Documento politico Catania GLBTQ 2011
Riconosciamo l’importanza che il processo rivendicativo dei diritti civili ha avuto nel passato prossimo del Movimento GLBTQ; non ne rinneghiamo lo spirito, la funzione, il desiderio ad esso sotteso. Tuttavia riconosciamo che oggi, nel qui ed ora di una Comunità sfaldata, una parte di Essa abbia raggiunto uno stadio di maturazione teorica ed emotiva per cui la rivendicazione dei diritti non è più sufficiente. Non perché disdegniamo poter vantare il diritto ad essere felici, ma perché riconosciamo che esistono altre pratiche differenti per costruire quegli stessi diritti che non riusciamo a conquistare.
Incominciamo, allora, a produrre i diritti di domani con le pratiche di oggi: non dobbiamo farci opprimere dalla paura quotidiana di vivere le nostre vite autentiche, dobbiamo essere felici e gioiosi di quella gioia che si ottiene quando finalmente si raggiunge la consapevolezza del proprio sé e la visibilità del proprio corpo di donna e uomo GLBTQ.
Siamo fermamente convinte e convinti dell’occasione rivoluzionaria e dirompente dell’omosessualità che non venga ridotta alla sola pratica sessuale, ma all’idea di mondo che la differenza porta con sé; ciò per mezzo di un nuovo sguardo gettato dagli occhi di chi rimette in discussione i teoremi della naturalità e della normatività legata ai generi e agli orientamenti sessuali.
Ci facciamo portatrici e portatori di una identità non identica, in un sistema di pensiero e desiderio che riconosca e valorizzi le specificità di ciascuna e ciascuno e le peculiarità di tutti e tutte.
Esaltiamo la cultura della bellezza e della gioia che proviene da una vita consapevole e non celata.
Per essere consapevoli bisogna essere liberi di essere visibili: liberi da noi stesse/i che ci imprigioniamo nei timori e nei sensi di colpa e libere/i dalle coercizioni dell’eterodeterminazione e del comune senso dell’orrore.
Autodeterminazione e visibilità: i primi passi per riprenderci il nostro posto nel mondo, non a passo di marcia, ma a passo di danza. Perché noi siamo altro! Abbiamo menti sovraccariche di brutture, bassezze, miserie. Contro l’oltraggio ai corpi felici ad opera del più ipocrita moralismo pruriginoso e bieco.
Tuttavia, riconosciamo che la Comunità di oggi non è quella gloriosa dei moti di Stonewall, perché in un frenetico movimento in avanti, il desiderio di essere avanguardia e alternativa ci ha fatto scordare il senso.
Oggi avanguardia è guardarsi indietro: QUESTO IL SENSO DELLA NOSTRA COMUNITÀ, dobbiamo recuperare quelle relazioni duali che partendo dal desiderio dei singoli facciano poi di un gay, una lesbica, un trans e una trans prima un gruppo, poi un nodo di una rete di rapporti fruttuosi e necessari per poter costruire il senso della comunità, che è il senso della condivisione e dell’affetto profondo e della congioia! Creiamo Comunità per trovare conforto, sì, alle nostre tristezze, ma soprattutto SIAMO Comunità quando ci liberiamo al senso della gioia.
Noi ci siamo e vogliamo esserci oggi e domani, perché a costruire il nostro mondo migliore non sia chi è avulso dalla realtà dei nostri corpi e dei nostri vissuti emotivi, relazionali, politici, culturali. Siamo noi stessi gli architetti e le architette delle città in cui vogliamo dimorare, uniti, disuniti, satellitari non ha importanza; l’importante è non doversi mai vergognare di sé e mai sentire il bisogno di nascondersi.
Per costruire le parole con cui ancora non sappiamo dirci !
Per produrre le paillettes concettuali con cui agghindarci !
Per continuare a essere fiere e fieri della nostra gayezza, lesbicità e transitudine!
RESET: RIAVVIARE LA RETE!