venerdì 9 settembre 2011

mobilitazione per la difesa della scuola pubblica a catania
















Intervista alla compagna Maria Biscuso, docente precaria:

Maria Biscuso, 37 anni, docente di sostegno negli istituti superiori della provincia di Messina. “Negli ultimi due anni ho vissuto, anzi sopravvissuto, lavorando in più istituti contemporaneamente - ci dice - Oggi, che è il 9 settembre, sto ancora aspettando la convocazione da parte del Provveditorato e, come me, tantissimi altri”.
Insomma, il 15 settembre le scuole cominceranno con o senza di loro. I ragazzi conosceranno i loro insegnanti in corsa, se saranno fortunati. “Ovviamente, anche il nostro trattamento economico sarà diverso perchè, se tutto andrà bene, cominceranno a pagarci da novembre - continua Maria - Io non sono sposata e, soprattutto, non ho figli. Posso anche continuare a sopravvivere con quello che prendo di disoccupazione. Posso mangiare una volta al giorno e tagliare tutte le spese superflue, ma un padre o una madre di famiglia come fanno?”.
Per molti di loro, “800 nella sola provincia di Messina” ci rivela Maria, l'alternativa è stata quella di prendere servizio in una scuola del Nord, dove le immissioni in ruolo sono state superiori a quelle del Sud. Con il risultato, però, di disegregare intere famiglie, che vivono a distanza.
“Avrei dovuto fare domanda d'insegnamento al Nord anch'io, ma non me la sono sentita. Ho due genitori anziani e bisognosi di assistenza che non ho voluto lasciare qui da soli. Fra tre anni, quando mi sarà di nuovo possibile presentare la domanda, gli farò fare armi e bagagli e partiremo tutti e tre”.
E mentre a Palermo i precari sono stati costretti a interrompere lo sciopero della fame per motivi di salute, a Messina il mondo della scuola si è mobilitato in massa il 6 settembre scorso, durante lo sciopero generale indetto dalla Cgil.
“La verità - conclude amaramente Maria - è che siamo stanchi. Stanchi d'insegnare in classi pollaio, con oltre 30 studenti per aula. Stanchi di vederci ridurre le ore destinate al sostegno dei portatori di handicap. Stanchi di vedere ghettizzare questi ragazzi che, per legge, non potrebbero stare in numero maggiore di due per classe e che, a volte, rientrano persino in quattro in un'aula. Con il risultato, ovviamente, di non poterli seguire come necessitano”.
Alla domanda “Cosa posso fare per te?”, Maria non ha dubbi e risponde: “Continua a seguire il mondo della scuola”.

(da Sicilia On Line - intervista di Barbara Giangravè)

Intervista al compagno Luca Cangemi: