Dopo lunghi mesi di confusione il governo ha “prodotto” le norme per le graduatorie dei lavoratori precari della scuola. L’incertezza non è certo finita così, considerando che vi è una difficoltà di coordinamento tra gli stessi provvedimenti del governo. Quello che emerge con chiarezza è il tentativo della maggioranza di eludere le numerose sconfitte subite in sede di giudizio (fino alla corte costituzionale) e di confermare una politica discriminatoria e disastrosa per la scuola pubblica. Sono, così introdotte norme che impediscono per cinque anni dopo il ruolo ogni forma di trasferimento territoriale e altre che cercano di impedire che si attuino le norme europee sul passaggio dal precariato al contratto a tempo indeterminato. Nel frattempo sono ventilate immissioni in ruolo di cui non si ha certezza e comunque in numero risibile rispetto alle necessità. Sono invece sempre più nette le dimensioni di una nuova catastrofe rispetto agli organici per il prossimo anno scolastico: migliaia di esuberi, tutti concentrati nelle regioni meridionali.
Luca Cangemi, comitato politico nazionale PRC