martedì 13 settembre 2011

inizia la scuola in un paese in cui viene ucciso il futuro















Dichiarazione di Luca Cangemi, del coordinamento nazionale della Federazione della Sinistra

I drammatici ritardi e l’incredibile caos con cui si apre l’anno scolastico sono segni eloquenti della crisi sociale e civile che sta travolgendo l’Italia. Una vergogna che assume dimensioni spaventose nelle regioni meridionali. I tagli devastanti operati dal governo, così come l’arbitrio e l’incompetenza con cui è gestito ogni aspetto della vita del sistema dell’istruzione, hanno condotto a una situazione ingovernabile. La gran parte degli istituti si trova a cominciare le lezioni senza condizioni essenziali di funzionalità. Il dramma del precariato è sempre più grave. Un gran numero di lavoratori e lavoratrici è stato costretto a emigrare negli istituti del nord, sottoposto a regole capestro mentre per chi è rimasto nel Sud le condizioni si sono fatte ancor più umilianti e incerte. Le promesse di stabilizzazione, sancite per legge, sono state vanificate mentre la Gelmini prepara nuovi imboscate sul reclutamento e nuove guerre tra i poveri. E’ necessaria una chiara e forte denuncia di questa situazione. In questi giorni, nei caotici uffici scolastici così come nelle aule sovraffollate non è in gioco solo il lavoro di tanti docenti e lavoratori ATA, va in scena un attacco mortale al futuro delle giovani generazioni e dell’intero paese.
E’ dunque necessaria una mobilitazione generale, per difendere i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, per contrastare le scelte del governo, per salvare la scuola pubblica come elemento decisivo dello sviluppo del paese.