lunedì 1 ottobre 2012

IbrideVoci: al Vegan Party, per una società liberata













Venerdì 5 Ottobre, al Vegan Party promosso da Catania Antispecista, interverrà Egon Botteghi, affrontando il tema dell'intreccio discriminatorio e oppressivo tra specismo e omo/transfobia.

Sarà un’ulteriore occasione per continuare la riflessione avviata già al Queer Veggie Pride con la presenza di Barbara X . Invitando Barbara a discutere della propria esperienza e dei propri libri, il collettivo IbrideVoci, insieme a Catania Antispecista, ha voluto rendere evidente la stretta connessione fra le tematiche, del movimento lgbtq, della liberazione dei corpi dall’oppressione sessista e omotransfobica, e il più generale tema della liberazione della società dal dominio distruttivo di un sistema  violento e predatore che, spinto dall’imperativo categorico della necessaria valorizzazione del capitale e della massimizzazione dei profitti, ha spinto i meccanismi tipici della mercificazione sino all’estrema conseguenza della reificazione di ogni forma vivente.

E’ quanto accade  con le sementi, ridotte ormai a brevetti industriali di proprietà delle grandi multinazionali del settore agroindustriale. Si tratta di sementi sterili e geneticamente modificate, che hanno distrutto la bio-diversità e costretto alla fame e alla disperazione centinaia di migliaia di piccoli produttori agricoli, che hanno visto trasformare la ricchezza umana e sociale del proprio lavoro nella miseria  della dipendenza monetaria dalla politica dei prezzi, fissata nei consigli di amministrazione delle grandi corporation.

Quest’anno la coincidenza del Vegan Party, oltre che con la settimana mondiale vegetariana, con le settimane di mobilitazione mondiale per la libertà dei semi e per la sovranità alimentare, promosse da Navdanya, l’organizzazione fondata dall’eco-scienziata indiana Vandana Shiva, costituirà un utile stimolo ad alimentare la riflessione e la presa di coscienza sull’ingiustizia del sistema di produzione dell’agroindustria e sulle devastanti conseguenze che determina su tutte le specie animali, umane e non.

E’ quanto accade con il sistema pervasivo degli allevamenti industriali in cui miliardi di esseri viventi sono costretti a una vita di immani sofferenze, per essere crudelmente sacrificati sulle tavole di consumatori, i  cui gusti omologati sono più il prodotto di raffinate tecnologie di marketing che di una scelta libera e consapevole.

Infatti, come afferma Luca Cangemi nel suo recente saggio L’elefante e la metropoli: "la modernità globale tenta di imporre il proprio dominio su ogni pratica sociale, a partire dalla più essenziale: da un lato, nelle aree rurali, ripropone i meccanismi coloniali sotto le mentite spoglie dello sviluppo tecnologico sotterrando, insieme alle sementi artefatte, la sovranità alimentare dei popoli, dall'altro, nelle aree metropolitane, rimette in scena un pionieristico assedio del fortino indiano per marcare il territorio con le più emblematiche bandierine a stelle e strisce, quelle dei fast food".

Siamo convint* che l’assunzione di una prospettiva antispecista sia fondamentale per ogni progetto di liberazione e di trasformazione della società. Innanzitutto l’antispecismo contribuisce a svelare lo schema su cui si fonda ogni tipo di oppressione razzista, sessista, omo-transfobica  e specista, quello che disconosce e annienta l’alterità nell’irriducibile differenza del suo corpo e dei suoi desideri;  in secondo luogo ci  induce a una riflessione essenziale sul modo di produzione capitalista a partire dal sistema delle monocolture intensive, degli allevamenti industriali e della grande distribuzione alimentare, un sistema non più sostenibile, capace solo di generare sofferenze e dalle conseguenze ambientali e sanitarie devastanti.

Inoltre crediamo che oggi sia fondamentale ripensare la politica a partire dalle pratiche collettive che si riescono a costruire,  per provare a trasformare la società e le tecnologie gerarchiche di dominio che la strutturano. Per fare ciò, in un contesto di forte crisi della rappresentanza politica  e di inadeguatezza delle forme e dei luoghi della partecipazione democratica, dobbiamo provare ad essere il cambiamento che desideriamo.

Se “l’individuo è ciò che mangia”, al Vegan Party siamo sicur*  che condivideremo buon cibo prodotto con amore, in un clima di convivialità e festa, con tante persone consapevoli, liberate dall’impostura del marketing della “carne felice” e orgogliose di essere il cambiamento necessario e possibile.

Collettivo lgbtq antispecista IbrideVoci città futura