giovedì 28 giugno 2012
queer veggie pride, la festa per tutt*, contro ogni discriminazione
Domani, venerdì 29 giugno, avrà luogo a Catania una manifestazione destinata a lasciare comunque un segno: il Queer Veggie Pride, la prima festa dell'orgoglio gay, lesbo, trans e antispecista.
Si tratta di un'iniziativa con la quale, concretamente, si vuole dar vita a una commistione nella lotta per i diritti: quelli per le persone LGBTQ e quelli per gli animali.
Forse a molti potrebbe sembrare una bestemmia, un mischiare il sacro con il profano: questo perché sono ancora tanti quegli umani che nel nostro pianeta vedono delle gerarchie, delle scale di valori, secondo cui una vita vale meno di un'altra solo perché appartenente a un'altra specie.
Il Collettivo IbrideVoci e Catania Antispecista, giustamente, non la vedono così e hanno pensato di invitarmi a questa importante iniziativa affinché possa portare anch'io il mio contributo in ottica antispecista, al fine di scardinare le false convinzioni che ancora allignano in questa società umana e umanizzata, schiava del profitto e sempre pronta a distruggere chi è più debole, chi è diverso.
Sono stata invitata per parlare della mia attività di scrittrice , della mia esperienza umana (il percorso di transizione), e del fatto che tanti anni fa ho deciso di eliminare la violenza e la morte dalla mia dieta, diventando dapprima vegetariana e poi vegana: insomma, sembra ch'io calzi proprio a pennello…
Nella mia vita, tanti sono stati i momenti di riflessione in cui sono giunta ad equiparare l'incomprensione riservata, per esempio, agli animali tristemente denominati “da reddito” e quella riservata alle persone considerate diverse per le loro scelte di orientamento e di genere.
Ecco, l'iniziativa di Catania sembra proprio ideata per lasciarmi intendere concretamente che non sono l'unica a pormi certe questioni, che non sono l'unica a battermi contro tutte le discriminazioni e tutti i controsensi derivanti dal privare a priori qualcuno dei diritti che gli spettano (“limitandoci” ai contenuti del Queer Veggie Pride: quanti sono quegli aderenti al movimento antagonista o delle associazioni LGBTQ che organizzano pranzi benefit a base di pezzi di animali non umani sfruttati, torturati e uccisi? E quanti sono quegli animalisti e antispecisti che talvolta si sentono in dovere di pronunciare al megafono parole a favore della comunità LGBTQ, per poi venir meno ai loro propositi all'atto pratico?)
Ecco l'importanza di questo evento catanese: il tendere la mano a tutt*, e per davvero; unificare la battaglia per i diritti affinché questi siano veramente per tutt*, senza nemmeno distinzioni di specie.
Difatti, come posso sperare che la gente comprenda il mio percorso di transizione, la mia scelta di vita, se la stragrande maggioranza degli individui di questa società compra al supermercato pezzi di animali morti senza chiedersi minimamente da quanto dolore e quanto sangue siano stati preceduti? La formidabile risposta a questo fondamentale quesito nella lotta per i diritti arriverà dunque alla fine di questo mese da Catania: arriverà dal Queer Veggie Pride, iniziativa alla quale parteciperò con immenso amore, consapevole del fatto di trovarmi in un contesto che getterà le inevitabili (e sempre più necessarie) basi per un futuro senza violenze per nessuno.
Iniziative come il Queer Veggie Pride di Catania del prossimo 29 giugno sono la prova che il mondo reclama un cambiamento reale. Fondere in un solo evento la battaglia per i diritti umani e quella per i diritti animali significa volgere lo sguardo al futuro, far propria per davvero l'etica antispecista. Più avanti si andrà, meno saranno quegli aderenti al movimento antagonista che cercheranno riparo dietro il medievale "Tanto sono solo bestie", e l'ondata di coscienza si estenderà piano piano alla società intera, se mai il pianeta vorrà salvarsi, se mai l'essere umano vorrà avere un futuro. Ci vorranno ancora generazioni, sicuro, e certi pensieri espressi ai nostri giorni hanno inevitabilmente il carattere dell'utopia. Ma il Queer Veggie Pride di Catania non è un'utopia: è un'arma per sbaragliare i condizionamenti culturali e i pregiudizi.
BARBARA X, straordinaria ospite del queer veggie pride
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