ha più che raddoppiato l’ammontare della TARSU, ma ne ha imposto il pagamento anche per i garage, spazi in cui non si producono rifiuti, applicando addirittura pesanti sanzioni per i 5 anni precedenti.
Rileviamo che la giunta Stancanelli si propone di insistere su una linea di vessazione dei cittadini anche dopo la sentenza, anche facendo pressioni sulla Commissione tributaria provinciale. E’ un atteggiamento arrogante ed insensato che obbliga i cittadini ad attendere lunghi anni per ottenere il rispetto di elementari diritti ed espone il comune ad un contenzioso perdente ed oneroso.
Il circolo “Città Futura” del Partito della Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra ribadisce la sua determinazione nel continuare la mobilitazione ed anche l’azione legale a sostegno dei cittadini.
Ancora una volta emerge l’assoluta incapacità di questa ammnistrazione nell’affrontare i problemi della città, a partire da quello della gestione del ciclo dei rifiuti che avrebbe bisogno di interventi di ristrutturazione profonda per garantire un servizio efficiente e sostenibile di raccolta e gestione dei rifiuti ed una riduzione significativa delle tariffe.

domenica 19 febbraio 2012

domenica 26 febbraio, la scuola che non si arrende






















domenica 26 febbraio, dalle 10 alle 19.30, il circolo Prc Catania Olga Benario promuove:
LA SCUOLA CHE NON SI ARRENDE

UNA GIORNATA INSIEME
PER DISCUTERE DEL RECENTE PASSATO, DEL PRESENTE, DEL FUTURO
DEL SISTEMA DELL’ISTRUZIONE.

ad Area Keré - via Macherione, 21 Catania

Ore 10/13,00. Appunti per una discussione.
Relazioni su: RSU, rappresentanza, contrattazione;
l’integrazione scolastica delle persone con disabilità;
il ruolo dei docenti di laboratorio;
l’istruzione italiana all’estero;
la condizione del personale ATA;
la questione INVALSI;
l'edilizia scolastica;
la legge Brunetta.

Ore 13,30 pranzo sociale veg

Ore 15,00 seminario su organici e precariato

Ore 17,00 dibattito
"La scuola nell’era del governo tecnico”
Intervengono le forze politiche della sinistra e le organizzazioni sindacali della scuola.

sabato 18 febbraio 2012

solidarietà a michelle, fermiamo la violenza trans/omofoba















Quanto accaduto la notte di San Valentino in pieno centro a Catania, merita una condanna severa e indignata contro il vile atto di aggressione fisica a Michelle Santamaria, la transessuale selvaggiamente aggredita all’interno di un noto pub del centro storico da un branco di “soliti idioti”, ed il sincero augurio che Michelle abbia a riprendersi presto dal trauma fisico e psicologico subito.
È altresì urgente riallacciare i fili di un discorso pubblico che sappia fornire efficaci strumenti di analisi sulle cause che determinano l’intensificarsi e il continuo riprodursi di atti di estrema violenza.
Nella nostra società agiscono potenti dispositivi culturali di controllo e repressione violenta del libero autodeterminarsi dei corpi; i ruoli di genere e il paradigma normativo eterosessuale inchiodano molti maschi a dover dare continua prova di una virilità, che sentono minacciata da persone come Michelle che, sfidando lo stigma sociale e le difficoltà della transizione, ha deciso di liberarsi dalle catene strette che impedivano l’espressione della sua affettività e corporeità.
Dal racconto di Michelle apprendiamo che l’ira violenta abbattutasi su di lei pare sia stata scatenata dal fatto che una decina di ragazzini e giovani maschi mal tolleravano le sue sembianze troppo maschili, il suo mostrare differenti modalità di espressione corporea e sessuale, al di là dei generi e dei canoni.
Ugualmente ci indigna l’abominevole indifferenza, se non ostilità, che ha “accolto” il dolore e l’umiliazione che deve aver provato Michelle.
Ci indigna ma non ci stupisce.
Sembrerebbe che Michelle sia stata allontanata dai gestori del locale e che si sia con difficoltà recata al pronto soccorso, dove le è stato diagnosticato un trauma cranico e toracico e una vertebra fratturata.
Il locale in questione organizzava da qualche anno delle ambigue serate, che con l’ammiccante invito “non solo etero”, attiravano frotte di giovani maschi frustrati, con la promessa della trasgressione, vero totem simbolico dei nostri tempi falsamente tolleranti e libertari.
Una trasgressione che finisce con il riaffermare con la violenza omofobica e transfobica quei codici e quei ruoli che si propone di trasgredire, sia pure per una notte ed entro certi limiti. Quei limiti che il corpo di Michelle, visibilmente e orgogliosamente attraversato dai segni della sua irriducibile differenza, mette in luce nella loro reale natura di barriere simboliche al libero e consapevole autodeterminarsi di ciascuno di noi.
In un contesto in cui la “grande crisi del capitalismo in crisi” sembra determinare un rapido e progressivo imbarbarimento delle relazioni sociali e politiche, riteniamo confermate le ragioni che ci hanno spinto a costituirci come collettivo lgbtq non violento, antirazzista, antisessista e antispecista e lanciamo un appello a quant* donne, uomini, lesbiche, gay, trans, etero, hanno condiviso con noi questi percorsi a non abbassare la guardia.

venerdì 17 febbraio 2012

sigonella base di morte: no ai droni!!



In una conferenza stampa Luca Cangemi del coordinamento nazionale della Federazione della Sinistra, ha denunciato i gravi rischi cui le attività della base di Sigonella espongono il traffico aereo civile, in particolare quello che fa perno sull'aeroporto di Catania. La scelta di Sigonella come centro di comando e di controllo del nuovo sistema di sorveglianza terrestre, l'AGS, che rende la base in territorio siciliano la capitale mondiale dei droni, gli aerei senza pilota, desta una grande preoccupazione perché sempre più trasforma il nostro territorio in una piattaforma armata per gli interventi aggressivi degli USA. Il nostro governo dimostra ancora una volta il suo servilismo, tanto più inaccettabile in fase in cui si minacciano interventi in Iran, Siria, Africa - ha dichiarato Cangemi. Intanto si accentuano rischi, disagi e pesanti ricadute economiche sul traffico aereo che fa perno sull'aeroporto di Catania.
La base di Sigonella rappresenta da sempre un tappo allo sviluppo dello scalo di Fontanarossa. Basti pensare come l'assurda dipendenza del volo civile dal radar militare di Sigonella diminuisca i voli possibili, esponga a rischi e ritardi, subordini il traffico aereo civile, decisivo per lo sviluppo economico, alle esigenze militari.
I droni rappresentano un altro colpo alla sicurezza dei cieli. Gli aerei senza pilota, Global Hawk e Predator non sono certo sconosciuti a Sigonella, anzi sono una presenza consueta, come ha denunciato più volte il giornalista Antonio Mazzeo. Un recente NOTAM, (Notice To AirMen) segnala attività di velivoli militari senza pilota nel periodo tra ottobre e gennaio. Tutto ciò non è senza conseguenze da quelle note (ritardi, aerei costretti a rimanere in volteggiare in attesa dell'autorizzazione ad atterrare con conseguente spreco di carburante) a quelle immaginabili (rischi d'incidenti e inquinamento). Con l'ultima decisione dei vertici militari Usa e Nato la situazione diventerà insostenibile. Del resto il governo spagnolo ha rifiutato la possibilità di concedere il territorio di Zaragoza perché la vicinanza all'aeroporto della città" poteva generare restrizioni al traffico, saturazione nello spazio aereo e problemi durante gli atterraggi e i decolli". Perché la Spagna difende i propri cittadini e l'Italia no? Lo stesso allora comandante italiano della base aveva affermato nel 2008, nel corso di una visita parlamentare che la gestione dei Global Hawk non è compatibile col traffico del vicino aeroporto di Fontanarossa.
Di fronte a questa inquietante prospettiva è necessaria una forte mobilitazione che fermi i progetti di guerra, tuteli il territorio e i cittadini e riproponga l'obiettivo della fine delle servitù militari della riconversione civile della base di Sigonella, come traguardo strategico per lo sviluppo economico e sociale della Sicilia che può avvenire solo con l'assunzione di un ruolo di pace e cooperazione - ha concluso Cangemi.

giovedì 16 febbraio 2012

appello per la liberazione di rossella urru






















Nella notte tra il 22 e il 23 ottobre Rossella Urru ed altri due cooperanti spagnoli (Ainhoa Fernandez de Rincon, dell’Associazione amici del popolo saharawi, e Enric Gonyalons, dell’organizzazione spagnola Mundobat) sono stati rapiti da uomini armati, arrivati a bordo di diversi pick-up. Originaria della provincia di Oristano, Rossella Urru, 29 anni, e’ rappresentante della ONG Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli (Cisp) e lavora da due anni nel campo profughi Saharawi di Rabuni, nel sud ovest dell’Algeria, coordinando un progetto finanziato dalla Comunità europea.
Rossella si occupava di rifornimenti alimentari, predisponeva la distribuzione con particolare riguardo alle necessità di donne e bambini. Rossella Urru e’ laureata in Cooperazione Internazionale presso la facoltà di Conservazione dei Beni Culturali di Ravenna, proprio con una tesi sul popolo Saharawi.
Dalla notte del sequestro non si hanno avuto notizie di Rossella Urru fino al mese di dicembre quando un gruppo dissidente dell’Aqmi (Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya ) ha rivendicato il rapimento. ancora ostaggi.
Grazie a rapporti personali col popolo tuareg da parte del consigliere regionale ClaudiaZuncheddu, sappiamo che Rossella è viva e che si trova in un territorio desertico quasi inaccessibile, crocevia di interessi contrastanti fra governi e movimenti, dove ovviamente assume rilevante importanza l’intreccio delle funzione di mediazione di soggetti diversi. I sequestratori mirano ad un riscatto per acquistare armi necessarie alla loro lotta per l’indipendenza. Il governo algerino, che conosce il territorio desertico a palmi, tuttavia non e’ favorevole alla mediazione con riscatto visto che sarebbe il destinatario di una insurrezione armata da parte del fronte del Polisario armato. In aggiunta il governo francese, spinto da mire neocolonialiste, e’ fortemente interessato alla liberazione forzata dei ragazzi sequestrati, mettendo così a rischio la loro incolumità.
Sono passati 117 giorni dal suo sequestro e rivendichiamo la sua liberazione, il silenzio che la circonda e’ assordante.
Lasciamo ai servizi ed alle ambasciate rispettivi ruoli e rispettiamo il desiderio dei familiari di mantenere basso il profilo sulle trattative tuttavia dobbiamo fare in modo che si parli di questo sequestro per spingere le nostre amministrazioni, i nostri governi e quanti piu’ Stati possibile ad intraprendere azioni diplomatiche per la liberazione di Rossella.
Forse i suoi sequestratori fanno paura ai diplomatici.
Forse il sequestro e’ capitato in un momento storico in cui tutte le attenzioni dei governi sono rivolte allo spread, ai bund, alle borse, ai mercati ed alle finanze.
Forse e’ capitato proprio quando in Italia si e’ verificato un cambio traumatico di governo e si affronta una crisi economica gravissima.
Ma non si puo’ perdere altro tempo e tutti noi dobbiamo chiedere a gran voce che le autorità competenti rivolgano la massima attenzione al problema della liberazione di Rossella.
Il nostro appello e’ rivolto alle organizzazioni, alle ambasciate, ai mediatori, ai servizi ed ai governi, centrale e regionale, perchè utilizzino tutti i mezzi e tutte le strategie possibili per riportare Rossella a casa quanto prima.
Il fratello di Rossella dice : “le parole cedono di fronte a tanto assurdo, si sgonfiano e sembrano afone . Eppure, in questa vibrante impotenza in cui ci troviamo, sono quel poco che ci è concesso, un nonnulla che tenta di colmare un abisso e una distanza insospettati; che riescono appena a tenerci in piedi, a farci avanzare”.
Parliamo di Rossella fino a diventare afoni anche noi, parliamo di lei e di questo popolo abbandonato nel mondo che lei ha voluto aiutare nonostante i troppi rischi.

mercoledì 1 febbraio 2012

il blog cambia veste grafica!!

















per il mese di febbraio, il blog sarà in ristrutturazione, per tornare con una nuova veste grafica e contenuti ancora più interessanti! tutti i vecchi post rimagono consultabili, per ogni informazione sulle attività del circolo seguiteci sulla pagina facebook... a presto!!