lunedì 7 marzo 2011

inchiesta sulla precarietà del lavoro delle donne a catania

Il circolo città futura del partito della rifondazione comunista – federazione della sinistra sceglie simbolicamente la data dell’8 marzo per lanciare la seconda parte dell’inchiesta sulla precarietà delle donne a Catania, una campagna che si propone di analizzare, sul territorio, le forme della crescente precarizzazione e della subordinazione femminile nel mondo del lavoro.











Quella che oggi ci viene prospettata come crisi economica è una vera e propria crisi di civiltà, da cui è necessario far emergere le molteplici contraddizioni e le differenti soggettività del conflitto. Le condizioni del lavoro precario precludono la possibilità di organizzare i tempi personali e le scelte affettive, evidenziando come, a livello globale, il conflitto tra capitale e lavoro assuma forme nuove e molteplici, disvelando il violento avanzare di un conflitto tra capitale e vita.
Poiché le donne sono drammaticamente coinvolte in questi processi, crediamo che si debba “partire da sé”, dall’esperienza concreta di ciascuna, per tentare di “mettere in crisi” il “capitalismo in crisi” ed opporsi alle sue devastanti conseguenze.
Le analisi e le pratiche delle donne assumono in questo senso un ruolo centrale per analizzare la realtà e cercare di trasformarla, costruendo un immaginario sociale altro, scardinando la precarietà non solo come condizione lavorativa ma come condizione esistenziale. Alcuni anni fa, a partire dalle proprie esperienze e da “storie di ordinaria precarietà” condivise da tante altre donne, le compagne del circolo città futura hanno realizzato una videoinchiesta sulla precarietà delle donne a Catania, dai pub ai call center, fino alla scuola e all’ateneo catanese: soggettività precarie che, attraverso lo strumento dell’inchiesta e dell’autonarrazione, a partire dalle proprie esistenze schiacciate in un eterno e affannoso presente, tra bisogni e desideri, tentano un’esperienza unificante delle lotte, mettendo al centro i desideri e le pretese che riguardano la vita.
Nella società della globalizzazione capitalista, che dedica sempre più tempo all’ossessione di un consumo onnivoro e compulsivo, la grande distribuzione e le catene multinazionali o in franchising costituiscono, in particolare in una realtà drammaticamente segnata dalla disoccupazione come quella catanese, uno dei settori in cui si riversano più attese occupazionali, soprattutto delle donne. In un perenne stato di incertezza, si intrecciano la figura “tradizionale” della commessa tanto cara al patriarcato e le nuove forme globali della precarietà.
Di fronte ad un’ulteriore precarizzazione delle vite, diventa sempre più necessario cercare di comprendere le modificazioni della subordinazione femminile nel mondo del lavoro e di incontrare le tante in/subordinazioni che spesso restano isolate; con questi obiettivi il circolo città futura avvia la seconda parte dell’inchiesta sulla precarietà nel settore del commercio, strutturata attraverso autonarrazioni dell’esperienza, questionari ed incontri informali.