mercoledì 15 settembre 2010
no alla controriforma gelmini
Inizia l’anno scolastico in Sicilia. Come un incubo.
Iniziano le lezioni in tutte le scuole della Sicilia. Iniziano senza che vi siano le condizioni perché tutto ciò possa chiamarsi scuola.
Tredicimila posti di lavoro spariti in due anni rappresentano non solo un dramma umano e sociale pesantissimo, ma anche l’eliminazione delle condizioni minime di funzionamento dell’istruzione pubblica in Sicilia. Precari e precarie che hanno tenuto in piedi la scuola in Sicilia per anni sono cancellati. Un numero crescente degli stessi docenti di ruolo è costretto a lasciare sedi occupate per anni. La conseguenza diretta è che si apprestano ad aprire i cancelli istituti con classi sovraffollate all’inverosimile (i giornali riportano notizie di classi di 45 alunni!), con organici che rendono impossibile non solo un’istruzione adeguata, ma persino il normale espletamento delle funzioni di vigilanza e pulizia dei locali. Il tutto avviene in un caos gestionale dai tratti pirandelliani e mentre i problemi antichi, a partire dall’edilizia scolastica si aggravano sempre più.
Colpire la scuola significa colpire il futuro e il presente della Sicilia, significa colpire in tanti territori l’unica presenza pubblica rimasta e l’unico spazio di socializzazione disponibile, significa colpire per un lungo periodo le possibilità di sviluppo che sempre più si basano sulla conoscenza.
La lotta contro i tagli per la difesa della scuola pubblica appare sempre più come una battaglia di valore generale, la manifestazione di Messina di domenica scorsa ci rafforza nella convinzione che essa sarà sempre più ampia e incisiva.
Luca Cangemi - segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sicilia