venerdì 5 agosto 2011

migranti: cronache dal villaggio degli aranci di mineo

foto di Alberta Dionisi














UNA ARANCIA A OROLOGERIA di Ernesto Leone

Al "Villaggio degli aranci" sempre più spesso sentiamo parlare di emergenza, del problema della sicurezza, di sciopero delle "forze dell'ordine" che si sentono indifese e numericamente inadeguate per affrontare le rivolte degli immigrati... Sembra che si dia per scontato che i migranti del CARA di Mineo rappresentino il pericolo da cui difendere i poliziotti , gli abitanti autoctoni e il loro territorio e l' intera "società civile". Il pericolo sarebbe rappresentato da loro,da queste persone, illegalmente detenute in condizioni disumane e trattate come bestie cui dare da mangiare e dormire e basta, senza considerare le loro aspirazioni, i loro stati d'animo e la follia di questa lunga detenzione senza crimini. Alcuni politici hanno dichiarato che il villaggio degli aranci è un luogo quasi di lusso , che vi si consumano pasti decenti, che l'assistenza è più che dignitosa, ecc. Il responsabile sanitario della CRI ha dichiarato di sentirsi più prigioniero e precario lui rispetto ai migranti. Allora vorrei chiedere a queste persone: augurereste ai vostri figli una simile vita da sballo? E vorrei chiedere ai poliziotti, quando scioperano, ponendosi, quindi, nella dignità di lavoratori : quando scioperate voi, chi deve venirvi a reprimere e picchiare? Dato che ormai si da per scontato che chi manifesta va represso violentemente. Se siete dei lavoratori, ritenete sia giusto colpire altre persone che vivono la vostra stessa condizione? Come lavoratori, fate parte di quella numerosa schiera che comprende i dominati di questo mondo, ai quali dovrebbe andare la vostra solidarietà e non le vostre manganellate e i vostri lacrimogeni. Riteniamo che voi dovreste operare a beneficio della società intera e soprattutto dei diseredati: servire i dominatori del mondo non vi farà più forti nè darà dignità al vostro lavoro . Parecchi anni fa venne pubblicato il bel libro di A.Burgess "Un'arancia a orolgeria", un racconto di violenza sociale e di repressione scientifica (ne fu tratto il film di S.Kubrick "Arancia meccanica"). Quando ho letto l'articolo de LA REPUBBLICA, 3 ago 2011, su una probabile strategia occulta dietro le rivolte di Bari e Mineo, mi è venuto in mente questolibro. Dopo tutte le denunce che abbiamo fatto, al fianco degli immigrati, sulle ingiuste detenzioni, sulla lentezza delle procedure di riconoscimento, sui trattamenti disumani, razzisti e xenofobi , c'è ancora chi si stupisce di come questa "arancia ad orologeria" che è la rabbia degli immigrati possa esplodere!!! A questa gente noi rispondiamo che sì, esistono davvero degli strateghi esterni: si tratta di tutti gli imbecilli e di tutti i razzisti e di tutti i servi del potere che tendono ad occultare i problemi reali e trasferire le loro responsabilità dirette o indirette verso non ben definiti cospiratori, senza i quali vivremmo nel migliore possibile dei modi, nel migliore possibile dei mondi.