Venerdì 5 Ottobre, al Vegan Party promosso da Catania Antispecista,
interverrà Egon Botteghi, affrontando il tema dell'intreccio discriminatorio e
oppressivo tra specismo e omo/transfobia.
Sarà un’ulteriore occasione per continuare la riflessione
avviata già al Queer Veggie Pride con la presenza di Barbara X . Invitando
Barbara a discutere della propria esperienza e dei propri libri, il collettivo
IbrideVoci, insieme a Catania Antispecista, ha voluto rendere evidente la
stretta connessione fra le tematiche, del movimento lgbtq, della liberazione
dei corpi dall’oppressione sessista e omotransfobica, e il più generale tema
della liberazione della società dal dominio distruttivo di un sistema violento e predatore che, spinto
dall’imperativo categorico della necessaria valorizzazione del capitale e della
massimizzazione dei profitti, ha spinto i meccanismi tipici della
mercificazione sino all’estrema conseguenza della reificazione di ogni forma
vivente.
E’ quanto accade con
le sementi, ridotte ormai a brevetti industriali di proprietà delle grandi
multinazionali del settore agroindustriale. Si tratta di sementi sterili e geneticamente
modificate, che hanno distrutto la bio-diversità e costretto alla fame e alla
disperazione centinaia di migliaia di piccoli produttori agricoli, che hanno
visto trasformare la ricchezza umana e sociale del proprio lavoro nella
miseria della dipendenza monetaria dalla
politica dei prezzi, fissata nei consigli di amministrazione delle grandi
corporation.
Quest’anno la coincidenza del Vegan Party, oltre che con la
settimana mondiale vegetariana, con le settimane di mobilitazione mondiale per
la libertà dei semi e per la sovranità alimentare, promosse da Navdanya,
l’organizzazione fondata dall’eco-scienziata indiana Vandana Shiva, costituirà
un utile stimolo ad alimentare la riflessione e la presa di coscienza
sull’ingiustizia del sistema di produzione dell’agroindustria e sulle
devastanti conseguenze che determina su tutte le specie animali, umane e non.
E’ quanto accade con il sistema pervasivo degli allevamenti
industriali in cui miliardi di esseri viventi sono costretti a una vita di
immani sofferenze, per essere crudelmente sacrificati sulle tavole di
consumatori, i cui gusti omologati sono
più il prodotto di raffinate tecnologie di marketing che di una scelta libera e
consapevole.
Infatti, come afferma Luca Cangemi nel suo recente saggio
L’elefante e la metropoli: "la modernità globale tenta di imporre il
proprio dominio su ogni pratica sociale, a partire dalla più essenziale: da un
lato, nelle aree rurali, ripropone i meccanismi coloniali sotto le mentite spoglie
dello sviluppo tecnologico sotterrando, insieme alle sementi artefatte, la
sovranità alimentare dei popoli, dall'altro, nelle aree metropolitane, rimette
in scena un pionieristico assedio del fortino indiano per marcare il territorio
con le più emblematiche bandierine a stelle e strisce, quelle dei fast food".
Siamo convint* che l’assunzione di una prospettiva
antispecista sia fondamentale per ogni progetto di liberazione e di
trasformazione della società. Innanzitutto l’antispecismo contribuisce a
svelare lo schema su cui si fonda ogni tipo di oppressione razzista, sessista,
omo-transfobica e specista, quello che
disconosce e annienta l’alterità nell’irriducibile differenza del suo corpo e
dei suoi desideri; in secondo luogo ci induce a una riflessione essenziale sul modo
di produzione capitalista a partire dal sistema delle monocolture intensive,
degli allevamenti industriali e della grande distribuzione alimentare, un
sistema non più sostenibile, capace solo di generare sofferenze e dalle
conseguenze ambientali e sanitarie devastanti.
Inoltre crediamo che oggi sia fondamentale ripensare la
politica a partire dalle pratiche collettive che si riescono a costruire, per provare a trasformare la società e le
tecnologie gerarchiche di dominio che la strutturano. Per fare ciò, in un
contesto di forte crisi della rappresentanza politica e di inadeguatezza delle forme e dei luoghi della
partecipazione democratica, dobbiamo provare ad essere il cambiamento che
desideriamo.
Se “l’individuo è ciò che mangia”, al Vegan Party siamo
sicur* che condivideremo buon cibo prodotto
con amore, in un clima di convivialità e festa, con tante persone consapevoli,
liberate dall’impostura del marketing della “carne felice” e orgogliose di essere
il cambiamento necessario e possibile.
Collettivo lgbtq antispecista IbrideVoci città futura