giovedì 30 settembre 2010

programma spettacoli liberafesta 8, 9 e 10 ottobre


































programma dei concerti
a LIBERAFESTA 2010

venerdì 8 ottobre
scanzunati combat folk
e
acque luride oscure

sabato 9 ottobre
figli dell'officina
e
giuffrida srl

domenica 10 ottobre
Il canta Storia
(Pierluca Abramo, Francesco De Francisco, Gianni Famoso, Ciccio Giuffrida)
in
Lu patruni è suvecchiu
canti popolari, sociali e di protesta

e
delusion on air

ingresso libero
tutte le sere osteria, buona cucina e buon vino a prezzi popolari

martedì 28 settembre 2010

no al ponte, manifestazione nazionale il 2 ottobre a messina


































La federazione della sinistra siciliana aderisce e partecipa alla manifestazione nazionale del 2 ottobre contro il ponte sullo stretto di Messina.
Manifestiamo a un anno di distanza dalla tragica alluvione che seminò morte e distruzione nella zona sud di Messina, dopo che nessuno dei problemi sollevati da quel disastro in merito alla cura del territorio è stato affrontato.  In questi mesi altre comunità in provincia di Messina, ad esempio nella zona dei Nebrodi, in Sicilia e in tutto il Sud, hanno dovuto fronteggiare drammatici problemi causati dall’abbandono del territorio.
Intanto va avanti il grande progetto del massacro del territorio e dell’affarismo, della dissipazione del denaro pubblico: il cosiddetto progetto del Ponte sullo Stretto.
Il 2 ottobre sarà un momento fondamentale per denunciare questo paradosso, in cui si saldano le caratteristiche fondamentali di un sistema di potere inaccettabile e per questo sarà una grande occasione di unificazione delle lotte sociali, civili, ambientali che attraversano la Sicilia.
Il successo del corteo deve essere un segnale importante di un impegno per il cambiamento,fil in una fase drammatica della vita dell’isola, segnata dal degrado della vita pubblica e da devastanti problemi sociali.

 Luca Cangemi (PRC)
Salvatore Petrucci (PdCI)
Concetto Scivoletto (Socialismo 2000)
Pietro Milazzo (Lavoro e Solidarietà)


Rifondazione Comunista aderisce attivamente alla manifestazione No al Ponte Si al risanamento del territorio del 2 ottobre a Messina. Tante iniziative in Sicilia per promuovere la manifestazione.

L’adesione di Rifondazione Comunista alla manifestazione No Ponte del 2 ottobre a Messina è un propriamente “naturale”. Da sempre convinti che l’idea del Ponte è insensata, la nostra contrarietà oggi è, se possibile, ancora più forte di fronte ai drammi delle popolazioni colpite dalle conseguenze di decenni di abbandono del territorio. Giampilieri, San Fratello, Caronia, le oltre mille frane della provincia di Messina, quelle di tutta la Sicilia e della Calabria, i morti, i feriti, gli sfollati: il governo nazionale, con il sostegno delle istituzioni locali, non recede di fronte a nulla. Per questo bisogna far sentire forte la nostra voce. Dirottare le enormi risorse destinate a un’opera fantasma al risanamento e messa in sicurezza delle popolazioni deve essere un imperativo categorico.

Siamo a fianco della Rete No Ponte, punto di riferimento imprescindibile per questa battaglia che vede insieme tutte le forze della sinistra reale. Il nostro sostegno è attivo: in questi giorni, in tutta la Sicilia, diamo vita a tante iniziative che continueranno anche dopo il 2 ottobre.

Vogliamo che siano sempre di più i siciliani consapevoli che la questione del Ponte è centrale rispetto al tipo di sviluppo necessario. Vogliamo essere in tanti il 2 ottobre a Messina a dire che la Sicilia e la Calabria vogliono investimenti per opere pubbliche vere al posto di progetti inutili e irrealizzabili.

Arcangelo Longo, Segreteria regionale Prc – Responsabile Organizzazione


I SOLDI DEL PONTE PER LA SICUREZZA E IL LAVORO

Ma perché “No al ponte sullo Stretto?”. Chi fa ancora questa domanda dovrebbe cominciare a farsi quella opposta “Ma perché si deve fare, questo ponte?”. Dopo una propaganda ventennale e dopo aver dilapidato circa 500 milioni di euro, i fautori del ponte non sanno ancora dire né perché nè come.

Al contrario, senza prendere un solo euro di soldi pubblici, i critici – che hanno come punto di riferimento imprescindibile la Rete No Ponte – hanno detto, scritto e dimostrato perché il ponte non si può e non conviene farlo. Ma le ragioni del no non hanno accesso sui grandi mezzi di comunicazione, quindi bisogna sempre ripetere.

Non si può

Perché chi prende tanti soldi per farlo non ha risolto i problemi tecnici relativi alla costruibilità. Più evidente di così… Esistono nel progetto di massima una trentina di parametri scoperti (compresi quelli sismologici), di cui almeno la metà insormontabili. Gli studiosi di tecnologie dei materiali stimano in 125 anni il tempo minimo necessario affinché tutte le strutture finora previste possano essere pronte. I materiali da impiegare e la struttura da progettare non darebbero comunque sufficienti garanzie di tenuta rispetto ad alcuni fenomeni certi: l’elevatissima sismicità dello Stretto, le forti correnti (che renderebbero comunque non transitabile il ponte almeno 60 giorni l’anno), la distanza in progressivo aumento tra le due coste.

Non conviene

L’idea del ponte nasce in un periodo di aumento del traffico automobilistico e ferroviario sulle lunghe distanze. Oggi la situazione è mutata. Questo tipo di traffico è drasticamente diminuito e calerà ancora di più in futuro. Per le lunghe distanze le persone usano sempre più l’aereo. Per le brevi distanze e per il trasporto delle merci conviene utilizzare e potenziarle vie del mare, ammodernando le navi e distribuendo più razionalmente le rotte. Insomma: del ponte nessuno saprebbe più che farsene! Tanto più che il costo del pedaggio sarebbe esorbitante. Ciò renderebbe l’intera operazione un disastro economico. Persino il tunnel sotto la Manica, che pure collega due stati ricchi come Francia e Inghilterra e non due regioni povere come Sicilia e Calabria, si è rivelato un fallimento finanziario.

Non si deve

Prescindendo da queste e altre importanti considerazioni (compreso quelle paesaggistiche, cioè il rispetto per un ecosistema unico al mondo, e occupazionali, dal momento che darebbe poco lavoro e comunque a termine, mentre ne toglierebbe tanto e stabile), il ponte è una grande provocazione verso siciliani e calabresi, stretti da mille emergenze. E’ uno scandalo enorme: di fronte a territori che ormai vengono giù con semplici piogge abbondanti (Giampilieri, San Fratello, Maierato, ecc.) si danno risorse imponenti “a perdere” a grandi imprese del Nord, invece di investire nella messa in sicurezza del territorio e nelle infrastrutture di cui realmente c’è gran bisogno (ferrovie, strade, aeroporti, scuole, edifici pubblici, forestazione, agricoltura, ecc.) che darebbero sicurezza, qualità alla vita, occupazione immediata: sono queste le uniche e vere opere pubbliche di cui abbiamo reale e urgente bisogno.

UN SOLO NO: ALLO SPERPERO!

CENTO SI: ALLE OPERE PUBBLICHE, ALLA SICUREZZA, ALL’OCCUPAZIONE, ALL’AMBIENTE, ALLO SVILUPPO!

Partito della Rifondazione Comunista – Comitato Regionale Sicilia

sabato 25 settembre 2010

riprendono le attività del GAP, gruppo di acquisto popolare






















domenica 3 ottobre, dalle ore 10 ale 13, nella sede del circolo città futura, via conte di torino, 29/i, catania,
ricominciano le attività del gruppo di acquisto popolare
troverai pane ad 1 euro al chilo,
frutta e verdura, olio, vino e conserve da agricoltura biologica

gap - gruppo di acquisto popolare - città futura - catania

venerdì 24 settembre 2010

clandestino day

Lombardo e la catastrofe sociale della Sicilia - articolo su "Liberazione"

E' nato il nuovo governo Lombardo. E' il quarto dalla primavera del 2008, da quando il blocco di centrodestra vinse le elezioni ed elesse il fondatore del Mpa, ered,  allora riconosciuto, di Cuffaro, costretto alle dimissioni dopo la condanna per mafia.Qual è il filo conduttore di una vita politica e istituzionale in Sicilia che in questi due anni ha raggiunto livelli di confusione e degrado difficilmente descrivibili?Il filo logico di questa guerra per bande continua, in cui alleanze, partiti e gruppi parlamentari si spaccano e si riaggregano con cadenza quotidiana, è il tentativo di ristrutturare il sistema di potere su nuovi equilibri. Tentativo complesso in una fase in cui i margini di mediazione (affaristica ma anche di costruzione del consenso sociale tradizionale) sono resi più ristretti dalla scarsezza di risorse e i rapporti centro-periferia sono profondamente cambiati e sono influenzati dalla crisi del berlusconismo. Lombardo ha operato una colonizzazione massiccia degli apparati regionali (dalle sovrintendenze ai parchi a ogni società regionale) con uomini a lui fedeli e intessuto nuovi legami con i poteri economici a partire da Confindustria, direttamente rappresentata in giunta.La gran parte del Pd è ormai da tempo avvolto nella ragnatela del governatore, il nuovo governo è un altro passo sulla via di una subalternità sempre più grave.Questo accade in una Sicilia che vive un'autentica catastrofe sociale e civile. Avanzano i processi di desertificazione dell'apparato industriale (da Termini Imerese a Gela), la scuola e l'università vivono un dramma, episodi quotidiani mostrano una sanità infeudata e imbarbarita.L'intreccio mafia-politica-affari mostra sempre più il suo potere condizionante, le inchieste toccano non solo i vertici politici, ma persino i settori della cosiddetta "green economy". Dentro questa situazione degradata si manifesta però un'importante capacità di lotta nella società: la resistenza operaia nelle mille vertenze è notevole, le lotte dei precari della scuola hanno attraversato l'isola fino a bloccare lo stretto, il movimento per l'acqua pubblica ha raggiunto risultati straordinari, il 2 ottobre si prepara una grande manifestazione contro il ponte.Questa capacità di lotta deve essere il punto di riferimento per un'azione unitaria delle forze che hanno sviluppato una critica di fondo al quadro politico dominante. Lo scioglimento di un'assemblea regionale ormai completamente delegittimata non può che essere l'obiettivo immediato.

Luca Cangemi, segretario regionale PRC Sicilia

giovedì 23 settembre 2010

no al ponte















sabato 2 ottobre dalle ore 18 a Messina
manifestazione nazionale NO PONTE

100 piazze per il no al ponte,
cento iniziative in Sicilia, verso la manifestazione del 2 ottobre a Messina

giovedì 30 settembre dalle ore 17,30 a Catania, in via Etnea di fronte alla villa Bellini, banchetto e mostra fotografica

martedì 21 settembre 2010

lombardo.4 col PD: vergogna!

Dichiarazione del segretario regionale del PRC, Luca Cangemi

L’ennesimo governo Lombardo è un altro colpo a una vita politica e istituzionale siciliana ormai ridotta a una guerra per bande, che si svolge in un quadro confuso e degradato.I problemi della Sicilia possono, in questo quadro, solo essere drammaticamente aggravati.Il PD ha una pesantissima responsabilità nell’aver permesso, ormai da tempo, ogni manovra a Lombardo. Oggi fa un nuovo passo nel coinvolgimento in una galassia di schegge politiche, dove non potrà avere che un ruolo sempre più subalterno.

Scioglimento immediato dell’assemblea regionale, restituzione ai cittadini e alle cittadine del diritto di scegliere, costruzione di un’alternativa radicale a partire dalla lotta alla mafia e alla lotta per il lavoro: questi sono gli obiettivi necessari su cui costruire un fronte per il cambiamento in Sicilia.

ikea a catania: ancora nessuna trasparenza sulle modalità e i criteri di selezione per le assunzioni





















Ancora una volta, la travagliata vicenda dell’imminente apertura di una sede IKEA a Catania suscita enormi dubbi sulla trasparenza nelle assunzioni.

Nei mesi scorsi, il circolo città futura del partito della rifondazione comunista ha ripetutamente chiesto che venissero resi pubblici modalità e criteri per partecipare alle selezioni.

Il recente avviso pubblico dell’avvio delle preselezioni on line, che sembrava finalmente svelare quell’alone di mistero che ha suscitato le attese di migliaia di giovani disoccupati, in un tessuto sociale difficile come quello siciliano, si rivela, però, l’ennesima frustrazione per le loro speranze.

L’apertura delle iscrizioni on line, annunciata pubblicamente a partire da lunedì 20 settembre, era in realtà già attiva sul sito, con il risultato che pochi “fortunati” a conoscenza per altre vie della notizia, saranno già riusciti ad inserire il curriculum, mentre dal 20 settembre immettere i propri dati e rispondere alle domande dei test è praticamente impossibile, probabilmente  per un sovraccarico del portale internet dell’Ikea che i responsabili dell’operazione avrebbero potuto facilmente prevedere.

Quindi soltanto pochi “fortunati” riusciranno a compilare il curriculum on line, unica modalità di invio concessa,  e a partecipare ai test entro la fatidica scadenza del 10 ottobre, mentre migliaia di giovani saranno esclusi.

Fino ad oggi, infatti, dopo la prima domanda il test on line si blocca, e i partecipanti che non riescono a completarlo entro i dieci minuti richiesti risultano irrimediabilmente “bocciati” e quindi esclusi, loro malgrado, senza che le loro competenze siano effettivamente testate.

Il circolo città futura del partito della rifondazione comunista chiede che il portale per la raccolta delle domande e dei test venga reso effettivamente funzionante e che il termine delle preselezioni venga prolungato di un mese, per permettere davvero la presentazione di tutte le domande di partecipazione, e continuerà a vigilare sulla vicenda e a sostenere i giovani e le giovani nel loro diritto al lavoro e ad un futuro libero dalla precarietà.

Il circolo città futura invita a segnalare ogni problema nell'accesso alle selezioni alla mail citta_futura_prc@libero.it

lunedì 20 settembre 2010

il vergognoso appoggio del PD a Lombardo

Le trattative per l’ennesimo governo Lombardo aggravano ogni giorno di più la crisi delle istituzioni regionali. Si tratta su tutto, i pezzi di partito volano come trucioli in una segheria, estranei a questa contesa rimangono i problemi dei siciliani.

Particolarmente gravi appaiono i messaggi che arrivano dal PD siciliano ma anche da quello nazionale. Senza tenere in nessun conto il mandato ricevuto dagli elettori, senza compiere nessun bilancio di questi disastrosi anni di legislatura regionale, il gruppo dirigente del Partito Democratico continua a fare da spalla a Lombardo. Lo spettacolo di posizioni contraddittorie e di divisioni interne che offre il PD è un’inevitabile conseguenza di una linea politica insostenibile.

Di fronte a questa situazione che configura una deriva sempre più grave, è necessario che le forze che vogliono costruire un’autentica alternativa per la Sicilia si uniscano e lancino una forte mobilitazione, per lo scioglimento immediato dei un’Assemblea Regionale ormai priva di ogni credibilità.

Luca Cangemi
segretario regionale PRC

assemblea d'ateneo: rinviare l'anno accademico




















Il circolo città futura esprime il proprio sostegno alla richiesta di rinvio dell'inizio dell'anno accademico avanzata, oggi 20 settembre, dall'assemblea di ateneo, che ha riunito docenti, ricercatori, lavoratori e studenti nell'unanime preoccupazione per le drammatiche condizioni in cui versa l'ateneo, nonché l'università italiana colpita dalla controriforma Gelmini. Il Rettore, che si è sottratto al confronto di oggi, non potrà sottrarsi dal prendere atto nel prossimo senato accademico dell'impossibilità di garantire il diritto allo studio. Il circolo città futura continuerà a battersi, insieme a ricercatori precari e movimento studentesco, docenti e lavoratori, per la difesa dell'università pubblica.

venerdì 17 settembre 2010

programma dibattiti e spettacoli Liberafesta 8, 9 e 10 ottobre 2010






















venerdì 8 ottobre

ore 19,30 - dibattito

lavoro, diritti, democrazia
verso la manifestazione nazionale del 16 ottobre

intervengono:
Giovanna Marano (segretaria regionale FIOM-Cgil)
Gianni Pagliarini (responsabile nazionale lavoro Pdci-FdS)
Rosa Rinaldi (segreteria nazionale Prc-FdS)
Angelo Villari (segretario camera del lavoro catania)
Alberto Rotondo (circolo città futura)

a seguire concerto

SCANZUNATI COMBAT FOLK

sabato 9 ottobre

ore 19,30 - presentazione del libro di Alberto Burgio
Nonostante Auschwitz. Il "ritorno" del razzismo in Europa

ne discutono con l'autore
Barbara Crivelli (docente liceo "Boggio Lera")
Maria Giovanna Italia (presidente Arci Catania)
Daniela Melfa (università di Catania)
Dario Stazzone (università di Catania)

a seguire concerto

FIGLI DELL'OFFICINA

GIUFFRIDA srl

domenica 10 ottobre

ore 19,30 - dibattito

fermare la controriforma, difendere l'università pubblica

intervengono:
Nunzio Famoso (preside facoltà di Lingue)
Marcella Renis (docente - Coordinamento Unico di Ateneo)
Chiara Rizzica (docente a contratto facoltà di Architettura)
Marco Scalisi (collettivo "gatti fisici")

a seguire concerto

Il canta Storia
(Pierluca Abramo, Francesco De Francisco, Gianni Famoso, Ciccio Giuffrida)
in
LU PATRUNI E' SUVECCHIU
canti popolari, sociali e di protesta


il 16 ottobre manifestazione nazionale

no al nucleare

giovedì 16 settembre 2010

solidarietà alle studentesse e agli studenti dell'einaudi


















Il circolo città futura esprime piena solidarietà alle studentesse e agli studenti dell' istituto Einaudi, che vedono negato il loro diritto a studiare con tempi e condizioni degni di un paese moderno. Le carenze dell'edilizia scolastica, insieme ai drammatici tagli operati dalla Gelmini,determinano situazioni gravissime, in questo inizio di anno scolastico. La scuola rappresenta nei nostri quartieri, già alle prese con tanti problemi, una presenza irrinunciabile che è necessario difendere e riqualificare, per questo è necessario costruire un grande movimento di lotta nelle scuole e nel territorio per ottenere da subito una svolta.


mercoledì 15 settembre 2010

no alla controriforma gelmini


































Inizia l’anno scolastico in Sicilia. Come un incubo.

Iniziano le lezioni in tutte le scuole della Sicilia. Iniziano senza che vi siano le condizioni perché tutto ciò possa chiamarsi scuola.
Tredicimila posti di lavoro spariti in due anni rappresentano non solo un dramma umano e sociale pesantissimo, ma anche l’eliminazione delle condizioni minime di funzionamento dell’istruzione pubblica in Sicilia. Precari e precarie che hanno tenuto in piedi la scuola in Sicilia per anni sono cancellati. Un numero crescente degli stessi docenti di ruolo è costretto a lasciare sedi occupate per anni. La conseguenza diretta è che si apprestano ad aprire i cancelli istituti con classi sovraffollate all’inverosimile (i giornali riportano notizie di classi di 45 alunni!), con organici che rendono impossibile non solo un’istruzione adeguata, ma persino il normale espletamento delle funzioni di vigilanza e pulizia dei locali. Il tutto avviene in un caos gestionale dai tratti pirandelliani e mentre i problemi antichi, a partire dall’edilizia scolastica si aggravano sempre più.
Colpire la scuola significa colpire il futuro e il presente della Sicilia, significa colpire in tanti territori l’unica presenza pubblica rimasta e l’unico spazio di socializzazione disponibile, significa colpire per un lungo periodo le possibilità di sviluppo che sempre più si basano sulla conoscenza.
La lotta contro i tagli per la difesa della scuola pubblica appare sempre più come una battaglia di valore generale, la manifestazione di Messina di domenica scorsa ci rafforza nella convinzione che essa sarà sempre più ampia e incisiva.

Luca Cangemi - segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sicilia

lunedì 13 settembre 2010

il movimento crescerà



Dichiarazione di Luca Cangemi, segretario regionale di Rifondazione Comunista.

L'annuncio dell'identificazione di 25 lavoratori che hanno partecipato alla giornata di protesta dei precari a Messina (e di altre identificazioni di manifestanti in corso) è una sciocca provocazione. Una provocazione destinata al fallimento, di fronte alla maturità di un movimento di massa, impegnato a difendere la scuola della Repubblica e della Costituzione.
La giornata del 12 settembre è stata un grande fatto di partecipazione, che ha imposto all'attenzione del paese, il dramma sociale dei precari ma anche la situazione di una scuola che in Sicilia e nel mezzogiorno non è nelle condizioni di iniziare le lezioni in modo decente. La lotta per i diritti dei lavoratori e per la scuola pubblica da oggi è più forte. Essa dovrà nei prossimi giorni svilupparsi in ogni scuola e ogni territorio. Rifondazione comunista e la federazione della sinistra, che sono state sin dal primo momento partecipi di ogni iniziativa per l'istruzione pubblica, rinnovano il proprio totale impegno.

domenica 12 settembre 2010

oggi a Messina per la scuola e per il futuro della Sicilia


















E’ molto importanteche la  manifestazione, indetta dal movimento dei precari della scuola, il 12 settembre a Messina, abbia un grande successo.
E’ necessaria una grande partecipazione del popolo della scuola, che da anni contrasta con forza, la controriforma Gelmini che ha già condotto a una drammatica crisi dell’istruzione pubblica e minaccia di azzerarla.
E’ fondamentale, inoltre, che il 12 settembre si esprima  la consapevolezza dell’intera società siciliana, sul valore generale della battaglia contro i devastanti tagli al personale della scuola, docenti e ATA.
Siamo di fronte ad un pesantissimo attacco ai livelli occupazionali, migliaia di posti di lavoro in meno che si sommano alle pessime notizie che arrivano da ogni settore.
La dequalificazione del sistema formativo pubblico, inoltre, è per la Sicilia un colpo mortale sul piano della coesione sociale, della vita civile, delle prospettive di sviluppo.
Se si guarda alle risorse e alle strutture che nelle diverse aree del paese sono a disposizione dell’istruzione, bisogna dire che la secessione voluta da Bossi è già avvenuta.
Il Partito della Rifondazione Comunista siciliano rinnova il suo impegno, nella battaglia a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, per la difesa e il rilancio dell’istruzione pubblica, per una radicale svolta nelle scelte economiche e sociali.

Luca Cangemi
Segretario regionale PRC

venerdì 10 settembre 2010

sabato 11 e domenica 12 mobilitazione per la scuola a messina

FERMIAMO LA GELMINI - TREMONTI !

Il ministro Gelmini distrugge la scuola pubblica con provvedimenti che tagliano decine di migliaia di posti di lavoro, cancellano o riducono i servizi alle famiglie, abbassano la qualità dello studio e della ricerca
Il tentativo di governo e confindustria è di uscire dalla crisi scaricandone i costi interamente sui lavoratori e sulla qualità dei servizi, prospettando una società impoverita, degradata, imbarbarita nella sua cultura e nelle sue relazioni, in cui i servizi pubblici vengono smantellati e trasformati in occasione di guadagno per una imprenditoria stracciona, incapace di innovare e di competere sulla qualità.
In questa direzione vanno l’imposizione dell’accordo quadro sui contratti, le leggi Brunetta sul pubblico impiego, l’attacco di Marchionne e degli industriali a diritti operai garantiti dal CCNL e dalla Costituzione, lo smantellamento della Scuola pubblica..
La controriforma Gelmini, priva di qualsiasi giustificazione didattica e pedagogica, è infatti ispirata solo dalla volontà di questo governo di operare tagli indiscriminati sui servizi pubblici più importanti, come la scuola, la sanità, i trasporti, la messa in sicurezza del territorio, mentre si sperperano risorse ingenti per le spese militari, inutili opere faraoniche come il ponte, le tangenti miliardarie al leader libico Gheddafi per fermare qualche barcone di sventurati.
Denunciamo innanzi tutto il dramma di lavoratori e lavoratrici che hanno visto improvvisamente svilita e umiliata la propria professionalità dopo dieci o venti anni di faticoso servizio rimanendo senza alcuna fonte di reddito, ma anche il disservizio recato alle famiglie che non potranno fruire del tempo pieno richiesto e soprattutto la tragedia di quei genitori con figli svantaggiati privati senza motivo del supporto dell’insegnante di sostegno.
Il Meridione, assecondando l’impostazione federalista della Lega, è più colpito del Nord Italia, e la Sicilia è tra le regioni più svantaggiate, ma a Messina è vera tragedia!!!
In questa provincia la disponibilità di posti è stata equiparata a realtà di province molto più piccole e di fatto quasi azzerata. Questo accade non per mere sviste tecniche, ma perché paghiamo da un lato oltre vent’anni di cattiva gestione del Provveditorato ispirata a pratiche clientelari, dall’altro la debolezza di una classe  dirigente, politica e amministrativa, totalmente succube del governo in carica, per cui le istituzioni locali restano assolutamente passive, prone ai voleri di Roma.
Inoltre l’Ufficio Scolastico Provinciale e la ASL inspiegabilmente aggiungono del proprio con interpretazioni restrittive e talvolta illegittime della normativa in vigore.
Il Partito della Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti Italiani di Messina, appoggiano le richieste degli insegnanti per un rilancio della scuola, della formazione e dei diritti del lavoro, e propongono un’assemblea pubblica per un momento di confronto e riflessione sulle possibili forme di mobilitazione e per costruire un collegamento più forte tra i lavoratori della scuola in lotta nelle diverse città e tra i lavoratori dei diversi settori ugualmente colpiti dalla crisi e dalle misure del governo.
L’assemblea è aperta al contributo di tutti i cittadini, lavoratori, associazioni, forze sindacali e politiche attivamente collocate contro le misure liberiste e antipopolari del governo. Sono stati invitati a partecipare e intervenire CGIL, CGIL FLC, C.I.P., SFIDA, ANIEF, OSSERVATORIO SCUOLA, COBAS, RDB, CUB, ORSA, ORSA SCUOLA.

SARA’ PRESENTE LUCA CANGEMI, SEGRETARIO REGIONALE DEL P.R.C.

ASSEMBLEA PUBBLICA
SABATO 11 SETTEMBRE - ORE 9,30
SALONE DEGLI SPECCHI DELLA PROVINCIA - MESSINA

Partito della Rifondazione Comunista  -   Partito dei Comunisti Italiani

DOMENICA 12 SETTEMBRE - ORE 10

MANIFESTAZIONE INVADIAMO LO STRETTO

venerdì 3 settembre 2010

le menzogne della Gelmini

Comunicato stampa di Luca Cangemi, segretario regionale siciliano del Partito della Rifondazione Comunista


La conferenza stampa della signora Gelmini è stata la comunicazione di un cumulo di menzogne, incredibili e offensive.
La madre di tutte le menzogne è quella dell'inserimento nella scuola , nella forma del precariato,di  lavoratori e lavoratrici di cui il sistema formativo non aveva bisogno.
E’ esattamente il contrario: la scuola italiana, per molti anni, è andata avanti grazie al lavoro senza diritti di migliaia di precari e al lavoro sottopagato di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici del settore (precari e di ruolo), come dimostra il confronto con le retribuzioni degli altri paesi europei.
Oggi i tagli sono realizzati con un piano irresponsabile del governo che abbatte l’offerta formativa e il tempo scuola, e mette a rischio persino l’espletamento di funzioni come la vigilanza con la drastica diminuzione del personale ATA.
Cioè i tagli sono la conseguenza di una politica che mette nel conto futuri cittadini con minori conoscenze e trasforma definitivamente l’istruzione in privilegio.
La lotta che i precari siciliani e di tutto il paese stanno sviluppando non origina solo da una sacrosanta richiesta di difendere il lavoro e reddito ma rappresenta una battaglia generale per il futuro del paese.
La prospettiva di un futuro migliora per il paese richiede, le parole di oggi lo confermano, che questo ministro e questo governo siano cacciati via.  




giovedì 2 settembre 2010

videoinchiesta sul lavoro e la precarietà delle donne

lavoratori precari della scuola in lotta: csa occupato

lavoratori precari della scuola in lotta a catania

Dichiarazioni di Luca Cangemi, segretario regionale siciliano del Partito della Rifondazione Comunista

28 agosto
Scuola: Cangemi (PRC), "Incivili le parole di Stracquadanio contro i precari"

Le parole vergognose del parlamentare del PdL Stracquadanio, sui precari della scuola, dimostrano non solo una totale insensibilità sociale e politica ma anche un feroce disprezzo, per la sofferenza di uomini e donne reali. Un disprezzo che colpisce i cardini di ogni convivenza civile.
Siamo di fronte ai rappresentanti, pronti a qualunque provocazione, di una borghesia affaristica e ignorante. Ogni giorno di governo da parte di questi signori e di queste signore è un giorno nero per il  paese.

25 agosto
Scuola: Cangemi (PRC), ”Lombardo si accorge con due anni di ritardo dei tagli alla scuola in Sicilia”.

Il presidente Lombardo ha reso dichiarazioni incredibili di fronte ai precari in sciopero della fame a Palermo. Solo oggi, dopo due anni di tagli, di lotta e di proteste dei lavoratori, il governatore della Sicilia si accorge della gravita’ delle leggi varate dall’esecutivo, di cui continua a far parte il suo movimento. Solo oggi si accorge della discriminazione che la Sicilia subisce nella ripartizione dei posti di personale Ata e docente, solo oggi si accorge dei privilegi della Lombardia. Invece ancora non si e’ accorto delle colpe della Giunta da lui presieduta in merito ai progetti regionali Leanza-Gelmini. Vedremo la coerenza che dimostrera’ d’ora in avanti. La lotta dei lavoratori e delle lavoratrici che si sta estendendo e’ per noi l’unico elemento che puo’ produrre cambiamenti reali.

23 agosto
Scuola: Cangemi (PRC), “Così la scuola in Sicilia non può iniziare. Il direttore regionale prenda posizione.”

Le conseguenze dei tagli operati dal duo Tremonti –Gelmini sul corpo già martoriato della scuola siciliana si stanno mostrando, in questi giorni, in tutta la loro devastante evidenza.
Gli uffici scolastici di tutta la regione, in un clima di confusione indescrivibile, stanno gestendo una situazione assurda ed esplosiva. Centinaia di lavoratori ATA e docenti precari, con decine di anni di servizio, si ritrovano letteralmente sulla strada, numerosi insegnati di ruolo si ritrovano nell’incerta condizione di soprannumerari. I ritardi nelle operazioni si accumulano, mentre cresce la giusta protesta dei lavoratori e delle lavoratrici che non si vogliono rassegnare all’alternativa tra disoccupazione ed emigrazione.
L’impatto di questa situazione sull’inizio delle lezioni, che è ormai vicino, non è al momento prevedibile. Quello che possiamo dire con certezza è che gli istituti di ogni ordine e grado in Sicilia con l’organico a oggi previsto, non sono nelle condizioni di garantire livelli di funzionamento accettabili dal punto di vista didattico ed anche da quello dei servizi essenziali. Anche il rispetto delle le più elementari norme di (vigilanza, numero di alunni per classe, ecc.) non sarà assicurato.
Il direttore dell’ufficio scolastico regionale prenda atto di questa situazione, dismetta la sua beffarda tranquillità e comunichi pubblicamente al ministero che non è nelle condizioni di assicurare il regolare inizio dell’anno scolastico e che è necessaria una radicale marcia indietro sui tagli. Faccia cioè un gesto analogo a quanto hanno fatto altri responsabili del ministero in aree del paese, tra l’altro, con problemi molto meno gravi di quelli della Sicilia.
Per quanto ci riguarda, riaffermiamo l’impegno a una durissima stagione di lotta per difendere la scuola pubblica e le persone che vi lavorano.

Luca Cangemi, Segretario regionale PRC


mercoledì 1 settembre 2010

mobilitazioni per l'università pubblica

L'1 settembre 2010 gli studenti, i precari, i ricercatori e i docenti che hanno a cuore l'università pubblica incontrano le famiglie e le matricole all'apertura della tornata dei test d'ingresso per i corsi di laurea (tutti) a numero chiuso dell'università di Catania.
Non un altro anno accademico può iniziare sotto la scure del Governo e la miope prospettiva del Ministro dell'Istruzione: denunciamo lo smantellamento dell'università pubblica, i tagli all'università e alla ricerca, il licenziamento dei ricercatori precari, il blocco del turn-over e l'attacco frontale al diritto allo studio.
Il futuro dell'università pubblica non è un problema di studenti, ricercatori e docenti, ma appartiene a tutte le famiglie.
Non c'è qualità senza opportunità: l'equazione "eccelenza" delle sedi universitarie = riduzione del numero di studenti ammessi è solamente indegna.
Appuntamento alle ore 10 a Le Ciminere, viale Africa, per diffondere la Lettera Aperta del Coordinamento Unico d'Ateneo e manifestare in difesa dell'università pubblica, laica e pluralista in cui ci piace lavorare.
coordinamento precari ricerca catania
ricercatoriprecari@gmail.com


LETTERA APERTA AGLI STUDENTI E ALLE LORO FAMIGLIE
Cara studentessa/caro studente,
Gentile genitore,

come probabilmente sapete l’Università italiana vive una fase di tremenda crisi.
Il governo, con le ultime leggi finanziarie, ha ridotto del 20% i finanziamenti all’Università.
Del 20% !!! C’è da chiedersi: quale altra parte del sistema statale – Trasporti, Sanità, Giustizia – potrebbe reggere un taglio di questo tipo? Basta pensare che la scuola italiana è in una crisi estrema con dei tagli del 10% circa.
Questa scelta avrà delle conseguenze di cui tutti voi dovete essere coscienti.
La prima conseguenza è quella di un aumento costante e progressivo delle tasse universitarie; le tasse aumenteranno già dal prossimo anno di circa il 20%. A tale aumento ne seguiranno altri negli anni successivi, di entità eguale e forse maggiore. Tra tre-cinque anni le tasse universitarie di uno studente proveniente da una famiglia di reddito medio saranno aumentate del 100%.
Che senso ha aumentare le tasse universitarie, già da quest’anno, con le famiglie in crisi e la sofferenza economica in atto? È questa la soluzione alla crisi del nostro paese? Perché gli altri paesi avanzati (USA, Germania, Francia) stanno invece aumentando o mantenendo invariate le risorse per l’istruzione, l’Università e la ricerca? Con questi tagli l’Italia è il paese europeo che investe di meno nella ricerca e nell’Università: solo lo 0,8% del Prodotto Interno Lordo, cioè della ricchezza del paese. La media europea è l’1,4%.
La seconda conseguenza è quella della riduzione dei servizi agli studenti. Diminuiranno le borse di studio, le mense, le case dello studente, verranno tagliati molti corsi di laurea, ed è già stato istituito il numero chiuso in tutti i corsi di studio. Perché il governo afferma che vuole tutelare il diritto allo studio quando in 60 anni di vita repubblicana non è mai stata fatta una seria politica in tal senso? Non si vergogna? Senza queste forme di assistenza, infatti, solo le famiglie ricche e non troppo numerose potranno affrontare la scelta di una formazione universitaria di qualità dei figli. Questo non è giusto, non è civile, non è dignitoso.
La terza conseguenza è il licenziamento di migliaia di persone che lavorano nell’Università e la riduzione della qualità dell’offerta didattica
Troppo spesso la televisione e i giornali danno un’immagine distorta dell’Università. L’Università dei “baroni”, l’Università del nepotismo, l’Università dei figli dei figli, degli amici degli amici. Nell’Università esistono certo dei casi di gestione poco trasparente, come in altre parti del nostro sistema statale. Ma nell’Università lavorano, con sacrificio e con retribuzioni penose, migliaia e migliaia di giovani. Forse voi studenti non sapete che il 40% circa di quelli che giustamente chiamate “professori” sono precari, “contrattisti”, che verranno fortemente penalizzati dai tagli ai finanziamenti dell’Università pubblica previsti dal governo già a partire da quest’anno. E forse voi genitori ignorate che senza quel 40 % l’offerta didattica rischierebbe, a fronte di un aumento delle tasse, di essere affidata a soggetti estranei all’Università e assolutamente non qualificati che certamente non potrebbero garantire quell’alto livello di formazione che oggi più che mai il mercato del lavoro richiede.
L’Università attende una riforma; una riforma che punisca i baroni, i privilegi, le cricche. Lo scorso luglio il Senato della Repubblica ha approvato il DDL 1905 (la cosiddetta “Riforma Gelmini”). Una legge dannosa e inutile che consegna le Università nelle mani di manager di nomina politica, riduce la democrazia negli atenei (dando tutto in mano a pochi baroni), relega i giovani studiosi in un limbo di 11-13 anni di precariato (cosa impensabile in qualsiasi altro paese europeo) prima dell’assunzione come docenti, dipendente comunque dalle risorse finanziarie. In realtà la riforma del ministro Gelmini punirà sopratutto i deboli, quelli che non sono tutelati, facendo pagare il conto solo alla nuova generazione, costituita dagli studenti e dai giovani precari in attesa di assunzione.
Per tutte queste ragioni il mondo dell’Università ha deciso di protestare.
Hanno deciso di protestare, rinunciando agli insegnamenti, i ricercatori, assunti e valutati solo per fare ricerca, con la possibilità di svolgere attività didattica integrativa di supporto ai professori associati ed ordinari, ma che in realtà coprono (volontariamente e gratuitamente) circa il 35% degli insegnamenti dell’Università italiana e svolgono una parte essenziale della ricerca avanzata. Hanno deciso di protestare i professori associati, il cui ruolo viene svilito e disconosciuto, e sempre più professori ordinari si stanno unendo alla protesta nazionale, accettando solo le ore di insegnamento frontale prescritte dalla legge, nella consapevolezza che questa “riforma” costituisce la fine dell’Università italiana. Moltissimi tra i colleghi precari e tra gli studenti condividono e sostengono la nostra protesta e con essi il personale tecnico-amministrativo delle Università.
Molti atenei sono già sull’orlo della chiusura. Molte Facoltà chiudono. Decine di corsi di laurea vengono tagliati. Con questa politica l’Italia diventerà presto un paese sottosviluppato.
Vogliamo una Università che aiuti il paese a crescere e a diventare forte; una università che dia benessere e futuro ai nostri giovani. Perché l’università è il cervello di un paese moderno; l’università e la scuola sono l’unico strumento per rispondere alle sfide culturali ed economiche del futuro.
Non siamo ingenui: il futuro, il benessere non ce li regalerà certo la televisione!
Per questo, cari studenti, cari genitori, vi chiediamo di sostenere la nostra protesta. La nostra protesta è a vostra disposizione; la nostra protesta ha un senso se diventerà la protesta degli studenti, delle famiglie, di tutta l’università.
Non lasciamo che nessuno rubi il nostro futuro!
Coordinamento Unico d’Ateneo catanese – docenti, precari, studenti
contro il DDL Gelmini per una Università pubblica, libera e aperta a tutti


Comunicato del Circolo Universitario del PRC
Il Circolo Universitario del PRC esprime la propria solidarietà alla lotta contro il ddl 1905 e per un'università migliore. Una protesta che, a Catania, unisce docenti ricercatori anche precari, studenti.
Tale protesta, oggi davanti agli studenti che si apprestavano a svolgere i test di ammissione, ha contestato il modello universitario e il panorama sociale che si profila per il nostro futuro dopo i tagli e con la "riforma" dell'università.
Una fantomatica riforma, che cancella i diritti dei giovani  ricercatori, conserva il potere di rettori e baroni e mette il diritto allo studio in mano alle elemosine che, senza oneri aggiuntivi per lo stato, affluiranno al così detto fondo nazionale per il merito.
L'università è diventata  completamente a numero chiuso, il futuro dei giovani è in mano alla dea bendata dei quiz. Quiz che danno accesso solo ad un 'università di laboratori chiusi, strutture fatiscenti, biblioteche senza riviste. E anzichè investire in formazione, ricerca e sviluppo il governo  preferisce tagliare in modo forsennato, e i rettori non mostrano alcuna sensibilità per la "nazione" ma solo per i loro mandati, che il ddl 1905 ha allungato a 4 anni. Evidentemente ci sono momenti in cui la violazione dell'autonomia universitaria non fa male...
Con tutti questi provvedimenti si vogliono piegare il pensiero e la ricerca alle esigenze del mercato e del pensiero unico, in barba alla mai tanto sbandierata libertà. Si vogliono rendere la scuola e l'Università un luogo per soli ricchi e  preparare una società segnata dall'esclusione sociale.  Crediamo per questo che l'università, prima che sia troppo tardi, debba tornare a essere un luogo in cui fare politica, lottare e rivendicare i propri diritti.

circolouniversitarioprc.ct@gmail.com