sabato 21 settembre 2013

suicidi di stato





















Mentre Loro strombazzano un altro disoccupato a S. M. di Licodia si toglie la vita

di Domenico Stimolo

E’ successo, ancora, dopo tant’altri ridotti disperati, il 17 corrente mese, in questa Sicilia piena di disoccupati e poveri. Un altro grido di lacerante dolore che definitivamente si scioglie tra i nodi di una corda.
Sessantaduenne, lavoratore edile di S. Maria di Licodia -  paese dell’entroterra catanese – privo di lavoro da due anni. “Solo”, abbandonato dall’"occhio” pubblico, con famiglia, scoraggiato, privo ormai degli strumenti di sostegno, non più idoneo neanche all’emigrazione a perdere,  lontano dalla pensione.
Di questo “funesto”  non si conosce neanche il nome, come se fosse un “rottame” umano, buono solo per lo scarto.
La drammatica notizia è stata riportata stringatamente da pochi organi di informazione locali.
Già, tutto passa. Domani è sempre un altro giorno. Tutti alla prese a rimacinare sulle notizie che “contano”.
A livello nazionale in primissimo piano c’è il cavaliere. A livello locale e siciliano impazza il gossip politico, su questi e quelli, o sulle note che sollevano pruriti.
La “pietà” sociale l’è morta.  Ciascheduno, per chi ha, si tiene il suo. Per chi vive di “scarti” sono interamente ..azzi suoi.
L’immolarsi per disoccupazione… non sfonda, non fa notizia. Quando i casi diventano troppi subentra l’assuefazione e l’apatia. Disturba i manovratori.
Pussa via…puzzone, che ammorbi l’aria e disturbi i giochi della buona “società”, quella di norma sempre in “ghingheri”, in parole e fatti, per assiduo egoismo o intrigata nei mille specchi dell’affarismo-politico-mafioso.
La strumentazione politica attualmente in uso, vecchia e nuova, è tutta accartocciata sui propri ghirigori, molto lontana dal mondo reale.
I “miseri”, e in Sicilia  ( ma non solo) sono proprio tanti, non hanno più udienza. Buoni solo per la discarica.
Certo, sono venuti alcuni comunicati stampa di riprovazione da parte di alcune strutture sindacali.
Però, parole. Ci vuol ben altro, di costante pressante  operatività, per obbligare l’applicazione dei dettami costituzionali sul “ diritto al lavoro e promuovere le condizioni che rendono effettivo questo diritto”.