domenica 2 ottobre 2011

collettivo lgbtq città futura ibridevoci





















Città Futura Ibridevoci è un collettivo di compagne e compagni che, a partire da sé, dalla politicità della propria scelta di orientamento sessuale e dalle proprie esperienze di militanza nel movimento lgbtq e nel prc, desiderano costruire confronto ed iniziativa sui temi di identità e differenza, alterità ed ibridità, innovazione e trasformazione del linguaggio e delle pratiche politiche.

Viviamo in una società attraversata da una paura strisciante di ogni altro essere vivente, di ogni forma di alterità e differenza, ed in cui le perverse strategie del dominio capitalista si intrecciano drammaticamente con razzismo e xenofobia, sessismo, omo/transfobia, specismo e violenza diffusa.

Mentre il precipitare della crisi economica e politica dovrebbe rafforzare una presa di coscienza collettiva sulla necessità di un’alternativa sociale, ci sembra particolarmente urgente contribuire, da comuniste e comunisti, alla costruzione di un pensiero e di una pratica differenti, fondati sulla relazione con l’altro da sé e sul rifiuto di ogni forma di violenza.

Con la consapevolezza del “potere della parola”, intendiamo contribuire a costruire linguaggi differenti, voci ibride che mettano in discussione la parola del potere; un “potere malato”, come diceva Danilo Dolci, un potere omologante, intrinsecamente violento nella sua continua opera di semplificazione e di reductio ad unum della complessità e delle differenze del reale; un potere patriarcale fondato, come fa notare la critica afroamaericana bell hooks, sulla “capacità maschile di stabilire un dominio politico equivalente al dominio sessuale”.

Alla violenza della parola e delle pratiche dominanti vogliamo opporre l’alterità delle nostre soggettività desideranti e l’irriducibilità dei nostri corpi, contro le logiche perverse di un capitalismo che trasforma ogni corpo in merce, come accade a centinaia di donne e uomini migranti, deportati e privati di ogni dignità umana, e come accade con i corpi degli animali non umani, sfruttati, deanimalizzati e reificati, trasformati dal mercato globale in prodotto di consumo senza identità.

A partire da queste brevi considerazioni, consapevoli di come “il sistema capitalistico abbia portato la reificazione alle conseguenze estreme della mercificazione dei viventi”, come scrive Annamaria Rivera, vogliamo confrontarci e costruire nuove pratiche che mettano radicalmente in discussione tutte le forme di violenza e sfruttamento, poiché su di esse si fondano le perverse logiche di dominio del capitale.